Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Fratello e sorella (Frère et soeur)

 
pic_movie_1688   NUM   1688  
  DATA E CINEMA   2023.08.14 FIUME  
  RASSEGNA   CINEMA D'ESSAI  
 
     
  REGISTA   Arnaud Desplechin  
  ATTORI   Marion Cotillard, Melvil Poupaud, Golshifteh Farahani, Cosmina Stratan, Max Baissette de Malglaive, Benjamin Siksou, Patrick Timsit, Joël Cudennec, Francis Leplay, Nicolette Picheral  
  PRODUTTORE   Why Not Productions  
  SCENEGGIATORE   Arnaud Desplechin, Julie Peyr  
  COMPOSITORE   Grégoire Hetzel  
  PAESE   Francia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2022  
  DURATA   108 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/fratello-e-sorella/61901/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Fratello e sorella, film diretto da Arnaud Desplechin, racconta la storia di Luois e Alice (Melvil Poupaud e Marion Cotillard), un fratello e di una sorella, entrambi prossimi ai cinquant'anni. Lei è un'attrice, mentre lui un poeta che lavorava come insegnante. I due non hanno un rapporto amorevole, anzi non si vedono e si evitano l'un l'altra da diversi anni, oltre venti. Alice odia a tal punto Louis che una volta lo ha incrociato e non solo non lo ha salutato, ma è anche scappata via.
Quando i loro genitori, però, rimangono coinvolti in un incidente, i due sono costretti a rincontrarsi finalmente...

CURIOSITÀ SU FRATELLO E SORELLA
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2022.
Il film è stato girato nelle città di Parigi, Lille e Roubaix.
Durante le riprese, Marion Cotillard non ha parlato con Melvil Poupaud, che ha trovato la cosa molto inquietante. Solo dopo le riprese lei gli ha spiegato che lo ha fatto per amplificare l'odio tra i due personaggi, scusandosi poi per il suo comportamento.
Il film ha ricevuto una standing ovation di 5 minuti al termine della sua proiezione al Festival di Cannes.
 

COMMENTO   Un odio da vent'anni divide una sorella e il fratello minore nel dramma spietato di Arnaud Desplechin Frère et soeur con Marion Cotillard, presentato in concorso al Festival di Cannes 2022. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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Frère et soeur, fratello e sorella. Un titolo semplice che nasconde un universo stratificato come quello di un rapporto capace con gli anni di complicarsi come nessun altro. La famiglia è un terreno di caccia fra i preferiti di Arnaud Desplechin, che ama indossare i passi dell’indagatore dell’incubo di recessi esplorati precedentemente soprattutto in Re e regina e Racconto di Natale, multiversi all’interno di uno stesso mondo, quello popolato dalla famiglia raccontata in questa storia di odio. L’amore non è propriamente declinato nell’equazione, se non come eco lontana evocata in ricordi e flashback sul rapporto fra due cinquantenni: Alice (Marion Cotillard) è un’attrice affermata di teatro, Louis (Melvil Poupaud) è poeta e insegnante. Si odiano da vent’anni e non si parlano né si vedono. Se si incrociano si ignorano, ma sono costretti a incontrarsi per un improvviso incidente che ha coinvolto gli anziani genitori, che si ritrovano su un letto d’ospedale sull’orlo della morte.

Una morte che aleggia costantemente in questo funereo, eccessivo ritratto, oltre che nella messa in scena della novella di Joyce, The Dead, che vede coinvolta Alice quando l’incidente sconvolge (di nuovo) le loro vite. Già cinque anni prima, la morte prematura del figlio di 6 anni di Louis aveva portato a un fallito tentativo di riaffacciarsi da parte della sorella e del marito, finito in una terribile scenata durante la veglia funebre. Quando può finire un odio così inaccettabile, contro natura, come quello fra un fratello e una sorella? Un vero esperimento sociale in cui l’autore francese utilizza tutte le cartucce del suo immaginario e delle sue ossessioni: dalla psicanalisi all’alterazione delle percezioni, dovute ad alcol, farmaci o droghe, dall’ebraismo alla rivalità narcisistica di due artisti alle prese con un confine sempre più sfumature fra vita e performance creativa.

Sono piccole meschinità che diventano ostacoli insormontabili quando alimentate con il tempo, il silenzio e il risentimento, quelle che dividono i due fratelli, dopo dieci anni in cui si sono amati come folli. Ma quando le loro velleità artistiche da chiuse nella stanza dei giochi si sono proiettate nel mondo tutto è cambiato. Il gioco è diventato serio, la gloria e l’invidia sono entrate nella dinamica totalizzante, hanno prevalso anche per l’ignavia di un fratello e di genitori disposti a costruire le loro vite intorno a quest’odio, senza costringerli alla ragione. Una dinamica costante di radicalizzazione che rimanda a tragici conflitti geopolitici, a faide la cui origine con gli anni è sempre più difficile mettere a fuoco.

A suo modo, Frère et soeur è un disperato melodramma sull’immobilismo cocciuto che rovina la vita e il mondo, raccontata cavalcando il ridicolo come il tragico, esplosioni di collera e comportamenti spiazzanti, inaccettabili per la morale comune. Senza cercare la verosimiglianza o trattenersi dalla continua sovrapposizione di temi, ricordi e rancori che vanno a tessere una tela di odio inafferrabile. Sullo sfondo, il grigio di Roubaix e dintorni, al centro di un universo, quello di Desplechin, che sembra sempre perversamente cristallizzato nella sua infanzia, deformato dalla distanza e diventato prigione da cui evadere solo con un’analisi sempre più spietata dei rapporti familiari. La paura e le fragilità sono schermati da ostilità respingenti, da una recitazione mai naturalistica, in un racconto quaresimale dalle premesse intriganti, vittima della medesima ostinazione dei suoi protagonisti, incapaci di lasciarsi andare all’empatia. Interessante e problematico, estenuante e non pienamente soddisfacente.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito