Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Manodopera (Interdit aux chiens et aux Italiens)

 
pic_movie_1695   NUM   1695  
  DATA E CINEMA   2023.09.02 KAPPADUE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Alain Ughetto  
  ATTORI   Ariane Ascaride, Alain Ughetto, Stefano Paganini, Diego Giuliani, Christophe Gatto, Laurent Pasquier, Bruno Fontaine, Angelo Rinna, Laura Devoti, Aude Carpintieri  
  PRODUTTORE   Les Films du Tambour de Soie, Vivement Lundi, Foliascope, Graffiti Film, Nadasdy Film, Lux Fugit Film, Ocidental Filmes, Auvergne Rhône-Alpes Cinéma, Radio Télévision Suisse, Umedia, Radio Télévision Belge Francophone  
  SCENEGGIATORE   Alexis Galmot, Anne Paschetta, Alain Ughetto  
  COMPOSITORE   Nicola Piovani  
  PAESE   Francia, Italia, Svizzera, Portogallo  
  CATEGORIA   Animazione  
  ANNO   2022  
  DURATA   70 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/manodopera/63366/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Manodopera, il film d’animazione diretto da Alain Ughetto, racconta la storia della famiglia Ughetto che vive nel paese di Ughettera ai piedi del Monte Monviso in Piemonte.

Siamo a cavallo del Novecento e la famiglia è numerosa ed estremamente povera. Un giorno Luigi Ughetto (voce originale Stefano Paganini) decide di partire con tutta la famiglia per trasferirsi in Francia. Il viaggio è lungo e faticoso, devono attraversare a piedi le Alpi sotto la neve e in pieno inverno ma sono motivati dall’idea di trovare un'esistenza migliore. Quello che trovano è una vita fatta di grandi sacrifici, lavori di bassa manovalanza e razzismo nei confronti degli Italiani. Sulle porte dei locali sono spesso appesi cartelli che vietano l’ingresso a cani e italiani. Ma loro tengono duro, mandano i figli a scuola, attraversano la Prima Guerra Mondiale, l’influenza spagnola e l’avvento del fascismo. Uniti dall’amore dei genitori Cesira (voce originaleAriane Ascaride) e Luigi, i figli crescono e trovano il loro posto in un paese inizialmente ostile ma che alla fine farà di loro dei cittadini francesi.

CURIOSITÀ SU MANODOPERA
- Film autobiografico del regista Alain Ughetto, nipote di Luigi e Cesira, che ricostruisce la vita e le avventure dei suoi nonni, ripercorrendo la storia delle sue origini italiane.
- Miglior Film di Animazione agli European Film Awards 2022 e Premio della Giuria al Festival International du Film d’Animation di Annecy 2022, presentato per la prima volta alla 75° edizione del Locarno Film Festival e scelto come film di chiusura del 40° Torino Film Festival.
 

COMMENTO   Manodopera usa la finzione spudorata della sua messa in scena, con una precisa e delicata stop-motion, per trovare la sua massima verità poetica. Il regista interagisce con i pupazzi dei suoi avi, creando il film stesso per ringraziarli dell'eredità ricevuta: una grande manualità che può innalzare l'animo appesantito dalle prove più difficili dell'esistenza. Dolore dell'emigrazione, ingiustizie, lavoro spietato, povertà possono essere rappresentati con leggerezza, se questa non cancella e soffoca un'enorme dignità. Poetico. (Domenico Misciagna - Comingsoon.it)
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Manodopera è il viaggio di una vita, non solo dall'Italia alla Francia, per un uomo di nome Luigi. Vive a Ughettera ai piedi del Monviso in Piemonte, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento: con i suoi fratelli, per la società lontana dal calore e dalla reciprocità del villaggio, è solo braccia. Per il lavoro nel traforo del Sempione, per i giorni da soldato nella guerra italo-turca e nella I Guerra Mondiale, accetta il suo destino, finché non decide che - per garantire a se stesso, ai figli e all'amata Cesira un'esistenza migliore - è arrivato il momento di trasferirsi in Francia.

Manodopera, opera seconda del regista francese Alain Ughetto, autore una decina di anni fa del diverso Jasmine, è un film di una leggerezza poetica disarmante: una pulizia assoluta di stile, intenti ed emozione regge la sua ora e dieci di durata, con un'animazione in stop-motion tanto precisa sul piano tecnico, quanto necessaria all'anima del racconto. Il fatto che gli avi dell'autore siano rappresentati con pupazzi consente a Ughetto di avvolgere vicende molto concrete e dolorose in un'aura fiabesca, ma guardando lo splendido risultato si realizza che lo scopo non è edulcorare il dramma e la sofferenza. Alain trova nell'animazione la forza che avevano i suoi nonni di proiettarsi oltre le fatiche, le malattie, lo sfruttamento, grazie a un calore ironico e affettuoso: Manodopera è una fiaba animata in stop-motion perché - sembra dirci Ughetto - è stata quella miscela di manualità e tenera poesia ad aver permesso a Luigi e a tutta la famiglia di rigenerarsi. L'animazione qui non è distacco, è al contrario contatto totale col materiale trattato.

Lo è in tutti i sensi, perché Alain Ughetto interagisce letteralmente con i pupazzi all'interno dei set: vediamo solo le sue mani o i suoi piedi, mentre invade gli ambienti in cui si muovono i personaggi, ambienti che peraltro - in un vero colpo di genio - denunciano il loro essere "finti". Ma è una finzione così spudorata da compiere il giro largo e diventare più reale del reale: l'autore sa di aver ereditato da suo nonno e da suo padre la predisposizione al lavoro manuale che ha deciso di investire nell'animazione. Sentirlo interloquire con il pupazzo di sua nonna, mentre questa ricostruisce gli avvenimenti, è qualcosa di più di un abbattimento della quarta parete. Non è metalinguismo intellettuale o provocatorio: Ughetto non vede proprio la quarta parete, e cerca la verità dei suoi personaggi, dei ricordi e della storia (familiare e collettiva) nella loro rappresentazione, che vive come un atto d'amore.

Tutto questo fluisce in Manodopera con una tale naturalezza da alimentare un equivoco, l'idea che realizzare un lungometraggio così sia in fondo semplice. Eppure la tenerezza visiva dei suoi protagonisti è frutto della stratificazione emotiva che ogni vero artista costruisce in una vita intera, non nella semplice preproduzione di un film. Le domande sulle proprie origini, il desiderio di sentirsi parte di una tradizione, la voglia di incarnare l'eredità di qualcuno, di rappresentarla con i mezzi che caratterizzano la propria vita. In quest'apparente piuma, accompagnata dalle musiche di Nicola Piovani che affronta per la prima volta un film animato, c'è una tale solidità che le stoccate più amare trovano posto naturalmente senza avvelenare la visione più del necessario: i messaggi contro un clero approfittatore, la crudeltà del razzismo in Francia verso gli Italiani, la morte.
Manodopera sa toccare il sublime parlando di concretezza e mettendola in scena, con la consistenza materica affascinante della stop-motion, con la forza di chi sa guardare oltre gli eroi, per disseppellire qualcosa di persino più roccioso. Una sterminata dignità.

di Domenico Misciagna
Giornalista specializzato in audiovisivi
Autore di "La stirpe di Topolino"