Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Elemental (Elemental)

 
pic_movie_1679   NUM   1679  
  DATA E CINEMA   2023.06.23 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Peter Sohn  
  ATTORI   Mamoudou Athie, Leah Lewis, Valentina Romani, Stefano De Martino, Wendi McLendon-Covey, Catherine O'Hara, Joe Pera, Shila Ommi, Ronnie Del Carmen, Serra Yilmaz, Hal Yamanouchi  
  PRODUTTORE   Walt Disney Pictures Pixar Animation Studios  
  SCENEGGIATORE   Brenda Hsueh, John Hoberg, Kat Likkel  
  COMPOSITORE   Heitor Pereira  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Animazione, Avventura, Commedia  
  ANNO   2023  
  DURATA   93 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/elemental/61993/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Elemental, il film d'animazione Disney Pixar diretto da Peter Sohn, segue le vicende di un'insolita coppia, Ember e Wade (Valentina Romani e Stefano De Martino), in una città in cui gli abitanti, ovvero fuoco, acqua, terra e aria, vivono tutti insieme in diverse zone. Ember è una tenace e "ardente" giovane donna sulla ventina, molto legata alla sua famiglia e dotata di un gran senso dell'umorismo. Nonostante sia una persona brillante, la ragazza ha un bel caratterino, tant'è che a volte s'infiamma molto facilmente e perde subito la pazienza. Ember è l'unica figlia di due immigrati, che vivono a Firetown, e non si è mai allontanata da casa, ma sapendo quanti sacrifici abbiano fatto i suoi genitori per darle una vita migliore della loro, è determinata a dimostrare il suo valore. La giovane, infatti, non vede l'ora di prendere in mano la conduzione dell'attività di famiglia, Il Focolare, una volta che suo padre Bernie sarà andato in pensione.

Wade, invece, è il ragazzo "che segue la corrente", coetaneo di Ember ed è molto attento ed empatico, difatti non ha alcun timore a mostrare le proprie emozioni, che si notano, tra l'altro, molto facilmente. Il giovane è un ottimo osservatore e un grande ascoltatore, non stupisce, infatti, che sia molto compassionevole con gli altri. La sua famiglia, con cui ha un buon rapporto, è esattamente come lui, ovvero composta da un gruppo vivace ed emotivo, che crea sempre un'opportunità per condividere le loro emozioni.

I due si ritroveranno a vivere un'avventura, che li porterà a scoprire qualcosa di fondamentale: quanto hanno davvero in comune, nonostante le apparenti diversità.

PANORAMICA SU ELEMENTAL

Nel suo secondo film d'animazione come regista, Peter Sohn si interroga sulle relazioni e sul loro funzionamento, con un linguaggio sicuramente originale: parlando attraverso gli elementi della Natura. L'idea è nata proprio da una semplice domanda: "L'acqua e il fuoco possono legare? È una cosa possibile? È partito tutto da lì. Non è soltanto una storia di un ragazzo che cerca l'altra metà, ma di un padre e una figlia e di quel rapporto. Volevo realizzare qualcosa che fosse universale nel legame tra questi due, fuoco e acqua, ma al contempo anche una riflessione sulle dinamiche di famiglia e l’aspetto culturale. E poi ci sono altri temi che spero cogliate" - ha spiegato. Nella miscela di culture presente nella pellicola c'è molto dell’infanzia del regista, soprattutto delle radici coreane della sua famiglia (immigrata), del suo matrimonio misto e della sua vita a New York. "I miei genitori sono emigrati dalla Corea all'inizio degli anni '70 e hanno messo su un negozio di alimentari nel Bronx. Eravamo tra molte famiglie che si sono avventurate in una nuova terra con speranze e sogni – tutti noi mescolati in un'unica grande insalatiera di culture, lingue e bellissimi piccoli quartieri. Questo è ciò che mi ha portato a Elemental. Quando ero un bambino non capivo davvero cosa significasse essere un immigrato, venire negli Stati Uniti e tutto il duro lavoro che i miei hanno fatto per dare a me e mio fratello le nostre vite. D'altra parte, ho sposato qualcuno che non era coreano, e nel mio mondo ci sono stati molti scontri culturali per questo. Una situazione che mi ha portato a questa idea di trovare gli opposti. Ecco perché la scelta del fuoco innamorato dell'acqua" - ha dichiarato. Ci sono voluti sette anni per realizzare il progetto e, durante la lavorazione, entrambi i genitori di Sohn sono venuti a mancare. La pellicola vuole essere anche un ringraziamento nei loro confronti.
La volontà di inserire la componente territoriale arriva dal suo background cinematografico: "Io sono un grandissimo fan delle commedie romantiche, dai film tratti dai romanzi di Jane Austen a Stregata dalla luna, The Bick Sick, Amelie, che coinvolgono nelle storie anche le città" - ha aggiunto. Quella costruita per Elemental è una cittadina che parte dal personaggio di Ember: "Tutto è iniziato pensando a una città che sarebbe stata difficile per il fuoco, quindi l’abbiamo basata sull’acqua. L'idea è che sia arrivata prima l'acqua in questa zona, poi la Terra: quindi è di" - ha rivelato il regista. Anche Wade, protagonista maschile che impersona l'acqua, è una metafora della trasparenza delle emozioni e di come se ne possa seguire il flusso. Le voci originali dei due elementi appartengono a Leah Lewis e Mamoudou Athie. Quest'ultimo ha rivelato di aver accettato la parte non solo perché reputi Pixar la migliore in campo, ma anche per qualcosa di più personale, essendo lui immigrato di prima generazione.

«Io sono un grandissimo fan delle commedie romantiche, dai film tratti dai romanzi di Jane Austen a Stregata dalla luna, The Bick Sick, Amelie, che coinvolgono nelle storie anche le città». (Peter Sohn)
 

COMMENTO   La Pixar mette al servizio dei suoi consueti temi sociali e familiari una delle sue più eleganti costruzioni di mondi alternativi: allo stesso tempo effetti visivi e personaggi, i suoi protagonisti incarnano la pura "illusione della vita" alla quale i grandi dell'animazione Disney dedicarono una carriera di ricerca. Ember e Wade riscrivono la fisica ma sembrano veri. Se ne intuite le conseguenze emotive, consigliamo una buona scorta di fazzoletti. (Domenico Misciagna - Comingsoon.it)
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Lei è Ember, figlia di un immigrato dalla Terra del Fuoco a Fire Town, poco lontano da Elemental City, dove invece vive Wade, ispettore idraulico. Ember si prepara a ereditare la bottega del babbo, che ha compiuto mille sacrifici e ha voltato le spalle alla sua terra natìa per un futuro migliore. Wade vive sereno con una famiglia empatica tanto quanto lui, e prende la vita come viene, col sorriso. Ember è fatta di fuoco. Wade è fatto di acqua. Amarsi non sarà una passeggiata.

Anche se Elemental è il secondo lungometraggio firmato da Peter Sohn, dopo Il viaggio di Arlo (2015) che in realtà rimaneggiò e condusse in porto all'abbandono di Bob Peterson, è sicuramente il primo film "suo": dopo vent'anni alla Pixar (entrò come story artist per Alla ricerca di Nemo), Sohn corona il suo percorso professionale onorando i suoi genitori, coreani immigrati nel Bronx. Una vita espiantata, della quale un figlio sente l'eco nella tenacia con cui chi emigra deve dare un senso a una delle decisioni più difficili che si possano prendere. La tenacia dei genitori può però assumere un'aura sacrale, dogmatica, da non mettere in discussione, seppellendo l'identità delle seconde generazioni, timorose di seguire sogni diversi da quelli di papà e mamma. No, non è un racconto di certo nuovo per la Pixar o per la Disney: le aspettative dei genitori alla ricerca del compromesso con figli e figlie, nel contesto di una naturalizzazione complessa o nel conflitto tra culture, riecheggiano del recente Red. In parte c'erano anche in Luca e - in casa Walt Disney Animation Studios - nell'ultimo Strange World e in un certo senso nell'ottimo Encanto.

È vero che la Pixar ci aveva abituati negli anni a storie originali e stimolanti, ma è anche vero che nessuno ci ha mai impedito nel corso di decenni di decretare con merito lo status di capolavori per le classiche fiabe Disney, che sono state spesso variazioni sul tema di valori e situazioni ataviche, fiabesche. Se avessimo decantato morto lo stereotipo della "Principessa Disney", per esempio, Frozen non avrebbe mai avuto il tempo di reinterpretarlo. È altrettanto probabile che ogni epoca abbia in determinate culture, nel caso specifico quella americana, esigenze fiabesche specifiche: un luogo narrativo attuale è la necessità della convivenza senza odi e conflitti, e viviamo dopotutto nell'epoca della polarizzazione a oltranza, chiave dell'engagement facile sui social e motori di ricerca. La questione emigrazione / immigrazione (qui con la sfumatura della calamità naturale che la causa) rimarrà inoltre al centro del dibattito pubblico per molto tempo ancora. La Disney / Pixar sta definendo negli ultimi anni i canoni della sua nuova "fiaba allargata", li segue e li modella lungo un percorso privato dei suoi autori, arricchito da suggestioni ancora più antiche (in Elemental ovviamente c'è Romeo e Giulietta).

Ma se uno spettatore d'esperienza è in grado, di fronte a una scena, di prevedere grossomodo la successiva, dove può essere il valore di un film come Elemental? Per quanto ci riguarda, nella stupefacente perfezione cristallina dell'esecuzione. Una motivazione che, ci rendiamo conto, potrà poco per chi preferisca legittimamente scindere la forma dalla sostanza. Nel caso di Elemental, tuttavia, la troviamo un'operazione alchemica faticosa, perché non siamo di fronte a un film che cerca la complessità, anzi: i due protagonisti svettano nettamente sul resto del cast, manca un cattivo, e nella costruzione della storia a conti fatti accade molto poco. Elemental è puro cinema ridotto ai suoi "elementi" primari: in virtù di questa semplicità, Sohn e gli sceneggiatori John Hoberg, Kat Likkel e Brenda Hsueh ci presentano un mondo da abitare con due guide, Ember e Wade, osservandole quasi costantemente, mettendole al centro di tutta l'emotività come di rado accade in cartoon più complessi e più affollati. E, se ci facciamo mente locale, accade di rado anche in troppi blockbuster moderni dal vero.

C'è una scommessa in questa essenzialità: la cura grafica e tecnica di Elemental è di un'eleganza paurosa e fa sì che Ember e Wade non ci siano bastati mai. Non è la spettacolarità ultrasperimentale e funambolesca di Spider-Man Across the Spider-Verse, è una ricerca sottile che espande i mezzi per un semplice fine espressivo simbolico: quella che nel mondo dei cartoon viene definita "animazione degli effetti" (di elementi o particelle, appunto) diventa animazione dei personaggi, in una metamorfosi che si corre il rischio di sminuire solo perché tutto in questo delicato film sembra facile da raccontare e scontato da mettere in scena. Non è questione di facilità o di sfoggio di bravura: il traguardo è la naturalezza. Il lavoro estenuante di ricerca estetica nella luce, nei colori, nelle scenografie e nel character design, con un occhio alla propria tradizione e un altro a Miyazaki, è un ricamo di equilibrio e di sicurezza invidiabile. Nel bisogno di connessione reale, tangibile, fisica con le proprie creazioni. Un desiderio dal quale è meraviglioso farsi contagiare. Elemental non sarà di certo un film che guarda avanti e che porta l'animazione verso nuove frontiere, come la Pixar aveva fatto in passato. Non lo negheremo. Ma da lassù i grandi della Disney dell'epoca d'oro, se stanno guardando Elemental, si staranno asciugando le lacrime come abbiamo fatto noi. Perché questo era il loro Santo Graal. La padronanza del mezzo animato per evocare creature fantastiche credibili come un essere vivente nel quale potremmo imbatterci qui, nella banalissima realtà.
La chiamavano "the illusion of life". L'illusione della vita.

di Domenico Misciagna
Giornalista specializzato in audiovisivi
Autore di "La stirpe di Topolino"