Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 The Son (The Son)

 
pic_movie_1625   NUM   1625  
  DATA E CINEMA   2023.02.10 DIAMANTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Florian Zeller  
  ATTORI   Hugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, Zen McGrath, Hugh Quarshie, Anthony Hopkins, Danielle Lewis, William Hope, Shin-Fei Chen, Isaura Barbé-Brown, Erick Hayden, Rachel Handshaw  
  PRODUTTORE   Big Indie Pictures, Ciné@, Embankment Films, Film4 e See-Saw Films  
  SCENEGGIATORE   Christopher Hampton, Florian Zeller  
  COMPOSITORE   Hans Zimmer  
  PAESE   USA, Francia, Gran Bretagna  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2022  
  DURATA   123 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/the-son/62224/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   The Son, il film diretto da Florian Zeller, racconta la storia di Nicholas (Zen McGrath), che due anni dopo il divorzio dei genitori, ancora diciassettenne, decide che non ne può più di vivere con sua madre. Il ragazzo ormai è affetto da un costante male di vivere, che riesce a placare solo rifugiandosi nei ricordi d'infanzia, il periodo finora più felice della sua esistenza. È così che sua madre Kate (Laura Dern) decide di lasciarlo al padre, Peter (Hugh Jackman), che nel frattempo si è rifatto una famiglia insieme alla sua nuova partner.

Peter cerca di essere una presenza paterna per suo figlio e di comportarsi come avrebbe voluto che suo padre facesse con lui, ma allo stesso tempo deve gestire la sua vita frenetica, che comprende, oltre alla sua famiglia, anche la possibilità di una brillante carriera politica a Washington. Mentre cerca di porre rimedio agli errori del passato, l'uomo perde di vista quello che è il presente di suo figlio...
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PANORAMICA SU THE SON
Con The Son, Florian Zeller firma la sua seconda regia cinematografica. Il film è il secondo film di un trilogia iniziata con The Father (2020), vincitore di due Premi Oscar, ed è tratto dalla pièce teatrale, scritta dallo stesso regista, intitolata Le Fils.
All'origine del progetto, spiega Zeller, c’era la volontà di condividere una storia legata alla salute mentale, aprendo una conversazione con il pubblico che aveva già risposto bene allo spettacolo in teatro, riconoscendosi in alcune dinamiche. L’obiettivo è sdoganare un tema di cui ancora oggi ci si vergogna, e verso il quale c’è ancora molta ignoranza.
Un cast d’eccellenza vede insieme sul grande schermo Hugh Jackman, che si è proposto spontaneamente per la parte, Anthony Hopkins, già protagonista del primo capitolo, e Laura Dern. Accanto a loro, il giovane esordiente Zen McGrath, che si confronta con un personaggio particolarmente complesso: Nicholas, adolescente depresso dopo il divorzio dei suoi genitori.
Dopo aver girato il film Jackman ha dichiarato di sentirsi un genitore diverso, sicuramente più attento ai sentimenti dei figli e maggiormente aperto a mostrare loro anche le sue debolezze. Anche McGrath ha spiegato che non ci si può liberare completamente di un ruolo, ma la protezione e l’amore che ha trovato sul set lo hanno aiutato a proteggersi dal dolore del suo personaggio.

The Son è un film sul senso di colpa, sui legami familiari e, in ultima analisi, sull’amore. Volevo realizzarlo da diversi anni. È in parte ispirato a emozioni che conosco personalmente. Volevo condividerle con il pubblico perché so che molte persone si confrontano con i disturbi mentali e che la vergogna e lo stigma associati a questi problemi possono ostacolare conversazioni necessarie e talvolta vitali (Florian Zeller).
 

COMMENTO   Un nuovo capitolo di un percorso di grande interesse nei meandri dei legami familiari, sulla capacità unica dell’amore di far male, sostenuto da una scrittura accuratissima, capace di aprire scenari di lettura sempre più profondi, grazie a una parola usata in un momento inatteso o a un’esitazione. Anche questa volta le interpretazioni sono rimarchevoli, da Hugh Jackman a Laura Dern, all’esordiente Zen McGrath, capace di rendere con inquietante credibilità il male di vivere di Nicholas. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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La mente umana è il territorio di analisi di Florian Zeller. Luogo impervio e dai confini indefiniti che ha scandagliato prima con una trilogia teatrale sulla famiglia, ora con adattamenti per il cinema. A partire da The Father, successo planetario che ha fatto vincere l’Oscar a un monumentale Anthony Hopkins, e ora con The Son, in attesa di The Mother, che non arriverà presto. Da Londra ci spostiamo a New York, per imporre maggiore distanza rispetto a Parigi, in cui era ambientata l’opera teatrale. Se il soggetto dell’esperimento sociale e sempre più psicanalitico del regista francese è questa volta un figlio, il punto di ingresso è costituito dai genitori, dagli adulti che con l’adolescente devono fare i conti.

Si chiama Nicholas, il figlio, da due anni elabora il divorzio dei genitori. Vive con la madre Kate (Laura Dern), ma non riesce più a sentirsi a suo agio. Pensa sia un problema, almeno inizialmente, di quelle quattro mura e della madre, ancora scossa dalla separazione. Un vuoto profondo, invece, è suo compagno quotidiano, indipendentemente dallo spazio che abita. Chiede al padre Peter (Hugh Jackman) di trasferirsi da lui, che vive con la nuova compagna Beth (Vanessa Kirby). I due hanno appena avuto un bambino, un fratellino di poche settimane. Il padre è un avvocato di successo per un grande studio legale, lavora buona parte della giornata, e sta pensando di accettare una proposta per una carriera politica a Washington.

Sarebbe un errore fare confronti fra The Father e The Son. Quanto il primo era labirintico, narrativamente sincopato e frammentario, come il puzzle della memoria di un anziano malato di Alzheimer, tanto questo secondo capitolo è lineare, semplice e dritto al punto. Un minimalismo freddo, senza imperfezioni, come i grattacieli di Manhattan o gli appartamenti cemento e colori freddi dei condomini esclusivi. Anche nell'abitazione si nota la differenza di temperatura emotiva dei due genitori, visto che invece la madre vive in una casa di arenaria dai colori caldi. Inevitabile che per Nicholas rientri nella crisi di angoscia che lo tormenta anche la non facile gestione di una nuova normalità dopo il divorzio,. Il cambiamento di casa e di scuola sembra inizialmente fargli bene, ma sono illusioni momentanee, mentre per lui la distanza fra la distratta maschera superficiale con cui interagisce con il padre e il baratro interiore diventa sempre più preoccupante.

In The Son, Florian Zeller scarnifica con precisione analitica ma mai distante la depressione fino al disagio mentale di un ragazzo, in equilibrio fra il turbamento naturale di un adolescente alle prese con la paura di crescere e qualcosa di più profondo. Per i genitori non si tratta più di palleggiarsi i sensi di colpa, mentre Nicholas li manipola colpendo duro da una parte o dall’altra. Per Peter, poi, si presenta costante la preoccupazione di non comportarsi con il figlio nella maniera assente e anaffettiva subita dal padre. In una sola scena appare in un incontro con Hugh Jackman proprio Anthony Hopkins, ma rimane impressa come indicativa delle vette di perfidia raggiungibili fra consanguinei; e della straordinaria bravura dell'attore gallese, ovviamente.

Un nuovo capitolo di un percorso di grande interesse nei meandri dei legami familiari, sulla capacità unica dell’amore di far male, sostenuto da una scrittura accuratissima, capace di aprire scenari di lettura sempre più profondi, grazie a una parola usata in un momento inatteso o a un’esitazione. Anche questa volta le interpretazioni sono rimarchevoli, da Hugh Jackman a Laura Dern, all’esordiente Zen McGrath, capace di rendere con inquietante credibilità il male di vivere di Nicholas. Si soffre e ci si commuove, ci si perde nella vertigine dei disturbi mentali, in come si riverberano in superficie e coinvolgono le persone più vicine.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito