Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Billy (Billy)

 
pic_movie_1671   NUM   1671  
  DATA E CINEMA   2023.06.02 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Emilia Mazzacurati  
  ATTORI   Matteo Oscar Giuggioli, Carla Signoris, Giuseppe Battiston, Alessandro Gassmann, Benedetta Gris, Roberto Citran, Sandra Ceccarelli, Kristina Hermin  
  PRODUTTORE   Jolefilm con Rai Cinema  
  SCENEGGIATORE   Emilia Mazzacurati  
  COMPOSITORE   Alessandro Stefana, Daria D'Antonio  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico, Commedia  
  ANNO   2023  
  DURATA   97 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/billy/63086/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Billy, film diretto da Emilia Mazzacurati, racconta la storia di Billy (Matteo Oscar Giuggioli), che a diciannove è un ex bambino prodigio; infatti, a soli nove anni aveva creato e condotto un podcast musicale di successo. Oggi vive con la madre, Regina (Carla Signoris), una donna molto eccentrica e non sa assolutamente cosa fare della sua vita: è segretamente innamorato di una ragazza, una sua vicina di casa, ma frequenta solo bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni.
Quando incontra il suo idolo d'infanzia, il rocker scomparso da anni Zippo (Alessandro Gassmann), la sua vita, però, cambia totalmente. Le assonanze tra loro li porteranno alla ricerca di un modo nuovo di affrontare la vita. Peccato, però, che non sempre ciò che abbiamo a lungo desiderato, va alla fine come vorremmo...
 

COMMENTO   Nemmeno trentenne, un premiato corto alle spalle, Emilia Mazzacurati esordisce nella regisa mescolando luoghi, atmosfere e sentimenti del cinema di papà Carlo con le estetiche e le traiettorie emotive e narrative del primo Wes Anderson.
Non tutto funziona, c’è spesso un filo di maniera di troppo, personaggi come quelli di Battiston e di Gassmann sono caratterizzati con un tratto un po’ troppo marcato, e la vaghezza esistenziale che viene evocata e ricercata si può trasformare in evanescenza narrativa.
E però non si può riconoscere a Emilia Mazzacurati alcuni successi che sono tutti figli della voglia di prendere dei rischi, di mirare in alto, facendo dei luoghi e dei personaggi di Billy qualcosa di sospeso nello spazio e nel tempo, una frontiera quasi western che assomiglia a un limbo nel quale galleggiare per sopravvivere o dal quale fuggire per vivere. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
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Billy ha 19 anni. È un ex bambino prodigio che vive con una mamma che dire stravagante è dire poco e senza un papà: quello se ne è andato di casa che Billy era ancora bambino, non ancora prodigio. Vive con la mamma, che è svampita, umorale, fumatrice accanita, priva di ogni senso pratico e scrupolo economico in una villetta a schiera vicino a un grande fiume. Gioca con i ragazzini del posto, è innamorato di una coetanea che pare filarsi tutti tranne lui, ogni tanto si confida con la ragazza che gestisce un chiosco vicino alla ferrovia. E poi un giorno nella sua vita arriva anche Zippo, ex stella del rock che pare passare la sua vita a scappare, chissà da cosa.

Emilia Mazzacurati, nemmeno trentenne, un corto di successo alle spalle, esordisce nel lungometraggio con un film insolito, strampalato, decisamente coraggioso, nel quale mescola a modo suo, non sempre in maniera omogenea, influenze di tipo molto diverso tra loro.
Da un lato c’è l’eredità, che non è solo generica e geografica, di papà Carlo: quindi certo, il fiume, la pianura, la provincia, ma anche un certo modo di approcciare le inquietudini e la non conformità, i sentimenti e l’umorismo lunare.
Dall’altro c’è l’ombra lunga di quel cinema indipendente americano che ha visto in Wes Anderson il suo campione, ma che, tanto per fare un nome, ha prodotto anche il Jared Hess di Napoleon Dynamite. Di Anderson comunque qui c’è tantissimo. Tantissimo dei Tenenbaum, per dire, dalle dinamiche tra figlio e genitore passando per certi riferimenti più o meno espliciti a Salinger, e al Salinger dei "Nove racconti" in particolare.

La cosa più curiosa, in questo mondo ibrido, e forse un po’ troppo derivativo, in questi ambienti che paiono nascere dalla sovrapposizione delle estetiche di Ghirri e di Hopper, e che Emilia Mazzacurati ha steso sopra tutto - immagini, personaggi, situazioni e storie - una patina d’amarezza che supera i confini generazionali, e non viene mai sollevata, nemmeno in un finale che pareva vagamente ottimistico ma che in fin dei conti lascia sospesi, incerti, di fianco a una pompa di benzina lungo una strada provinciale, mentre il nuovo anno è all’alba e il futuro un incognita.

Non è che tutto funzioni, in Billy.
C’è spesso un filo di maniera di troppo, personaggi come quelli di Battiston e di Gassmann sono caratterizzati con un tratto un po’ troppo marcato, e la vaghezza esistenziale che viene evocata e ricercata si può trasformare in evanescenza narrativa.
E però non si può riconoscere a Emilia Mazzacurati alcuni successi che sono tutti figli della voglia di prendere dei rischi, di mirare in alto, facendo dei luoghi e dei personaggi di Billy qualcosa di sospeso nello spazio e nel tempo, una frontiera quasi western che assomiglia a un limbo nel quale galleggiare per sopravvivere o dal quale fuggire per vivere.

Come fa il personaggio più marginale, eppure centrale e centrato del film, quello di una Carlotta Gamba non solo bella ma anche brava, la Penelope che gestisce il chiosco vicino alla ferrovia, e che cita le Wacky Races ma è tutt’altro che un cartone animato.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival