Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Campioni (Champions)

 
pic_movie_1670   NUM   1670  
  DATA E CINEMA   2023.06.01 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Bobby Farrelly  
  ATTORI   Woody Harrelson, Ernie Hudson, Cheech Marin, Matt Cook, Kaitlin Olson, Madison Tevlin, Joshua Felder, Kevin Iannucci, Ashton Gunning, Matthew Von Der Ahe, Tom Sinclair, James Day Keith, Alex Hintz, Casey Metcalfe, Bradley Edens, Alicia Johnston  
  PRODUTTORE   Gold Circle Films, Seven Deuce Entertainment  
  SCENEGGIATORE   Mark Rizzo  
  COMPOSITORE    
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2023  
  DURATA   124 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/campioni/62683/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Campioni, il film diretto da Bobby Farrelly, vede Woody Harrelson protagonista nei panni di Marcus Marakovich, un ex allenatore di basket di una lega minore. Dopo una serie di passi falsi, l'uomo si ritrova di fronte a un tribunale, che gli toglie ogni incarico e gli affida la gestione di una squadra di giocatori con disabilità intellettive. Sebbene Marcus ritenga che questi giocatori siano impossibili da allenare e che forse il suo compito sia solo quello di farli sentire uniti come una squadra, ben presto deve ricredersi. L'allenatore si rende conto che, nonostante i suoi dubbi, questa squadra può andare più lontano di quanto abbia mai immaginato. Non solo questi ragazzi impareranno le regole del basket, ma avranno molto da insegnare alo stesso Marcus e insieme creeranno qualcosa di davvero speciale.
 

COMMENTO   Il caro, vecchio Woody Harrelson. Che piacere rivederlo sul grande schermo. Ma soprattutto il caro, vecchio, Bobby Farrelly, già nella premiata ditta Fratelli Farrelly, che tante risate ci hanno regalato a cavallo tra gli anni Novanta e i primi Duemila con Tutti pazzi per Mary, Io, me & Irene, Amore a prima svista. È un piacere ritrovare anche lui. Come vi raccontiamo nella recensione di Campioni, in uscita al cinema il 31 maggio, Bobby Farrelly balla da solo, dopo che anche il fratello Peter lo ha fatto, con il film da Oscar Green Book. Come il fratello, anche Bobby Farrelly qui si sposta verso un tipo di cinema più maturo. Ma la sua non è una svolta netta come quella di Peter. Bobby mantiene ancora quell'irriverenza dei vecchi Farrelly Brothers, che dentro nascondeva tanta sensibilità. Guitto, ma con un cuore. Quello che i due fratelli, nascosto tra mille gag, hanno sempre avuto.

Dalla J League alla squadra di giovani adulti con disabilità intellettive.
Marcus Marakovich (Woody Harrelson) è il classico loser, il classico perdente di tanti film americani. È il coach di una squadra di J League, non certo di NBA, e non è anche il primo coach, ma il vice. Il primo allenatore non ascolta mai Marcus, nonostante di basket ne capisca. Se non è arrivato in alto, pare, sia dovuto anche al suo carattere non facile. Ed è così. Durante una partita, a pochi secondi dalla fine, spintona il coach che non vuole ascoltare un suo schema. Licenziato, non trova di meglio che farsi beccare in guida in stato d'ebbrezza dalla polizia. Il giudice decide di commutare la pena in 90 giorni di servizi sociali: sarà il coach di una squadra di basket di giovani adulti con disabilità intellettive, i Friends. "È impossibile allenare quei ragazzi". "Impossibile non è un'evidenza, è un'opinione". È il dialogo tra Marcus e il gestore del centro. Come potete immaginare, nel vedremo delle belle.

Un nuovo modo di vedere la diversità.
Campioni è uno di quei film che segnano un nuovo modo di vedere la diversità. Senza toni pietistici, senza buonismi, senza ipocrisie. In Italia lo abbiamo già fatto e bene. Lo hanno fatto soprattutto sceneggiatori come Fabio Bonifacci (Si può fare) e Nicola Guaglianone (Lo chiamavano Jeeg Robot, Freaks Out, Indivisibili), ma anche Federico Biondi (Dafne). La chiave è trattare questi ragazzi come persone "normali" (e già usare questo termine non ci piace), con i loro pregi, i loro difetti. Così i ragazzi di Campioni sono estrosi, dispettosi, sboccati. C'è che chi parla continuamente di sesso, chi fa scherzi da caserma, chi non manda a dire le cose per mettere in riga chi se lo merita, anche il coach (è la spassosa Cosentino). Sì, questi ragazzi sono irresistibili.

L'apparenza e il suo ribaltamento.
Bobby Farrelly, come si può immaginare, gioca subito con un classico dei film di questo tipo, che è l'apparenza e il suo ribaltamento. Ci presenta i ragazzi come un gruppo di giocatori improbabili, e forse lo sono davvero. Ma poco dopo ci fa raccontare le loro vite, e ci fa vedere che sono bravissimi nel loro lavoro, o ad attraversare tutta la città in monopattino per godersi quelle due ore di sport, o a parlare quattro lingue. È una cosa importante da fare in questi casi. Perché va detto che questi ragazzi possono lavorare, avere una vita privata, fare sport, fare tante cose. Possono fare tutto, o quasi.

I protagonisti del film sono doppiati da ragazzi con le stesse specificità.
Ma la carta vincente di Campioni, al di là della storia (che viene da un film spagnolo, Campeones, conosciuto in Italia con il titolo Non ci resta che vincere) è che a interpretare questi campioni di basket così speciali ci sono dei veri ragazzi con disabilità, che portano nel film la loro carica umana, la loro carica di simpatia e quell'elemento di verità e spontaneità che sarebbe difficile riprodurre. Come faceva Benigni in Johnny Stecchino e come ha fatto Federico Biondi con Dafne, anche Bobby Farrelly porta sullo schermo un protagonista con Sindrome di Down, Johnny, trattandolo con cura e allo stesso tempo lasciando liberare la sua energia. Ma è ancora più geniale la scelta di Universal Italia che, per l'edizione italiana, ha scelto di far doppiare i protagonisti del film a dei ragazzi con le stesse specificità dei personaggi. All'anteprima stampa li abbiamo conosciuti, li abbiamo applauditi, abbiamo stretto loro la mano. Non è una scelta di inclusività fine a se stessa, ma una scelta artistica che è perfettamente funzionale al film. Il doppiaggio funziona a meraviglia: non sentiamo voci storpiate, che tentano di imitare quelle degli attori originali, ma delle voci credibili.

Woody Harrelson e un romanzo di formazione al contrario.
Ci sono gli irresistibili ragazzi di Friends, e poi c'è il loro controcampo. Che è Marcus, interpretato da quel Woody Harrelson che ha una faccia che come la vuoi mettere sta bene ovunque. Dal suo punto di vista Campioni è uno di quei "romanzi di formazione al contrario", una di quelle storie in cui un adulto, ancora immaturo, arriva in un posto corredato da cinismo ed egoismo e finisce per essere coinvolto. Uno che dovrebbe insegnare ma non ne ha voglia, e che alla fine non solo insegna qualcosa, ma finisce per imparare ancora di più rispetto a quello che insegna. Marcus è come il Dewey Finn di Jack Black in School Of Rock e il Billy Bob Thornton di Che botte se incontri gli orsi. Non è un caso che siamo due film (nel secondo caso parliamo del remake) girati da Richard Linklater. Ed è proprio al cinema di Linklater, quello più leggero e non quello romantico e filosofico, che somiglia Campioni.

Il senso del cinema che Peter e Bobby Farrelly facevano insieme.
Campioni ha la giusta miscela di commedia e dramma, di corretto e scorretto, di edificante e di spassoso. Ci sono i vecchi fratelli Farrelly e c'è anche un nuovo modo di fare cinema, meno estremo nelle gag, meno teso alla ricerca del politicamente scorretto e del demenziale, che era la loro cifra. Ma che, in fondo, ha lo stesso senso del cinema che Peter e Bobby Farrelly facevano insieme. Dietro alle loro scelte iperboliche, c'era sempre un'attenzione dedicata alla disabilità: pensiamo a Io, me & Irene, Amore a prima svista, Fratelli per la pelle. Qui il discorso sulla diversità è semplicemente più diretto, raccontato con un linguaggio (relativamente) più tradizionale. Insomma, Bobby ci parla in modo nuovo. Ma è sempre uno dei cari Fratelli Farrelly che tanto amiamo.

CONCLUSIONI
Come vi raccontiamo nella recensione di Campioni, Bobby Farrelly si sposta verso un tipo di cinema apparentemente più "maturo", ma mantiene ancora quell'irriverenza dei vecchi Farrelly Brothers, che dentro nascondeva tanta sensibilità. Guitto, ma con un cuore. Quello che i due fratelli, nascosto tra mille gag, hanno sempre avuto.

di Maurizio Ermisino — 31/05/2023 (da https://movieplayer.it/articoli/campioni-recensione-film_29806/)