Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Strange way of life (Strange way of life)

 
pic_movie_1704   NUM   1704  
  DATA E CINEMA   2023.09.22 KAPPADUE  
  RASSEGNA   CINEMA D'ESSAI  
 
     
  REGISTA   Pedro Almodovar  
  ATTORI   Ethan Hawke, Pedro Pascal, Pedro Casablanc, Manu Ríos, George Steane, José Condessa, Jason Fernández, Sara Sálamo, Ohiana Cueto, Daniela Medina  
  PRODUTTORE   El Deseo  
  SCENEGGIATORE   Pedro Almodovar  
  COMPOSITORE   Alberto Iglesias  
  PAESE   Spagna  
  CATEGORIA   Western, Drammatico  
  ANNO   2023  
  DURATA   30 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/strange-way-of-life/62976/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Strange Way of Life, film diretto da Pedro Almodóvar, racconta la storia di Silva (Pedro Pascal), un uomo che sta attraversando il deserto, che lo separa dalla meta, Bitter Creek, in sella al suo cavallo per far visita allo sceriffo Jake (Ethan Hawke). Venticinque anni prima, quando lo sceriffo non ricopriva ancora questa carica e Silvia non era un ranchero, i due lavoravano insieme come sicari. Dopo tutto questo tempo, Silvia si reca da lui con la scusa di rivedere un vecchio amico di gioventù.

I due uomini sono entusiasti di rivedersi dopo diverso tempo e festeggiano il loro ricongiungimento. Il mattino seguente, però, lo sceriffo Jake dice a Silva di sapere che il motivo del suo viaggio non riguarda soltanto una visita di piacere sul viale dei ricordi. Entrambi, infatti, sono collegati a un crimine accaduto nella zona, che suggerisce ch il loro incontro è più di una semplice rimpatriata tra amici.
 

COMMENTO   Silva attraversa il deserto per raggiungere colui che è stato suo compagno di avventure e amante Jake. I due non si incontrano da venticinque anni e ora il secondo è diventato sceriffo. La passione tra loro non si è mai davvero estinta ma Jake sospetta che il vero motivo di questo incontro sia un altro.

Almodòvar realizza un corto che aspirerebbe al lungometraggio. Dopo avere realizzato nel 2020 The Human Voice Pedro affronta per la seconda volta la lingua inglese. Lo fa nuovamente con un cortometraggio avvalendosi di due attori del calibro di Hawke e di Pascal. In quella che è stata pubblicizzata come la risposta del regista spagnolo a I segreti di Brokeback Mountain il tema dell'omosessualità resta centrale (anche se entrambi i protagonisti emergono come bisex) più però come passione negata allo sguardo (se si esclude un veloce flashback) che non come sua esplicitazione. Almodòvar infatti utilizza, come si sarebbe fatto in un film del passato, l'ellissi per farci pensare alla notte trascorsa insieme dai due.

Nell'ambito della vasta filmografia del regista questo corto si propone come un esercizio di stile, oltre che di regia di attori, confermando il concetto (non condiviso da molti purtroppo) che il cortometraggio non è solo una palestra per principianti ma una modalità di scrittura cinematografica che mette alla prova anche i maestri che siano disponibili. Quando però costoro sono anche sceneggiatori delle proprie opere l'esito può essere come quello che si presenta in questo caso.

Nella mezz'ora di proiezione si coglie che Pedro avrebbe molto di più da dire e da mostrare in relazione ai suoi personaggi e al loro passato. Le poche pagine di script aspirano ad aumentare di numero quasi che soffrissero della compressione loro imposta. Potrebbe anche accadere. Tenendo questa vicenda come modello per un western alla Pedro, girato, come accadeva un tempo per quelli preceduti dal vocabolo spaghetti, nella sua amata Spagna (anche se qui la canzone che dà il titolo al film è cantata in portoghese).

Recensione di Giancarlo Zappoli
(https://www.mymovies.it/film/2023/strange-way-of-life/)
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Per Vicente Molina Foix, regista e critico spagnolo, il cinema di Pedro Almodóvar “non è un dramma, né un feuilleton e nemmeno un melodramma ma qualcosa che nasce e muore in se stesso”. Per descriverlo inventa addirittura un neologismo, l’“almodramma”, un termine che riflette la profonda specificità dei film del regista. Una miscela di reale e irreale, una coabitazione di elementi, situazioni e personaggi realistici con altri artifici. L’inserimento di un film in un genere determinato pone da sempre alcuni limiti ai percorsi abituali della narrazione, perché il genere cinematografico stabilisce una sorta di codice comune, che lo spettatore si aspetta, disegna un tipo di personaggio, prevede una svolta narrativa e nessun’altra. Ma Almodóvar rompe questo patto, mescolando nello stesso film soluzioni narrative che ci costringono a uscire dai limiti conosciuti delle strutture del genere.

Se Volver è una commedia drammatica che imita la vita ma pratica il naturalismo surrealista, Strange Way of Life è un romanzo latino vestito da Saint Laurent e da genere classico. Tutto comincia come in un buon vecchio western: un cowboy entra a cavallo in una piccola città dell’Ovest. Nell’aria la polvere e il fado di Amália Rodrigues sulle labbra di un ragazzo che canta in lip sync. Tutto è familiare ma sorprendentemente nuovo. D’altronde, nessuno meglio di Almodóvar ci ha insegnato che i generi cinematografici sono convenzioni in cui possiamo sentirci a casa o in terra straniera. La pelle che abito era già un’incursione dell’autore in un genere a priori lontano, la sci-fiction. Più affine alla sua poetica, il western può finalmente esplicitare il sottotesto queer, magnificato da Ang Lee (I segreti di Brokeback Mountain) e da Andy Warhol prima di lui. Ethan Hawke e Pedro Pascal riprendono nella locandina la stessa postura di Elvis Presley in un ritratto dell’artista (“Double Elvis”), un’immagine celebre, soprattutto nella cultura gay.

La dimensione omoerotica del film è limpida, dichiarata fin dall’affiche, nessun bisogno di sottotesto: un cowboy e uno sceriffo si desiderano e si sfidano tra raffiche di proiettili e colpi al cuore. Venticinque anni dopo si ritrovano mangiano stufato e bevono vino per divorarsi meglio. Il loro amplesso resta allusivo ma l’appetito che hanno l’uno per l’altro è palpabile. Il piacere in Strange Way of Life è un affare complesso che complica la filmografia recente dell’autore. Perché lo sceriffo non incarna la legge del desiderio ma quella del West, il suo compito è arrestare un criminale che è il figlio del suo ‘amato’. Da par suo, l’amante si comporta come un padre che vuole salvare il suo ragazzo nonostante tutto. Il dilemma corneliano di questo almodramma è completamente realista ma è allo stesso tempo una storia di fantasmi, quello di Sergio Leone e dei suoi attori che hanno ricostruito l’Ovest americano ad Almería, nel sud della Spagna.

A tempo di record, trentuno minuti, Almodóvar ‘ri-abbiglia’ il western e arriva al cuore di due uomini che si fondono e si oppongono, due cowboy che invecchiano sulla partitura di Alberto Iglesias, domandandosi di nuovo come un uomo possa amarne un altro oltre ogni orizzonte. Ma la strana forma di vita del titolo non è la queerness dei suoi personaggi, è la vita-cinema di Pedro Almodóvar, macchina di mescolamento di immagini appassionanti, che pesca nel duello classico del western una dualità frutto di un’introspezione già trattata nella sua opera più personale (Dolor y gloria).

Recensione di Marzia Gandolfi
(https://www.mymovies.it/film/2023/strange-way-of-life/)