Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 The Whale (The Whale)

 
pic_movie_1635   NUM   1635  
  DATA E CINEMA   2023.03.01 KAPPADUE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Darren Aronofsky  
  ATTORI   Brendan Fraser, Sadie Sink, Samantha Morton, Ty Simpkins, Hong Chau, Huck Milner, Sathya Sridharan  
  PRODUTTORE   A24 e Protozoa Pictures  
  SCENEGGIATORE   Samuel D. Hunter  
  COMPOSITORE   Rob Simonsen  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2022  
  DURATA   117 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/the-whale/62177/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   The Whale, il film diretto da Darren Aronofsky, racconta la storia di Charlie (Brendan Fraser), un professore d'inglese che soffre di grave obesità e vive recluso in casa. L'uomo tiene corsi universitari di scrittura online, tenendo sempre la webcam spenta. Charlie ha perso ogni rapporto con il mondo esterno, compreso il legame con la figlia adolescente, Ellie (Sadie Sink), che no vede da diversi anni. L'unica persona che Charlie frequenta è Liz (Hong Chau), l'infermiera che lo aiuta con le medicazioni e le cure.

Dopo una diagnosi che attesta che a Charlie resta poco tempo da vivere, 'uomo decide di riallacciare i rapporti con la figlia, per cercare un'ultima possibilità di riscatto. Nel frattempo nella sua vita entra anche Thomas (Ty Simpkins), un giovane membro della New Life Church che tenta di evangelizzarlo. La presenza di nuove persone - e soprattutto di Ellie - nella vita di Charlie porterà l'uomo a scavare nei propri ricordi e nei traumi che lo hanno portato a essere chi è oggi.

PANORAMICA SU THE WHALE
Darren Aronofsky torna al cinema dopo cinque anni con The Whale, conquistando il pubblico al botteghino e aggiudicandosi ben tre candidature agli Oscar 2023. Quando Brendan Fraser, protagonista del film, ha saputo della nomination come Miglior attore, si è detto entusiasta e grato, riconoscendo il grande lavoro di Adrien Morot per il make-up (anche lui in lizza agli Academy Awards). Il regista ha raccontato di aver impiegato quasi dieci anni per trovare la persona adatta al ruolo. Poi quando gli è venuto in mente il nome di Fraser e insieme hanno letto la sceneggiatura, ha pensato: “Ok, abbiamo trovato il nostro Charlie!”.

L’attore interpreta un professore di inglese obeso, di 272 chilogrammi. Durante le riprese ha dovuto indossare protesi e un body piuttosto scomodo: tutto il costume pesava circa 130 chili (anche per questo nel film è seduto la maggior parte del tempo). Hong Chau, che nella pellicola interpreta Liz, è in gara per gli Oscar come attrice non protagonista. Completa il cast del film Sadie Sink, noto volto di Stranger Things, che ha ricevuto il copione prima del covid, rimanendone entusiasta. Poi con lo scoppio della pandemia tutto si è fermato per oltre un anno, fino al febbraio del 2021, quando Aronofsky l’ha chiamata per offrirle la parte. Il regista ha scelto per la realizzazione del film alcuni professionisti con cui aveva collaborato già in lavori precendenti: il montatore Andrew Weisblum (Il cigno nero) e il direttore della fotografia Matthew Libatique (Madre!).

«Non avrei questa nomination senza Darren Aronofsky, Samuel D Hunter, A24, e l'incredibile cast e troupe che mi hanno dato il dono di Charlie. Un dono che certamente non mi aspettavo, ma che ha profondamente cambiato la mia vita. Grazie.» (Brendan Fraser).
 

COMMENTO   Non ci va troppo per il sottile nel delineare i personaggi, Darren Aronofsky, ma soprattutto nell’alimentare le loro idiosincrasie e procrastinarle senza speranza. Charlie è un super eroe della bontà, vuole lasciare il mondo migliore di come l’ha trovato, come direbbe Baden Powell. Come in The Wrestler, Aronofsky recupera un corpo malandato, un’icona del cinema ormai trascurata da Hollywood. Se all'epoca era il maledettismo di Mickey Rourke, questa volta il profilo è quello di Brendan Fraser, già beniamino da blockbuster (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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La mente umana funziona in maniera misteriosa, e talvolta trascina con sé il corpo. Quella di Charlie è una reclusione forzata, un’espiazione e un martirio. Si sta lasciando morire, sotto il peso di colpe e ostilità di una famiglia che ha rotto i rapporti con lui. Il tempo passa sempre più in fretta, ne manca sempre meno per riconciliarsi in particolare con la figlia adolescente che ha lasciato otto anni prima, quando un amore assoluto l’ha portato a separarsi dall’oggi al domani dalla moglie, e da lei.

Adattamento di una pièce dell’autore americano Samuel D. Hunter, The Whale mette presto in chiaro i personaggi, le metafore esibite e la ricerca disperata di redenzione, cercando insistentemente di fare del suo protagonista un veicolo di luce, nutrendolo sempre di più della missione finale di fare del bene. La balena del titolo rimanda (anche) a Herman Melville e a Moby Dick, la vera passione di Charlie, la (unica) storia in comune con la figlia Ellie. Insegna letteratura online, vive recluso, e di fatto il suo lavoro si limita a chiedere e correggere dei temi in cui aprirsi con sincerità su romanzi e scrittori, ma soprattutto su sé stessi. Una specie di medico dell’anima, in missione, che rappresenta una forma di emarginazione sociale raramente raccontata come l’obesità grave. Il giudizio è spesso implacabile, le occhiate di disapprovazione, se non di raccapriccio.

“Ti faccio schifo”; dice a un certo punto Charlie, di cui nella prima parte di The Whale ci vengono illustrate tutte le dinamiche quotidiane, dalla maniera con cui ordina le pizze e se le fa consegnare alla sistemazione per la notte, passando per le apparizioni della sola figura empatica che riempie la sua vita, l’unico angelo di Charlie, amica e infermiera che ne controlla il deterioramento del quadro clinico, cercando disperatamente di convincerlo a ricoverarsi. Ma lui non vuole, usa la scusa dell’impossibilità di pagare le cure, ma è chiaro che punta al sacrificio estremo. Arriva poi un giovane missionario, con l’irruzione anche della moglie, ma soprattutto della figlia con cui tenta di riconciliarsi. È questo il viaggio, l’odissea che lo vede impegnato ostinatamente, come diventa sempre più chiaro, ormai da anni. Chi salva una vita salva il mondo intero, e Charlie intende il suo martirio in maniera sempre più spirituale. L’obesità, la voracità alimentare non è una dipendenza da superare, ma da abbracciare come forma di sacrificio ultimo per salvare l’umanità.

Non ci va troppo per il sottile nel delineare i personaggi, Darren Aronofsky, ma soprattutto nell’alimentare le loro idiosincrasie e procrastinarle senza speranza. Charlie è un super eroe della bontà, vuole lasciare il mondo migliore di come l’ha trovato, come direbbe Baden Powell. Come in The Wrestler, Aronofsky recupera un corpo malandato, un’icona del cinema ormai trascurata da Hollywood. Se all'epoca era il maledettismo di Mickey Rourke, questa volta il profilo è quello di Brendan Fraser, già beniamino da blockbuster. Il corpo è il terreno di battaglia per comunicare una rinascita. Aronofsky sa come mettere in scena parabole, un mondo che cattura, alcuni personaggi di contorno colpiscono, ma cade sotto il peso di una commozione indotta troppo manifesta, di uno sviluppo monodimensionale di personaggi dalle premesse intriganti.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito