Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Plan 75 (Plan 75)

 
pic_movie_1660   NUM   1660  
  DATA E CINEMA   2023.05.13 DIAMANTE  
  RASSEGNA   CINEMA D'ESSAI  
 
     
  REGISTA   Chie Hayakawa  
  ATTORI   Chieko Baisho, Hayato Isomura, Stefanie Arianne, Taka Takao, Yumi Kawai, Hisako Ôkata, Kazuyoshi Kushida, Yusaku Mori  
  PRODUTTORE   Dongyu Club, Fusee, Happinet Phantom Studios, Loaded Films, Urban Factory, WOWOW  
  SCENEGGIATORE   Chie Hayakawa  
  COMPOSITORE   Rémi Boubal  
  PAESE   Giappone, Francia, Filippine  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2022  
  DURATA   108 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/plan-75/62486/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Plan 75, film diretto da Chie Hayakawa, è ambientato in Giappone in un futuro prossimo, quando un programma governativo cerca di contenere quella che è ormai un'emergenza nazionale: l'invecchiamento della popolazione. Il governo si deve muovere tra i costi pubblici del welfare e la possibilità data agli anziani di ricorre all'eutanasia, ricevendo in cambio aiuto logistico e finanziario. È così che la scelta tra la vita e la morte diventa più un questione burocratica che etica. Il film segue le storie di Michi (Chieko Baishô), un'anziana signora che cerca come può di tirare avanti; Hiromu (Hayato Isomura), uno dei venditori del programma, infine Maria (Stefanie Arianne), una giovane infermiera di origine filippine.

 

COMMENTO   L'invecchiamento della popolazione è un problema. Non lo è solo in Italia, ma anche in Giappone, e in particolare nel Giappone distopico di Plan 75. Quello di Chie Hayakawa è il più classico dei film a tesi. Un film che parte da un assunto forte, e polemico, e che lo sviluppa mostrando quello che è ovvio mostrare. Tutto è molto chiaro, tutto è molto dichiarato, esplicitato, in Plan 75. Tutto è estremamente leggibile per lo spettatore, che non deve confrontarsi con piani simbolici o traslati, e che è accompagnato nel film da una messa in scena limpida e precisa, minimale, legata (ma non troppo) al cinema di Kore-eda, per fare un esempio di regista noto anche da noi. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
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L’invecchiamento della popolazione è un problema. Non lo è solo in Italia, ma anche in Giappone, e in particolare nel Giappone (agro)dolcemente distopico di Plan 75. Lì l’invecchiamento della popolazione è un problema per una e una sola ragione, che poi, spesso e volentieri, purtroppo è la stessa di tanti ragionamenti politici reali (e quindi addio distopia), che è una ragione puramente economica. Quindi Plan 75 - o meglio, la sua autrice, Chie Hayakawa, qui alla sua opera prima - immagina che la risposta del suo governo a questo problema sia una forma di eutanasia di stato, e incentivata proprio economicamente, dallo stato, che, in parole secche e brutali, più brutali di quelle del film, tolga di mezzo gli anziani che hanno superato i 75 anni di età e che, con spietata coerenza con quello spirito di sacrificio di sé incentivato nella cultura nipponica praticamente da sempre, siano disposti a togliersi dai piedi, e risparmiarsi acciacchi, solitudini, problemi economici.

Ora, quello di Chie Hayakawa è il più classico dei film a tesi.
Un film che parte da un assunto forte, e polemico, e che lo sviluppa mostrando quello che è ovvio mostrare.
La storia del film si incentra sul personaggio di una donna anziana (la leggendaria attrice Chieko Baisho) che accetta di sottoporsi al programma Plan 75, offrendo la prospettiva di chi è in là con gli anni, ma anche di tre personaggi giovani, tutti e tre impegnati nel reclutamento o nella gestione di anziani all’interno del programma. E saranno loro quelli che, in seguito a esperienze personali che li costringeranno o li spingeranno a uscire dalla prospettiva asettica, aziendalista, funzionalista all’interno della quale sono stati indottrinati, per (ri)scoprire il valore del contatto umano, della vita, e quindi l’assurdità del mondo in cui sono finiti per diventare ingranaggi.

Tutto è molto chiaro, tutto è molto dichiarato, esplicitato, in Plan 75. Tutto è estremamente leggibile per lo spettatore, che non deve confrontarsi con piani simbolici o traslati, e che è accompagnato nel film da una messa in scena limpida e precisa, minimale, legata (ma non troppo) al cinema di Kore-eda, per fare un esempio di regista noto anche da noi. Tutto è costruito affinché sia l’umanità a emergere dai piccoli gesti, dagli sguardi, dagli appartamenti disadorni di chi sta per dire addio alle piccole, enormi cose che sono simbolo (quello sì) di un’intera esistenza, e che finiranno in mani estranee, trattate al più come spazzatura o come possibile materiale di riciclo.

Certo, non è che debba arrivare Chie Hayakawa a ricordarci di quanto sia sbagliato, disumano, contrario a ogni senso comune, trattare gli anziani come un ingombro, piazzare dissuasori sulle panchine acciocché dei senza tetto non vi possano dormire, o - più sottilmente - considerare gli stranieri nel nostro paese solo secondo una logica funzionalista al sistema del lavoro. Non doveva arrivare lei, ma ricordarlo - ricordare che le logiche economico-finanziarie che sembrano i nuovi dogmi assoluti del nostro tempo sono spesso e volentieri contro l’umanità e non per l’umanità - non fa certo male.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival