Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 La quattordicesima domenica del Tempo ordinario (La quattordicesima domenica del Tempo ordinario)

 
pic_movie_1656   NUM   1656  
  DATA E CINEMA   2023.05.04 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Pupi Avati  
  ATTORI   Camilla Ciraolo, Lodo Guenzi, Nick Russo, Edwige Fenech, Gabriele Lavia, Cesare Bocci, Massimo Lopez, Cesare Cremonini, Jacopo Rampini, Fabrizio Buompastore, Sydne Rome, Anna Safroncik, Patrizia Pellegrino, Pilar Abella, Vincenzo Failla  
  PRODUTTORE   Duea Film, Minerva Pictures con Vision Distribution in collaborazione con Sky  
  SCENEGGIATORE   Pupi Avati  
  COMPOSITORE   Sergio Cammariere, Lucio Gregoretti  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2023  
  DURATA   98 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/la-quattordicesima-domenica-del-tempo-ordinario/62888/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   La quattordicesima domenica del tempo ordinario, film diretto da Pupi Avati, racconta la storia di Samuele Nascetti e Marzio Barreca (Massimo Lopez e Gabriele Lavia), due quindicenni che nella Bologna degli anni '70, mentre sono seduti al tavolino di un chiosco di gelati, prendono una decisione: saranno amici per sempre, per tutta la vita. I due sono accomunati dalla passione per la musica e formano un duo, i Leggenda, con il quale iniziano a esibirsi per i vari teatri parrocchiali.

Un giorno, però, Marzio conosce una sua coetanea bellissima di nome Sandra (Camilla Ciraolo), di cui di innamora perdutamente. Il giovane decide di corteggiarla, determinato a farla innamorare di lui, riuscendo inaspettatamente nell'impresa. Nel frattempo i Leggenda migliorano le loro capacità musicali e riscuotono i primi successi, grazie anche alla partecipazione al Festival delle Voci di Castrocaro, nel quale si classificano quarti. Il loro nome inizia a girare e una loro canzone finisce anche in radio. Marzio e Sandra (Gabriele Lavia ed Edwige Fenech) si sposano e nella vita dei tre tutto sembra filare liscio, fino a quando non si abbatte su di loro un vento ostile e contrario, che spazza tutto via...

PANORAMICA SU LA QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Pupi Avati porta al cinema una storia d’amore senza tempo, di ambizioni giovanili, solitudine e sagge riflessioni. Ed è proprio da una di queste riflessioni che nasce il film, al cui titolo il regista pensa già da quindici anni, quando ha raggiunto la cosiddetta terza età: “La quattordicesima domenica del tempo ordinario secondo l’anno liturgico è quella che segue la Quaresima e anticipa l’Avvento e per me è il giorno in cui mi sono sposato: il 27 giugno 1964. Così ho immaginato una separazione da mia moglie lunga 35 anni, nella reciproca aspettativa di vedere entrambi realizzare i nostri sogni. Ho poi pensato a un nuovo incontro in cui constatavamo quanto questi sogni non fossero andati in porto e quanto fossimo cambiati rispetto ad allora” - ha spiegato il regista. Non c’è molto di autobiografico nella separazione, ma la volontà di raccontare una relazione diversa dalla caducità dei rapporti tipici della società moderna. “Scrivere una storia come questa, mi ha dato modo di verificare quanto l’invecchiare abbia prodotto in me una nostalgia sempre più esplicita nei riguardi di quella figura paterna della quale non avevo avvertito l’assenza per gran parte della mia vita” - ha aggiunto. La scelta del luogo in cui tutto ha inizio non è casuale: un chiosco di gelati in quell’angolo tra via Saragozza e via Audinot, dove trascorreva il tempo con i suoi amici quando era adolescente e che ormai non esiste più da anni (qui è stato ricostruito fedelmente dallo scenografo Marco Dentici). “Credo che questa storia, pur essendo assolutamente universale, mi abbia restituito a quel rapporto con Bologna e la mia gente che al mio cinema probabilmente mancava da troppo tempo” - ha confessato. Per scegliere gli attori, Avati non si serve del catalogo che lo star system nazionale propone e ripropone in tanti titoli: “Abbiamo inventato un mix rischioso ed eccitante, accostando uno degli attori più prestigiosi del nostro teatro classico come Gabriele Lavia a una diva già reginetta delle commedie sexy degli anni’70 e ’80 come Edwige Fenech, dando l’opportunità a due giovani come Lodo Guenzi e Camilla Ciraolo di affrontare dei ruoli da co-protagonisti assoluti”. Lavia (Marzio) torna a lavorare con il regista a distanza di quarant’anni da Zeder (1983): “Eravamo entrambi a Milano per motivi di lavoro, ci siamo incontrati, lui mi ha detto che avrebbe voluto girare un altro film insieme. Poco dopo ho letto e apprezzato la sceneggiatura che mi ha dato e abbiamo iniziato a girare. Mi ricordo soprattutto che faceva molto molto freddo durante le riprese e il clima piacevole del set” - ha raccontato l’attore. Anche la Fenech (Sandra) era felice di far parte di un progetto diverso: “Ero entusiasta che mi si proponesse un ruolo così accattivante, rappresentava qualcosa che aspettavo da tanti anni e che non arrivava mai” - ha detto l’attrice. Con loro a completare il trio c’è Massimo Lopez, nella parte di Samuele da anziano, e Nick Russo, che lo interpreta quando era ragazzo. Guenzi e Ciraolo interpretano la coppia di innamorati da giovane: lui ha dichiarato di sentire la responsabilità di un ruolo particolarmente autobiografico, lei ha raccontato dell’incontro con Avati in accademia e di come lui l’abbia sostenuta sul set con umiltà e “purezza”.

«Credo che condividere la cosiddetta terza età, questa stagione così complicata della propria vita, con qualcuno che ti conosca e che ti stia accanto, possa rappresentare un sollievo non indifferente». (Pupi Avati)

FOCUS SU LA QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Il film è ambientato a Bologna, sia nel presente quando i due protagonisti si ritrovano, sia nel passato quando si incontrano e innamorano per la prima volta. La colonna sonora, in parte originale, li accompagna per tutta la durata della pellicola. Nella storia Marzio e Samuele fondano negli anni Settanta il gruppo musicale “I Leggenda” e incidono “La quattordicesima domenica” scritto da Pupi Avati e da Sergio Cammariere. Quest’ultimo firma le musiche originali insieme a Lucio Gregoretti. “Lavorare con Pupi è stata un’esperienza fondamentale di crescita umana e professionale. Ci siamo conosciuti anni fa in via Margutta, aveva letto alcune mie dichiarazioni su un quotidiano dove esprimevo il desiderio di lavorare con lui. Quel giorno il maestro mi disse che aveva un’idea in mente da sviluppare. Due anni fa mi chiamò per parlarmi di questo nuovo progetto e della canzone che poi è diventata il tema principale del film. Dopo vari tentativi, la svolta è arrivata con la prima quartina di Pupi, che si presentava con un endecasillabo e un quinario: Ovunque nella stanza ci son sogni non realizzati… s’involano lontano nel silenzio terre remote… Era quello che aspettavo, è stato l’incipit per farmi creare una melodia aderente alla metrica dettata da lui. Nello scambio di mail, tra frasi poetiche e mp3 progressivi, in un paio di settimane abbiamo chiuso il componimento lirico ed è nata una canzone, struggente e allo stesso tempo evocativa, che ricorda per certi versi Luigi Tenco” - ha spiegato Cammariere. Per Gregoretti, invece, è la quinta collaborazione con il regista: “Anche questa volta ho avuto conferma del fatto che in questo mestiere non c’è nulla di scontato, e che commetto sempre l’errore di pensare che la consuetudine renda il lavoro via via più semplice, ma non è così. O almeno non lo è con i grandi maestri come Avati per i quali in ogni nuova avventura bisogna inventare tutto da capo” - ha affermato.
 

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