Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Quando (Quando)

 
pic_movie_1650   NUM   1650  
  DATA E CINEMA   2023.04.05 KAPPADUE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Walter Veltroni  
  ATTORI   Neri Marcorè, Valeria Solarino, Fabrizio Ciavoni, Olivia Corsini, Gian Marco Tognazzi, Dharma Mangia Woods, Ninni Bruschetta, Anita Zagaria, Elena Di Cioccio, Carlotta Gamba, Luca Vannuccini, Massimiliano Bruno, Michele Foresta, Stefano Fresi, Andrea Salerno, Luca Vendruscolo, Pierluigi Battista, Renato De Angelis  
  PRODUTTORE   Lumière & Co. e Vision Distribution, in collaborazione con Sky  
  SCENEGGIATORE   Walter Veltroni, Doriana Leondeff, Simone Lenzi  
  COMPOSITORE   Mauro Pagani  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2023  
  DURATA   105 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/quando/62633/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Quando, film diretto da Walter Veltroni, racconta la storia di un uomo, Giovanni (Neri Marcorè), che nell'estate del 1984, mentre si tenevano i funerali di Berlinguer, finisce in coma. La causa è un incidente con l'asta di una bandiera, che gli è caduta tragicamente in testa. Da quel giorno la vita di Giovanni è stata messa in pausa, ma dopo 31 anni i suoi occhi si aprono e l'uomo si risveglia finalmente dal suo profondo sonno. Per lui è come nascere una seconda volta, risvegliandosi nei panni di un adulto in un mondo che è radicalmente cambiato.

Tutto ciò che un tempo conosceva ora è diverso, a partire dalla sua famiglia fino al suo partito. Giovanni guarda il mondo con gli occhi di un bambino di cinquanta anni e proprio come un neonato deve imparare a muoversi e a capire cosa lo circonda. Ma in questo viaggio alla scoperta del mondo, Giovanni non sarà solo e imparerà ad affrontare questo presente a lui così sconosciuto e un lontano passato che prontamente si ripresenterà.
 

COMMENTO   E' un film pieno di tenerezza Quando, a cominciare dal suo protagonista, che si risveglia dal coma dopo 31 anni e trova il mondo molto cambiato. Invece di sfruttare questa premessa per fare della facile comicità o giocare all'operazione nostalgia, Veltroni rimpiange sì il grande padre Berlinguer ma ci fa capire che il meglio deve ancora venire e che la risposta è nei rapporti umani. La dolcezza dei personaggi trova espressione nella recitazione di Valeria Solarino e Neri Marcoré, entrambi mai sopra le righe. (Carola Proto - Comingsoon.it)
________________________________

Ci sono diversi modi per raccontare la storia di un uomo che si risveglia da un coma durato 31 anni, e fra questi ci viene subito in mente la commedia, tanto più se, prima di riaprire gli occhi, il nostro povero dormiglione si mette a cantare a squarciagola L’Internazionale. Walter Veltroni, inizialmente, sceglie il divertimento, prendendo anche un po' in giro i "compagni" di alcuni decenni fa, ma decide di seguire un altro percorso, che va nella direzione della favola poetica e talvolta del dramma o meglio dell'amarezza, perché ritrovarsi oltre la metà del cammin di nostra vita significa capire che la giovinezza è ormai lontana e che magari i nostri genitori non ci sono più.

Per Giovanni non esiste più nemmeno il Partito con la P maiuscola, vale a dire il PCI, che riuniva nelle sue fila persone che la pensavano tutte nello stesso modo e che erano convinte che insieme avrebbero cambiato il mondo. Ma non equivochiamo, perché l'adattamento cinematografico dell’omonimo libro, scritto sempre dall'ex sindaco di Roma, non ha come ipotetico sottotitolo la frase "prima si stava meglio", ma "il meglio deve ancora venire”, e prima di noi è stato il protagonista del film a dirlo, perché meglio di chiunque altro Neri Marcorè ha compreso che Quando è la storia di una rinascita, di uno sguardo nuovo sul mondo: quello di un ragazzo di 18 anni che non è stato guastato dal cinismo e dall’arrivismo degli adulti e che quindi conserva una sua purezza. Non poteva essere altrimenti, dal momento che l'ultimo ricordo di quello studente di terza liceo è una bandiera sorretta orgogliosamente nel giorno dei funerali di Enrico Berlinguer.

Per Veltroni è sempre stato Enrico Berlinguer il grande padre, fin dal suo esordio dietro alla macchina da presa, e di padri, reali o adottivi, ce ne sono diversi nel film, oltre a una mamma che no parla ma capisce e a una suora che accudisce Giovanni. Anche lei ha una grande profondità d’animo e una difficoltà a interagire con gli altri che l’ha fatta avvicinare a Dio, che la ama di un amore sincero e disinteressato. Del piccolo gruppo di outcast fa parte infine un ragazzo paffutello di nome Leo affetto da mutismo selettivo. Forse Giulia e Leo sono gli angeli di Quando, creature del Signore imperfette e forse troppo sensibili che hanno il grande dono dell’empatia e la capacità di accudimento. Non che gli altri personaggi del film siano cattivi o negativi, perché c’è sempre grande pietas in Quando, e l’amicizia è un bagliore dorato, che illumina la via da prendere e che ancora una volta, per Veltroni, è un antidoto a quel dolore senza il quale non sarebbe possibile nessuna rinascita.

Giovanni fa un po’ fatica ad adeguarsi al 2015 e ai molteplici cambiamenti che hanno investito il nostro paese, ma da uomo di ingegno capisce che bisogna distinguere fra ideologia e ideale, perché l’ideologia non ha fatto fare un passo avanti all’Italia, mentre gli ideali, almeno per un piccolo gruppo di “compagni”, sono rimasti intatti. In un mondo dove comunque il muro di Berlino è stato buttato giù, c’è tanto da imparare. Il regista si permette di avvertirci che lo si può fare solo se si ha una mente aperta e si resta sempre un po’ bambini. Giovanni, che dice che le automobili contemporanee sono simili a delle astronavi, non ha perso l’incanto della fanciullezza e non appartiene al cosiddetto “tempo della testa all’ingiù”, che è quello in cui gli esseri umani hanno lo sguardo rivolto in basso, in direzione dei loro cellulari. Il personaggio conserva infatti due doti che lo aiutano a guardare con curiosità ciò che gli accade intorno: l’ironia e l’autoironia. In questo romanzo di formazione oltre tempo massimo Giovanni si permette di intonare “Bella ciao” in una trattoria romana insieme a Giulia (una bravissima Valeria Solarino), ma resta fermamente convinto che gli capiteranno solo cose belle. Per questo ci sentiamo di poter dire che Walter Veltroni non gioca all'operazione nostalgia.

Non procede a ritmo indiavolato Quando, anzi si prende delle pause di riflessione, durante le quali la dolcezza del personaggio di Marcorè ci contagia e provoca, suo malgrado, uno struggimento, perché nel nostro presente tutto diventa sempre più difficile e tutti ci sentiamo smarriti, a cominciare da Veltroni, che ama definire Giovanni il suo Antoine Doinel, forse perché anche lui fa un po’ fatica ad adeguarsi al cambiamento, che non coincide soltanto con il Covid, e tende a non vedere sempre la luce infondo al tunnel. Rimasto anche lui orfano di Berlinguer, sceglie di fare un cinema delicato, che individua la risposta ai mali moderni nella capacità di costruire rapporti umani importanti. Perché, anche se suona un po’ buonista, solo trovando un canale di comunicazione con l'altro è possibile rialzare la testa, per poi stringersi la mano e riscoprire il piacere di stare insieme.

di Carola Proto
Giornalista specializzata in interviste
Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali