Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Romantiche (Romantiche)

 
pic_movie_1634   NUM   1634  
  DATA E CINEMA   2023.02.25 DIAMANTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Pilar Fogliati  
  ATTORI   Pilar Fogliati, Barbora Bobulova, Levante, Diane Fleri, Giovanni Toscano, Ibrahim Keshk, Emanuele Propizio, Giovanni Anzaldo, Rodolfo Laganà, Edoardo Purgatori, Maria Chiara Centorami, Lorenzo Parrotto, Laura Martinelli, Maria Giulia Toscano, Ubaldo Pantani  
  PRODUTTORE   Indiana Production e Vision Distribution in collaborazione con Sky, Prime Video, OGI Film  
  SCENEGGIATORE   Giovanni Veronesi, Giovanni Nasta, Pilar Fogliati  
  COMPOSITORE   Levante  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2023  
  DURATA   108 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/romantiche/61625/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Romantiche, è il film diretto e interpretato da Pilar Fogliati. Racconta la storia di quattro giovani ragazze, che vivono a Roma e nei dintorni e che sono molto diverse tra loro. Eugenia Praticò è un'aspirante sceneggiatrice, che ha abbandonato Palermo per inseguire il suo sogno, seppur sia difficile realizzarlo. Uvetta Budini è un'aristocratica che vive nel centro storico e riesce a entrare nel mondo del lavoro. Michela Trezza è in procinto di sposarsi e adora la vita di provincia che conduce a Guidonia. Tazia De Tiberis è di Roma nord, ha un carattere un po' da bulla e le piace avere ogni cosa sotto il suo controllo, perfino i desideri del proprio fidanzato.

Ognuna con le sue insicurezze, le sue paure e i suoi desideri e tutte con la stessa aspirazione: cercare un posto nel mondo.
Nel cast troviamo anche Barbora Bobulova, Levante e Diane Fleri.
 

COMMENTO   Pilar Fogliati è bella ed elegante, e in più sa far ridere come i grandi comici e attori capaci di interpretare una molteplicità di personaggi. Dirige inoltre, e per il suo primo film si è fatta aiutare a scrivere la sceneggiatura da Giovanni Veronesi. Il sodalizio è proficuo perché il ritmo è sostenuto e si ride di fronte alle quattro protagoniste trentenni il cui carattere e modo di fare è determinato dall’ambiente. Chi più e chi meno, le girls di Pilar raccontano mode, abitudini e manie di molte giovani donne di oggi, fragili ma all’occorrenza combattive. Chiara l'influenza dei primi film di Carlo Verdone. (Carola Proto - Comingsoon.it)
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Fino a non molto tempo fa, il comico capace di trasformarsi in una molteplicità di personaggi di sua invenzione, oppure realmente esistiti (o esistenti), era rigorosamente di sesso maschile. Lo era anche l'imitatore tout court, che si faceva beffe di uomini politici, star del firmamento cinematografico, guru della moda e dell’arte contemporanea, divertendo l'Italia intera. Poi sono arrivate Sabina e Caterina Guzzanti, Paola Cortellesi e la favolosa Virginia Raffaele. Ognuna di loro aveva osservato con attenzione il mondo circostante arrivando a riderne, e siccome l'ironia va sempre di pari passo con l'intelligenza, erano tutte riuscite a lasciare un messaggio o a sollevare un interrogativo, a volte perfino a rappresentare (e stimolare) l'empowerment femminile.

A questo plateau di donne d'ingegno, che ci fa tanto pensare alla fantastica signora Maisel dell'omonima serie tv, appartiene anche Pilar Fogliati, che nel 2023 compie la stessa operazione del Carlo Verdone dei primi film, quelli in cui il regista di Un sacco bello si cimentava in diversi ruoli, raccontando la romanità nelle sue varie declinazioni. Pilar ha appreso la lezione dell'inventore di Furio, Enzo, Ruggiero e Leo e, senza dimenticare di conservare un che di malinconico, ha preso il testimone dal suo maestro, inventando una serie di trentenni con un carattere, una forma mentis e una maniera di parlare indissolubilmente legati all'ambiente di provenienza, o meglio al quartiere della capitale in cui sono nate e/o cresciute. Siccome la Fogliati ha frequentato le "categorie" alle quali appartengono le sue ragazze, ogni ritratto è molto azzeccato, le situazioni sono verosimili e, soprattutto, si ride alle lacrime. Anche in Romantiche c'è un pizzico di sociologia, è ovvio, ma ciò che è sorprendente è la capacità dell'attrice e regista di fare del proprio corpo e del proprio viso uno strumento potentissimo, com'è e com'è stato per Antonio Albanese o per il lontano Leopoldo Fregoli. E che dire del lavoro di Pilar sul timbro della voce?

Ci piace credere che i personaggi che popolano l'esordio cinematografico di Pilar Fogliati siano il frutto di una difficoltà a riconoscersi tanto in un contesto alto borghese o aristocratico quanto in un milieu intellettuale caratterizzato da una fortissima voglia di rivincita. Ora, quando si è degli outsider, il senso di non appartenenza che quasi costantemente si prova può diventare un problema e generare tristezza se non dolore, e il dolore, si sa, può portare alla creazione artistica. Anche una commedia è una creazione artistica, ed è pregevole quando non si va troppo sopra le righe e si riescono a fare discorsi profondi e a volte perfino scomodi. Si vede che la Fogliati si è imbattuta nella pariolina aggressiva che riconosciamo in Tazia, nella nobile con le friulane e una tenera naiveté di cui è un ottimo esempio Uvetta, oltre che nell'aspirante artista che viene dal Sud che Eugenia rappresenta. Poi c’è il coraggio di investire nei sentimenti di Michela, che è sempre stato appannaggio delle persone più semplici, e con il personaggio forse più positivo fra i quattro Pilar ha in comune l'aver vissuto in una cittadina poco fuori Roma. Tutto ciò significa che le storie del film vengono narrate con cognizione di causa, il che è sempre un bene.

Ci fa piacere dire, quindi, che queste donne più o meno strampalate o assertive non suonano mai finte o scontate, tanto più che colei che le ha inventate le ama tutte teneramente, e questo suo amore diventa l'amore di noi spettatori per creature femminili che nascondono una fragilità e una vulnerabilità che poi caratterizzano anche "ragazze cresciute", che difficilmente si emancipano da una dipendenza emotiva o dalle aspettative di fidanzati, amici e genitori.

Non stanno ferme Uvetta, Eugenia, Tazia e Michela. Vanno da un punto A a un punto B e si buttano, e buttandosi si tolgono gli occhiali colorati di rosa con cui Audrey Hepburn guardava alla vita in Sabrina. Cosa vedono svegliandosi dal sogno? Sostanzialmente uomini senza spina dorsale, traditori prevedibili, ricconi che riempiono i silenzi di parole vuote, futuri mariti privi di ambizioni professionali con cui a un certo punto si smetterà di essere felici.

Romantiche, inoltre, e questo è molto importante, esalta le diversità fra le tipologie femminili mostrate con la consapevolezza che è già in atto un livellamento generale figlio dei social e dell'esigenza di demandare a ciò che si indossa la misura del proprio valore. Oggi, se ci pensate, le Tazie hanno le stesse sneakers delle Michele, e le Uvette dicono "tipo" con la stessa frequenza con cui Eugenia snocciola i suoi "cioè". Ne consegue che i personaggi del film hanno una patina quasi vintage, che li rende affascinanti. Anche molte delle differenze di linguaggio stanno venendo meno, e i termini inglesi invadono la nostra lingua ad ogni livello, e non c'è da meravigliarsi se la parolaccia ormai è entrata nei salotti del Fleming.

Non è un film che i non romani non capiranno Romantiche, perché le girls a cui anche Giovanni Veronesi ha dato parole e azioni, affiancando la regista nella scrittura della sceneggiatura, sono degli archetipi, i cui cliché lavorano a favore di un'estrema chiarezza di visione. Siamo contenti che Pilar Fogliati abbia avuto la sua occasione per prendere la strada del cinema. È bello quando un talento viene scoperto e valorizzato, tanto più in un paese in cui la meritocrazia è ancora una lontana chimera.

di Carola Proto
Giornalista specializzata in interviste
Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali