Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 The Quiet Girl (An Cailín Ciúin)

 
pic_movie_1644   NUM   1644  
  DATA E CINEMA   2023.03.21 FIUME (CINEF 58-16)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Colm Bairéad  
  ATTORI   Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennett, Michael Patric, Kate Nic Chonaonaigh, Joan Sheehy, Tara Faughnan, Neans Nic Dhonncha, Eabha Ni Chonaola, Carolyn Bracken  
  PRODUTTORE   Inscéal, Broadcasting Authority of Ireland, Fís Éireann/Screen, TG4  
  SCENEGGIATORE   Colm Bairéad  
  COMPOSITORE   Stephen Rennicks  
  PAESE   Irlanda  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2022  
  DURATA   94 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/the-quiet-girl/62113/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   TRAMA THE QUIET GIRL
The Quiet Girl, il film diretto da Colm Bairéad, è ambientato nell'Irlanda rurale del 1981 e racconta la storia di Cáit (Catherine Clinch), una tranquilla bambina di nove anni, che proviene da una famiglia problematica, povera, con molti figli e in attesa di un altro bambino. Data la situazione, i genitori decidono di allontanarla durante l'estate e affidarla a una coppia di lontani parenti, Seán e Eibhlín (Andrew Bennett e Carrie Crowley) Kinsella. Cáit non ha mai incontrato la coppia prima di quel momento, non sa quando e né se mai farà ritorno a casa, perché con sé non ha portato nulla, a parte l'abito che indossa. I Kinsella sono una coppia di mezza età, che vivono in campagna e conducono una vita dignitosa, che accettando di prendersi cura di Cáit, donandole diversi vestiti e trattandola con premura. Inizialmente la giovane si avvicina più a Eibhlín, che sin da subito l'accoglie calorosamente, a differenza di Seán, che sembra più schivo nei suoi confronti, ma col tempo anche il rapporto tra lui e Cáit si distende. Insieme ai due, la ragazza sboccia scoprendo un nuovo modo di vivere. Eppure, nella sua nuova casa, dove riceve molto affetto e non ci dovrebbe essere alcun segreto, Cáit ne scopre uno...

PANORAMICA SU THE QUIET GIRL
Ambientato nell’Irlanda rurale dei primi anni ’80, The Quiet Girl è un film commovente, poetico, quasi lirico. Colm Bairéad, al suo esordio alla regia cinematografica di un lungometraggio, ha deciso di portare al cinema il racconto della scrittrice Claire Keegan ("Foster”) dopo aver sentito una forte connessione con la storia.
Candidato agli Oscar 2023 come miglior film internazionale, affronta il tema della famiglia disfunzionale e più in generale del maltrattamento dei bambini. Il regista era interessato soprattutto a capire come fosse cambiata la genitorialità in Irlanda. “Nel 1981 eravamo alle soglie di un'Irlanda moderna, ma ancora molto cattolica e socialmente conservatrice. I bambini sono stati visti e non ascoltati. I miei genitori erano più liberali” - ha raccontato.
Per Bairéad non è stato facile trovare l’attrice giusta per la parte della protagonista, perché serviva qualcuno di talento e che avesse il giusto accento irlandese. Così per velocizzare i tempi ha chiesto alle scuole locali di inviare materiale e tra i numerosi filmati, quello di Catherine Clinch, per il ruolo di Cáit, lo ha fortemente colpito. “C’era una sorta di interiorità nella sua performance - ha spiegato il regista - che era perfetta per il personaggio. È stato una specie di miracolo”. Sulla scelta di Carrie Crowley (Eibhlín), invece, non ci sono state esitazioni; Andrew Bennett, per Bairéad, aveva la giusta morbidezza che si addiceva al carattere di Seán.

«Siamo nella lista delle lingue a rischio di estinzione dell'Unesco. Lavorare nel cinema in lingua irlandese è una sfida. È la nostra lingua ufficiale, ma sfortunatamente non è molto parlata. Il luogo che vedete nel film, dove vive la famiglia, è una piccola parte rurale dell'Irlanda sudorientale, dove c'è un'area in cui la gente parla irlandese ogni giorno». (Colm Bairéad)
 

COMMENTO   Opera prima, candidata all'Oscar 2023 come miglior film internazionale, stupisce e coinvolge per la sensibilità, la naturalezza e la profondità con cui racconta, attraverso la storia di una ragazzina, sentimenti universali umani come il dolore e l'amore, l'incomprensione e l'accettazione, il trauma e la guarigione, sullo sfondo dei paesaggi da favola dell'Irlanda rurale. Con una piccola, straordinaria protagonista che è impossibile non amare. (Daniela Catelli - Comingsoon.it)
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Ci sono dei film così delicati, intensi e profumati di vita, che a vederli te ne innamori. Film che lasciano parlare il silenzio e il pudore dei sentimenti senza l'ansia di riempire i vuoti, che creano un linguaggio visivo cui corrisponde un paesaggio intimo. The Quiet Girl, film irlandese recitato, tranne poche battute in inglese, in gaelico nella versione originale, candidato all'Oscar come miglior film internazionale e vincitore di numerosi premi, è uno di questi, un'opera prima sorprendente e matura che richiede uno sguardo (e un ascolto) diversi da quelli a cui il cinema contemporaneo, spesso riempito di inutili parole e rumori, ci ha abituato. La ragazzina del titolo, Càit, ha 10 anni ed è, appunto, quiet, cioè al tempo stesso tranquilla e silenziosa, una presenza distaccata e anomala in una famiglia (troppo) numerosa e disfunzionale nell'Irlanda rurale del 1981. La giovane madre è sfinita dai troppi parti e il padre è una figura per lo più assente e percepito come ostile. A scuola, Càit stenta nella lettura e non ha amici, a casa è testimone muta dei rapporti tesi tra i genitori, che in attesa del sesto figlio decidono di mandarla a passare l'estate, prima del parto, nella fattoria di una coppia di distanti cugini di mezza età. È naturale che la scelta ricada su di lei, la minore delle sorelle e quella con cui i suoi non sanno come rapportarsi, la “stramba” della famiglia. Da questo esilio estivo, inizialmente subìto passivamente come tutto ciò che la riguarda, Càit imparerà molte cose su se stessa e sull'affetto che non ha trovato in famiglia e che scopre dove meno se lo aspettava. Fino a quando arriva per lei, inevitabile, il giorno del ritorno “a casa”.

Senza rivelare inutilmente particolari della trama che è giusto lo spettatore scopra da solo, The Quiet Girl intesse sulla tela della tipica storia di maturazione (quella che gli anglosassoni chiamano coming of age story) un luminoso e colorato arazzo dove si alternano luci e ombre e il paesaggio naturale che circonda Càit nasconde insidie ignote, al cui centro c'è un pozzo che, come nelle favole, ha in sé il segreto della vita e della morte. Coinvolta subito dai suoi affidatari (“Foster”, in affido, è il titolo del breve romanzo di Claire Keegan, meno di 100 pagine, da cui il film è tratto) nei compiti quotidiani della fattoria, rivestita di abiti maschili di cui non si chiede la provenienza, la bambina fiorisce in una giovane donna, felice nelle corse, cronometrate, per ritirare la posta, libera di essere se stessa senza venire giudicata, amata per quello che è. In questo breve periodo scopre anche che ci sono segreti che sono tali non per vergogna ma per dolore e si confronta anche con la perdita e la paura di coloro che l'hanno accolta a braccia aperte e con la malignità di persone che provano una specie di perverso piacere nell'affondare il dito nelle piaghe altrui.

Il regista Colm Bairéad sfrutta magistralmente (complice il reparto sonoro, la splendida fotografia di Kate McCullough e le musiche di Stephen Rennicks) le contrapposizioni visive del film: gli interni soffocanti e la selvaggia natura attorno alla casa della famiglia di Càit contro l'operosità e la luminosità della campagna produttiva e amata dei suoi ospiti, la vita animale contro l'animalità della vita umana, l'apertura contro la chiusura. The Quiet Girl è raccontato in modo così naturale che ci si dimentica quasi di assistere ad un film e a una storia immaginaria e non a una tranche de vie. Sono perfetti perfetti Carrie Crawley e Andrew Bennett nel ruolo dei parenti affidatari, ma è la radiosa bellezza ed espressività della dodicenne Catherine Clinch, che interpreta Càit, a guidarci in una storia che parla anche di noi, di quel momento nella nostra infanzia in cui un evento (un dolore, una gioia) ci ha trasformato da bambini ad adulti. È con lei che corriamo a perdifiato, con lei che ci identifichiamo, fino a lasciarla in un finale esemplare che ci commuove e lascia con la voglia di sapere cosa avverrà dopo ma con la certezza che la scoperta dell'amore sincero ha cambiato per sempre la sua vita e la sua percezione del mondo.

di Daniela Catelli
Saggista traduttrice e critico cinematografico
Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità