Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 La seconda via (La seconda via)

 
pic_movie_1618   NUM   1618  
  DATA E CINEMA   2023.01.29 SANTA-TERESA  
  RASSEGNA   ANTEPRIME  
 
     
  REGISTA   Alessandro Garilli  
  ATTORI   Ugo Piva, Nicola Adobati, Sebastiano Bronzato, Simone Coppo, Giusto Cucchiarini, Stefano Zanelli, Neri Marcorè, Andreapietro Anselmi, Nina Pons, Anna Orso, Melania Dalla Costa, Alice La Manna, Manuel Amicucci, Ariele Vincenti  
  PRODUTTORE   Quality Film e Angelika Vision, in associazione con RS Productions, in collaborazione con Rai Cinema.  
  SCENEGGIATORE   Alessandro Garilli  
  COMPOSITORE   Elisabetta Garilli, Francesco Menini  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2023  
  DURATA   90 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/la-seconda-via/62619/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   La seconda via, il film diretto da Alessandro Garilli, si svolge nel gennaio del 1943. Siamo sul Fronte Russo e la Compagnia 604 del Sergente Bisi (Giusto Cucchiarini) sta affrontando l’inferno della traversata della steppa a temperature vicine ai -40°C. La tempesta di neve incessante impedisce la visuale del paesaggio circostante, Bisi tenta con fatica di controllare i suoi uomini che lo seguono facendosi strada nella neve che arriva loro alle ginocchia. Ci sono Zaina (Simone Coppo) e Prati (Sebastiano Bronzato) seguiti da Artico (Stefano Zanelli) che si fa aiutare da Ferri (Nicola Adobati) perché non riesce nemmeno più a reggere il suo zaino. Con loro il povero mulo Remagio, che a fatica trasporta una slitta con sopra il Tenente Sala (Ugo Piva). Tutti gli altri non ce l’hanno fatta, i sei sopravvissuti lottano con tutte le loro forze per arrivare al villaggio di Popowka e fuggire così all’accerchiamento del nemico che sentono sempre più vicino. Una volta calata la notte, gli Alpini arrivati allo stremo delle forze perdono il contatto con la realtà. Attraversano boschi, vallate, laghi e campi come dentro a un sogno, l’effetto lisergico del freddo e del disorientamento dato dal buio li porta su una seconda via.
 

COMMENTO   La seconda via è il primo film centrato unicamente sui fatti del gennaio 1943, visti attraverso gli occhi di sei soldati aggrappati alla vita.

L'Operazione Barbarossa è stata una sconfitta, il Fronte Orientale è perso. I tedeschi non sono riusciti ad arrivare a Mosca e Leningrado. Anche a sud, molto più a sud, nella Stalingrado che doveva essere la via per il Caucaso, è tutta una fuga: le Panzerdivision arretrano, i romeni e gli ungheresi seguono. Ci sono anche gli italiani dell'8° Armata, l'Armata di Russia (ARMIR), che tra dicembre 1942 e gennaio 1943 sbandano, si difendono e continuano a marciare. Un gruppo di Alpini della Compagnia 604 rimane isolato nello sterminato e glaciale inverno russo. Sono il Sergente Bisi, Ferri, Prati, Zaina e Artico, che con l'aiuto del mulo Remigio trasportano il febbricitante Tenente Sala. Vogliono solo tornare a casa.

La seconda via esce in sala il 26 gennaio, cioè lo stesso giorno in cui si celebra la "Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio degli Alpini", istituita ad aprile 2022 e che vede officiata la sua prima ricorrenza proprio quest'anno. Ma il film di Alessandro Garilli parte da lontano, da quasi sedici anni di ricerche, bozze, tentativi, proposte, che pian piano si trasformano in viaggi nell'oblast' di Voronež, una sceneggiatura che gira da una decade, un documentario dal titolo Un tempo da neve.

Nel mezzo si susseguono campagne di crowdfunding, accumulo di patrocini istituzionali e non (Associazione Nazionale Alpini, Coni, Stato Maggiore dell'Esercito, Ministero della Difesa...), raccolta di preziose memorie orali come quelle di Carlo Vicentini e Nelson Cenci. L'obiettivo di Garilli è uno e soltanto uno - dare racconto visivo della tragica ritirata degli Alpini nel gennaio del 1943.

Siamo sul Fronte Orientale della Seconda Guerra Mondiale, o di quel che ne resta. Dopo Napoleone, anche Hitler è costretto a rinunciare alla conquista della Russia. E quella che doveva essere un'avanzata spedita e letale (le infauste otto settimane per essere a Mosca) si rivela un pantano mortale per centinaia di migliaia di soldati, divisi tra i capofila tedeschi e gli alleati romeni, ungheresi ed italiani.

L'Armata Italiana di Russia, composta da circa 230.000 uomini tra Carabinieri, soldati, Camicie Nere, Alpini, da esercito invasore è adesso costretta alla ritirata, una ritirata che avrà lo spaventoso conteggio di quasi 100.000 perdite (circa 70.000 morti o dispersi e 30.000 feriti). Di tutto questo c'è n'è abbondante traccia storica, memoriale, romanzesca, filmica, tra i lavori di Maria Teresa Giusti e Thomas Schlemmer, Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern e Italiani, brava gente di Giuseppe De Santis.

Quello che però Garilli vuole fare è parlare solo di una parte e non del tutto, stare addosso a quegli uomini e dimenticarsi di ogni altra cosa. Ed è per questo che La seconda via è un film quadrato, monolitico, senza asperità, fenditure, crepe. Tutto è dove deve stare, ogni cosa va come deve andare. Ci ritiriamo e pensiamo solo a tornare casa. Non siamo più quelli che eravamo laggiù e in quel tempo. Stiamo tutti assieme, noi contro loro. Semplicemente, i sergenti sono nella neve e gli italiani sono brava gente.

Eppure la direzione iniziale sembrava un'altra, con il continuo andirivieni tra il passato italico bagnato dal giallo mediterraneo e il presente russo intorpidito dal bianco sarmatico che pian piano scivolava sempre più nella follia e nell'allucinazione, arrivando a confondere i piani temporali e le linee narrative. Poi, però, più nulla.

Ad una certa solidità del racconto, qualche interessante composizione visiva e la giusta scelta di far esprimere in dialetto veneto/abruzzese i personaggi, non fa seguito nessun reale slancio immaginifico, poetico, vitalistico - i ricordi sono più brogliacci che ceselli, i nemici inutili e sempre colpevoli. Solo il finale appare giusto e necessario. E forse l'unica cosa che scuote di più è il tragico, beffardo, risuonare di quei nomi e quei luoghi a ottanta anni di distanza, in un nuovo sanguinario conflitto che magari può aiutarci a ragionare sul fatto che anche gli italiani erano stati lì per fare l'unica cosa che si può fare in una guerra - uccidere ed essere uccisi.

(di Luigi Coluccio
da https://www.mymovies.it/film/2023/la-seconda-via/#recensione)
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All'odissea dei militari italiani durante la tragica ritirata di Russia nel 1943 è dedicato il primo lungometraggio di Alessandro Garilli (premiato a Venezia nel 2018 per il corto “Io sono Rosa Parks”), che è anche il primo film su una vicenda oggetto fino ad ora solo di documentari. Lo spunto è fornito dal libro “Ritorno” di Nelson Cenci uno dei reduci sopra vissuti che ha raccontato quelle vicende (come Bedeschi in “Centomila gavette di ghiaccio” o Rigoni Stern nel “Sergente nella neve”). Protagonisti della storia sei militari ed un mulo, ultimi superstiti della compagnia 604 che devono a tutti i costi cercare di rompere l'accerchiamento dell'esercito russo per avere una speranza di tornare a casa. La marcia infinita nel ghiaccio e nella neve, con temperature oltre i trenta gradi sotto zero, con la continua minaccia di attacchi del nemico, diventa una sfida estenuante contro la morte, con le ultime forze residue che solo il ricordo dei propri cari è in grado di stimolare. Garilli rappresenta questa dimensione onirica, fatta di flash back, di immagini fantastiche che si mischiano alla cruda realtà della guerra. La forza del cameratismo, del legame fortissimo tra i commilitoni che devono contare sulla fiducia reciproca per sopravvivere, viene resa con efficacia e talvolta anche con leggerezza, in una narrazione semplice e con un cast affiatato e credibile. Bella la colonna sonora che solo in un caso si affida ad un canto della tradizione alpina della SAT. “Indormenzete pupin” è la ninna nanna trentina di Arturo Benedetti Michelangeli, che accompagna il sonno dei soldati stremati, in un ritorno all'incoscienza dei bambini che per molti fu l'ultima consolazione prima di abbandonarsi alla morte nel gelo della steppa. Il film si chiude con ilo ritorno dei pochi superstiti dalle proprie famiglie, ma alla stazione la moglie del sergente Bisi attende inutilmente che lui scenda dal treno. Uno dei tanti caduti nella ritirata di Russia.

(woody62
da https://www.mymovies.it/film/2023/la-seconda-via/pubblico/?id=1696215)