Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Non così vicino (A man called Otto)

 
pic_movie_1649   NUM   1649  
  DATA E CINEMA   2023.04.03 FIUME (CINEF 58-18)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Marc Forster  
  ATTORI   Tom Hanks, Rachel Keller, Manuel Garcia-Rulfo, Mariana Treviño, Cameron Britton, Juanita Jennings, Peter Lawson Jones, Lavel Schley, Mike Birbiglia  
  PRODUTTORE   2DUX², Playtone, SF Productions, SF Studios, STX Entertainment, Sony Pictures Entertainment  
  SCENEGGIATORE   David Magee  
  COMPOSITORE   Thomas Newman  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2023  
  DURATA   126 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/non-cosi-vicino/61795/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Non Così Vicino, il film diretto da Marc Forster, racconta la storia di Otto (Tom Hanks), un uomo vedevo e in pensione dal carattere rigido e facilmente irritabile. A causa del suo temperamento tiene sotto scacco l'intero vicinato, costringendo tutti a seguire le sue severe regole. In verità, l'uomo non ha più interesse nella vita da quando ha perso sua moglie, ritirandosi a vivere in solitaria e lontano da ogni contatto umano positivo.

Quando si trasferisce di fronte la sua casa una famiglia composta dai due genitori e due bambine, nonostante sia restio, ben presto fa la conoscenza dei suoi nuovi vicini. Otto stringe con loro un forte legame di amicizia, fino a ritrovarsi sempre più coinvolto nelle loro vite. Il burbero aiuterà i vari componenti della famiglia a superare le loro sfide quotidiane, cosa che lo porterà con il tempo a cambiare. Sebbene sia restio ad abbandonare le sue vecchie abitudini si rivelerà arduo, Otto si renderà conto che aiutare gli altri non è poi così male.

PANORAMICA SU NON COSÌ VICINO
Tratto da un libro (L’uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrik Backman) e remake della pellicola svedese (Mr. Ove di Hannes Holm), il film Non Così Vicino vede protagonista un anziano Tom Hanks palesemente misantropo e arrabbiato col mondo. Sebbene tutti pensino il contrario, l’attore ha dichiarato di avere molte cose in comune con il protagonista Otto, come per esempio la diffidenza. Anche il nervosismo tipico di chiunque si trovi ad affrontare un evento fastidioso nel quotidiano, come rimanere bloccati nel traffico, fa parte di lui.

Sul set per la prima volta insieme a suo figlio Truman Hanks, al suo esordio cinematografico, che qui interpreta la versione giovane del suo personaggio. A sceglierlo per il ruolo sarebbe stato proprio Marc Forster, il regista, che ha pensato di approfittare della grande somiglianza tra i due. Hanks senior ha confessato di aver preso la notizia del suo ingaggio con una certa agitazione, ma al tempo stesso era consapevole che se la sarebbe cavata da solo. Completano il cast del film Mariana Treviño e Manuel Garcia-Rulfo, nella parte di una coppia di immigrati che si trasferisce vicino a Otto sconvolgendo completamente la sua routine. L’attrice ha sottolineato l’importanza della provenienza latina sia per il carattere espansivo del suo personaggio sia per la condivisione della sua identità. I due attori avevano già lavorato insieme in Tales of An Immoral Couple (2016) e Perfect Strangers (2018), entrambi diretti da Manolo Caro. Torna la collaborazione tra Marc Forster e lo sceneggiatore David Magee, che avevano già lavorato insieme in Neverland - Un sogno per la vita (2004).

«Vorrei aver vissuto una vita in cui le persone mi temessero davvero. Ho cercato di mostrarmi, tipo, arrabbiato. Non lo so, faccio solo ridere tutti» (Tom Hanks).
 

COMMENTO   È pieno di sfumature Non così vicino, e di mutamenti sottili, che Marc Forster cattura con la sua macchina da presa e restituisce con delicatezza. Il suo film non è mai consolatorio, non cerca la commozione o l'happy ending, perché il protagonista indosserà pure (in una foto) un costume da coniglio rosa shocking, ma lacera il cuore quando ripensa al passato e a una vita che non è stata idillio ma ha portato sofferenza e ingiustizie. Forster ci costringe a guardare, per l'intera durata di Non così vicino, la fragilità, più fisica che emotiva, di Otto, non a caso interpretato da un Tom Hanks magro, quasi gracile, che scompare nel completo blu che indossa ogni volta che prova a farla finita. (Carola Proto - Comingsoon.it)
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In oltre quarant'anni di carriera, Tom Hanks ha più volte attraversato la storia americana, e i suoi personaggi, chi più chi meno, hanno spesso acchiappato per la coda il sogno americano, a cominciare dall'everyman per antonomasia Forrest Gump, che ha saputo dimostrare che, con tanta buona volontà, un po’ di generosità e un pizzico di fortuna, si può addirittura cambiare il corso della storia con la S maiuscola e raggiungere quella felicità che, ancora un paio di decenni fa, consisteva nell'avere un lavoro ben retribuito, una casetta con veranda in un quartiere residenziale, magari una moglie graziosa e dei figli da accudire. Altre volte Hanks ha dato corpo alle contraddizioni del paese dove è nato e che, pur essendo la culla della democrazia, ha esaltato i vincenti e rigettato i perdenti o gli outsider come fossero corpi estranei, anche se questi corpi estranei ascoltavano le arie di Maria Callas o si prendevano a cuore il destino di un equipaggio navale o di un aereo in caduta libera.

Hanks "espressione da buono" ci ha provato a fare il cattivo, ma ha spiazzato il suo pubblico, che a torto non lo ha ritenuto adatto, per citare un caso, a fare il gangster in Era mio padre e lo ha apprezzato in particolare nelle vicende di una moltitudine di eroi per caso, salvo poi rispolverare le vecchie perplessità di fronte al luciferino, pingue e sudaticcio Colonnello Tom Parker di Elvis, uno dei suoi ruoli più recenti. E il signor Otto di Non così vicino come si può classificare? E a quale dei suoi personaggi del passato si può accostare? Probabilmente a nessuno. Versione edulcorata del Walt Kowalski di Gran Torino, che addirittura ringhiava, O-T-T-O non tradisce la sua natura di reinvenzione di un personaggio svedese e costituisce quasi un unicum nella carriera di un attore che sempre più somiglia a Spencer Tracy, non fisicamente ma per il suo specialissimo posto nel cuore degli abitanti degli States.

Qui, e forse per la prima volta, Tom Hanks è misantropo quasi come Scrooge di Canto di Natale e furioso con la vita, che gli ha portato via la donna che ha dato un senso a un'esistenza altrimenti grigia e monotona. Come l'anziano Carl Fredricksen di Up, Otto ha messo al centro del suo universo emotivo una moglie adorabile e intelligente, come facevano i nostri nonni e forse i nostri padri, e adesso è solo, solo e rancoroso, e ogni mattina fa la sua ronda per il quartiere e aggredisce verbalmente tutti coloro che infrangono le regole, a cominciare da chi non fa la raccolta differenziata e non rispetta la proprietà privata. Per Otto, naturalmente, la disciplina è un rifugio, ma la sua intenzione e insieme il suo desiderio più grande è suicidarsi, in modo da raggiungere la moglie in cielo, e non solo perché senza di lei nulla ha più senso, ma anche perché il sogno americano di cui sopra è andato in frantumi, bombardato dai rumori molesti, guastato dal pressappochismo, cancellato da un politicamente corretto di facciata, vilipeso dall'omofobia e dalla maleducazione, reinterpretato alla luce di un suprematismo bianco nemmeno troppo nascosto che si esprime nella gentrificazione, in un sistema sanitario assurdo e nella stolida resistenza alle richieste di aiuto dei più bisognosi.

In fondo Otto non ha tutti i torti nel desiderare di passare a miglior vita, ma il destino non è dalla sua, e l’arrivo di una chiassosa famiglia di messicani che hanno affittato la casa di fronte lo costringe a tirare fuori una tenerezza che sembrava svanita. Hanks, nel corso del film, si avvicina sempre di più all'attore che abbiamo visto in una serie di feel-good movie che per alcuni restano le sue prove recitative migliori, ma il suo iniziale odio cosmico lo rende molto diverso, per esempio, dal Viktor Navorski di The Terminal e meno ingenuo, e il suo senso di superiorità, che nasce dalla consapevolezza di avere più neuroni della maggior parte delle persone che gli si parano dinnanzi, gli fa guadagnare punti. Per Otto il globo terracqueo è un serbatoio di idioti, perché idiota è chi non distingue un cacciavite a stella da un cacciavite piatto, chi non sa aggiustare un elettrodomestico o chi non tiene in ordine il garage, e il nostro non cambia ide neppure quando un tornado si abbatte sulla sua quotidianità scandita da piccoli e confortanti rituali, e il tornado è Marisol (Mariana Treviño Ortiz), la madre della già citata famiglia messicana, una donna pratica e dotata di buon senso e straordinariamente intelligente. Forse è un cliché attribuire a un individuo che viene dall'America centrale un calore umano che lo statunitense purosangue non ha, ma è vero che chi è nato fra le difficoltà e ha avuto soltanto le briciole dell'american dream ha imparato a riconoscere le anime inquiete, anche se Otto, più che inquieto è molto triste, solo che e ha imparato a trasformare la malinconia in rabbia. Otto, in fondo in fondo, desidera trovare il suo posto nel mondo, ed è sorprendente che ci riesca veramente solo quando ha perso l'affetto più grande.

È pieno di sfumature Non così vicino, e di mutamenti sottili, che Marc Forster cattura con la sua macchina da presa e restituisce con delicatezza. Il suo film non è mai consolatorio, non cerca la commozione o l'happy ending, perché il protagonista indosserà pure (in una foto) un costume da coniglio rosa shocking, ma lacera il cuore quando ripensa al passato e a una vita che non è stata idillio ma ha portato sofferenza e ingiustizie. Forster ci costringe a guardare, per l'intera durata di Non così vicino, la fragilità, più fisica che emotiva, di Otto, non a caso interpretato da un Tom Hanks magro, quasi gracile, che scompare nel completo blu che indossa ogni volta che prova a farla finita. Otto, se ci pensiamo, non è poi così lontano dal personaggio interpretato da Ricky Gervais in After Life o da Jason Segel in Shrinking, ed è bello che il cinema e le serie tv si soffermino sempre più di frequente sulla fragilità degli uomini, su maschi non Alfa che si realizzano nella condivisione di grandi e piccole cose con una donna che non è né una fanciulla rinchiusa in una torre da salvare né "la Capitana Nemo che fa l'amore a tempo" paventata da Roberto Vecchioni in "Voglio una donna", ma una creatura dolce, solare ed empatica.

È spaventosa la velocità con cui la società si sta modificando. Gli equilibri di coppia stanno mutando, l'idea stessa di felicità sta mutando. Vogliamo sempre di più e vogliamo tutto subito, e desideriamo cambiare partner come si cambia un paio di scarpe. Non Otto, no lui no, e persone così sono preziose. Bisognerebbe avvicinarsi a loro, quando abbiamo la fortuna di trovarle, per abbattere il muro che hanno alzato ma che è fragile come una delle casette dei tre porcellini. Se poi gli Otto di questo mondo hanno occhi che sono due torrenti d'acqua chiara come Tom Hanks, tanto meglio. Non è perfetto Non così vicino, e a tratti è discontinuo, ma non è ingenuo, non è ricattatorio né tantomeno catartico. È semplicemente vero: vero come il dolore di una perdita, l'antipatia di un individuo stupido o la povertà di un pugno di immigrati.

di Carola Proto
Giornalista specializzata in interviste
Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali