Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 L'ultima notte di Amore (L'ultima notte di Amore)

 
pic_movie_1658   NUM   1658  
  DATA E CINEMA   2023.05.08 KAPPADUE (CINEF 58-20)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Andrea Di Stefano  
  ATTORI   Pierfrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Martin Francisco Montero Baez, Francesco Di Leva, Fifi Wang, Matilde Vigna, Katia Mironova, Carlo Gallo, Fabrizio Rocchi, Chandra Perkins, Mauro Negri, Pang Bo, Camilla Semino Favro  
  PRODUTTORE   Vision Distribution, Indiana Production, MeMo Films, Adler Entertainment  
  SCENEGGIATORE   Andrea Di Stefano  
  COMPOSITORE   Santi Pulvirenti  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Thriller, Noir  
  ANNO   2023  
  DURATA   124 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/l-ultima-notte-di-amore/62016/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   L'ultima notte di Amore, film diretto da Andrea Di Stefano, racconta la storia di un tenente della polizia, Franco Amore (Pierfrancesco Favino), che proprio la sera prima del suo pensionamento si ritrova a indagare su un omicidio. Franco vive a Milano, è innamorato di sua moglie Viviana e per 35 anni ha servito lo Stato con orgoglio e giustizia. Non ha mai sparato a un uomo, ha sempre creduto nell’onestà e l’ha perseguita con integrità. Lui stesso si è sempre autodefinito una persona onesta o che comunque ha sempre ambito di seguire la strada della correttezza, come afferma nel suo discorso di pensionamento.
Fino a quel momento il suo pensiero era rivolto al giorno dopo, a quando avrebbe dovuto salutare tutti con un bel discorso di addio. Ma quella notte, l’ultima di servizio, metterà in discussione tutto. Il suo amico Dino, nonché suo partner da diversi anni, rimane ucciso in una rapina di diamanti. È così che l'ultima notte di Amore si rivelerà essere la più lunga di tutte. Una notte che mette in serio pericolo la sua vita e tutto ciò che conta e ha sempre contato per lui: il lavoro a servizio dello Stato, la moglie Viviana e l'amicizia con Dino. Mentre gli eventi si aggrovigliano in un intricato nodo, l'alba in quel di Milano sembra non arrivare mai.

PANORAMICA SU L'ULTIMA NOTTE DI AMORE
Alla sua terza regia dopo Escobar (2014) e The informer (2019), con L'ultima notte di Amore Andrea Di Stefano realizza la sua prima opera cinematografica italiana, portando sul grande schermo un film, come lui stesso lo definisce, “d’altri tempi”. Non solo per il modo in cui decide di raccontare la vicenda, ma anche per il messaggio che vuole trasmettere: “Un avvertimento a tutti quelli che pensano di tradire la propria natura per il miraggio di una vita migliore. Le scorciatoie morali non sono per tutti, alcuni riescono a farla franca, persone come Franco Amore non sono tagliate per queste soluzioni avventurose” - ha dichiarato.
L’idea è nata dai racconti di alcuni poliziotti che Di Stefano stava frequentando per altri progetti. Dagli incontri, il regista ha raccolto la loro frustrazione, la sconfitta, il non sentirsi riconosciuti da una burocrazia di Stato che spesso premia i più furbi. Nelle loro parole ha rivisto suo padre e i racconti che gli faceva quando era solo un adolescente. Per realizzare il suo poliziesco realistico, si è ispirato alle pellicole di Kurosawa e Hitchcock, osservando a lungo dei veri agenti di polizia nel loro ambiente lavorativo. Quando inizia a scrivere la sceneggiatura ha già un volto in mente, quello di Pierfrancesco Favino: “L’ho sempre osservato a distanza, ho coltivato nel tempo una profonda ammirazione per quello che faceva e per come lo faceva. Ha la grazia di un James Stewart e l'intensità di un Benicio Del Toro” - ha spiegato. Dal canto suo, l’attore era entusiasta di interpretare “uno in cui le persone si possono immedesimare. Mi è piaciuto il fatto che fosse un noir vero e proprio, un "polar", un genere che forse noi abbiamo lasciato negli ultimi anni nelle mani di altre cinematografie”. Sua partner sul set è Linda Caridi (la moglie Viviana), scelta per il ruolo grazie “alla sua gamma espressiva molto ampia, trasversale”. L’attrice ha parlato del rapporto di fiducia che si è creato subito con Di Stefano: È un regista che non ti risparmia la durezza di una critica, ma che è capace anche di meravigliose attestazioni di stima e per me tutto questo è stato di grandissimo stimolo e conforto”. Completano il cast del film Francesco Di Leva, che aveva già lavorato insieme a Favino in Nostalgia (2022) di Mario Martone, e Antonio Gerardi, che ha raccontato la grande sintonia che si è creata durante le riprese: “Andrea è sempre pronto ad aiutarti se qualcosa non va. È deciso e sicuro di quello che vuole, ti fa provare con calma fino a quando non si ritrova davanti una certa sequenza come l'aveva pensata”.

«Ammirando l’umanità dello sguardo di Pierfrancesco Favino mentre sorrideva a Viviana, ho finalmente realizzato che avevo scritto un film su mio padre. È un omaggio a tutte le persone che ambiscono ad essere per bene, come Franco Amore, come mio padre». (Andrea Di Stefano)
 

COMMENTO   Una Milano notturna e ruvida, a metà tra quella di Fernando Di Leo, ma aggiornata al presente, e la Hong Kong di Johnnie To. Un poliziotto onesto alla vigilia della pensione, la difficoltà di arrivare a fine mese, la malavita calabrese e i gangster cinesi. Andrea di Stefano gira un noir produttivamente e visivamente ambizioso, un noir imploso ma anche balistico, attento alle intrecci della trama e alle traiettorie di sentimenti e psicologie. C'è la capacità di gestire i toni, i tempi, i luoghi, i personaggi. Cinema di genere solido e mai ruffiano. Mancava in Italia da un bel po'. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
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Trentacinque anni di servizio senza mai aver sparato a un cristiano, ligio alle regole in maniera fin troppo ossessiva, Franco Amore sta per andare in pensione, e dire addio alla Polizia di Stato. Franco è una brava persona, ed è fiero di esserlo. O di averci provato. Ama la moglie Viviana, scorrazza in giro Cosimo, il di lei cugino, facendogli da scorta per i suoi traffici non proprio ufficiali, per arrotondare uno stipendio che, bastare, basta a malapena. Grazie a Cosimo entra in contatto con il signor Zhang, un ricco uomo d’affari cinese, che lo prende in simpatia e gli offre un lavoro dopo la pensione: quello di sicurezza privata per lui e i suoi soci. Solo che il primo lavoro per Zhang è da fare alla vigilia del pensionamento, quando è ancora nella polizia, e per farlo tocca coinvolgere il collega e amico Dino, e però le cose non vanno come avrebbero dovuto, e a Franco Amore una vita faticosamente costruita in trentacinque anni di onorata carriera rischia di crollare addosso.

E tutto si deve risolvere, sempre che risolvere si possa, in un’ultima frenetica e drammatica notte.

Notturno, ruvido, nervoso. L’ultima notte di Amore non sarà un film originalissimo dal punto di vista della trama (sebbene, Milano così, stretta in una morsa criminale che contrappone emigrati calabresi e immigrati cinesi, in fondo non l’abbiamo mica vista così spesso), ma che sa bene a quali modelli rifarsi e soprattutto sa come gestire il suo racconto, con le immagini, il movimento, le traiettorie delle persone e dei pensieri, con le parole.

Cinema di genere, quello che propone Andrea di Stefano, regista e pure sceneggiatore, qui non attore, che per la prima volta firma una regia in Italia dopo aver diretto oltreoceano Benicio del Toro in Escobar e Clive Owen in The Informer - Tre secondi per sopravvivere. Gira per la prima volta in Italia, ma dopo essere stato tra gli sceneggiatori di Bang Bang Baby, e quell’esperienza lì, nell’Ultima notte di Amore, si ritrova tutta: stessa criminalità calabrese, stessi incroci pericolosi, stesso senso di urgenza per la sopravvivenza. I modelli, però, non sono affatto televisivi. Tutt’altro. Lo sguardo non è televisivo: si pensa e si gira in grande, in tutti i sensi.

Non è solo per Milano che la mente, oltre alla letteratura noir degli Scerbanenco e dei Dazieri, corre a certi film di quel grandissimo regista che è stato Fernando Di Leo, prima ancora che a tanti prodotti hollywoodiani che raccontano storie in fondo simili a questa. Senza contare che a tratti, sarà la presenza dei gangster cinesi, la Milano notturna di di Stefano sembra a tratti la Hong Kong di Johnnie To. Qui poi non ci saranno del Toro o Owen, ma c’è tutta la solidità implosa di Pierfrancesco Favino, che recita sempre sotto pressione, sempre teso, sempre vibrando delle giuste vibrazioni, accento o non accento.

Dura due ore, L’ultima notte di Amore. E a ben vedere, difficile dire che ci sia un minuto di troppo, una scena slabbrata, un dialogo - tra i pochi - portato avanti troppo per le lunghe. Andrea di Stefano sa sempre quando è il momento di tagliare, sa sempre dove sia giusto posare lo sguardo e, cosa ancora più importante, sa sempre quando è arrivato il momento di distoglierlo, questo sguardo, di deviare, di distrarre. Sa come chiudere la sua storia, in maniera - ancora - forse prevedibile (anche perché, come ha detto lo stesso Favino, il suo personaggio non è certo un supereroe), ma gestita con la giusta asciuttezza, e un timing ottimale.

Per dimostrare la capacità di questo film di gestire la sua storia, i suoi personaggi, la sua tensione, basterebbe quella lunga parte, ambientata dentro un tunnel di uno dei tanti tratti della tangenziale di Milano, nella quale Amore torna sul luogo del fattaccio, del suo lavoro per i cinesi andato a ramengo, e deve gestire i colleghi, i sospetti, i cinesi che rivolgliono il maltolto, i procuratori della Repubblica, sua moglie che si vuole mettere in mezzo, il cugino Cosimo e le sue residue speranze di non finire in prigione, o ancora peggio finire ammazzato.

Luci, sguardi, movimenti di macchina, montaggio. Denaro, amore, amicizia. Onore. Funziona. Cinema ambizioso, cinema di genere. Solido e mai ruffiano, che mescola dinamiche esplosive, traiettorie balistiche, sentimenti umani e potenti. Mancava, in Italia, da un po’.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival