Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Grazie ragazzi (Grazie ragazzi)

 
pic_movie_1609   NUM   1609  
  DATA E CINEMA   2023.01.13 KAPPADUE (CINEF 58-13)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Riccardo Milani  
  ATTORI   Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Giacomo Ferrara, Giorgio Montanini, Andrea Lattanzi, Nicola Rignanese, Imma Piro, Gerard Koloneci, Liliana Bottone, Bogdan Iordachioiu, Fabrizio Bentivoglio  
  PRODUTTORE   Palomar e Wildside, società del gruppo Fremantle, con Vision Distribution  
  SCENEGGIATORE   Michele Astori, Riccardo Milani  
  COMPOSITORE   Andrea Guerra (II)  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2023  
  DURATA   117 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/grazie-ragazzi/61670/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Grazie ragazzi, film diretto da Riccardo Milani, racconta la storia di Antonio (Antonio Albanese), un attore con una grande passione per la recitazione, ma che purtroppo non riesce a trovare un lavoro in questo campo. È così che decide di accettare un impiego come insegnante e di tenere un laboratorio teatrale a degli alunni molto particolari; Antonio, infatti, dovrà insegnare in un carcere e la sua classe sarà composta da detenuti.

Nonostante inizialmente sia molto scettico riguardo questa iniziativa, l'attore dovrà ricredersi quando si ritroverà di fronte delle persone con un talento. Questa scoperta lo entusiasma così tanto da risvegliare in lui quella passione per il teatro, che con il tempo si stava smorzando. Antonio si rivolge quindi alla direttrice dell'istituto penitenziario per chiederle il permesso di portare la compagnia di detenuti fuori dalle mura del carcere, per dare loro l'opportunità di salire su un vero palcoscenico e mettere in scena l'opera di Beckett, "Aspettando Godot".

Lezione dopo lezione i suoi alunni riescono ad aprirsi con lui, grazie alla recitazione, che permette loro di avere anche una valvola di sfogo. E una volta che Antonio riesce a conquistare pienamente la fiducia della sua classe, la compagnia darà il "via" a un vero e proprio tour teatrale.
 

COMMENTO   Più commedia dolceamara che prison movie, Grazie Ragazzi è un film che somiglia a Riccardo Milani e ad Antonio Albanese: all'attenzione al sociale e ai diritti umani del primo e alla gentilezza e profondità del secondo. Il regista e l’attore rendono tutta italiana una storia svedese raccontata da un film francese e danno voce all’attesa che rende a volte intollerabile la vita in carcere, svuotandola di senso. Celebrano inoltre il potere salvifico dell’arte, che può innescare un cambiamento. Sopraffino è il cast, tra Fabrizio Bentivoglio teatrante egocentrico e Vinicio Marchioni galeotto prepotente ma grande mattatore. A fuoco anche Giacomo Ferrara, Sonia Bergamasco e Andrea Lattanzi. (Carola Proto - Comingsoon.it)
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"E adesso che facciamo?
Non lo so.
Andiamocene.
Non si può.
Perché?
Aspettiamo Godot.
Già, è vero".

Questo dialogo fra i due personaggi principali di "Aspettando Godot", Estragone e Vladimiro, è stato scritto nel 1952 da Samuel Beckett e sottende un vuoto di senso, la mancanza di un centro e soprattutto l'attesa di qualcosa (o qualcuno) che forse non arriverà. Estragone e Vladimiro si fanno vecchi e malandati mentre sperano che Godot appaia miracolosamente davanti a loro, e la desolata strada di campagna in cui si sono fermati non è poi così diversa dal cortile o dalle celle di un comune penitenziario, dove il tempo appare di una lentezza inesorabile e si vive aspettando: l'ora d'aria, il giorno di visita, il momento dei pasti, la libertà. Lo ha capito immediatamente tanto l'attore francese Jan Jonson, che a metà degli anni '80 ha messo in scena l'opera simbolo del Teatro dell'Assurdo con un gruppo di detenuti, quanto il regista Emmanuel Courcol, che ha voluto raccontare la storia di Jonson in Un anno con Godot. Poi è arrivato Riccardo Milani, che ha preso il film di Courcol e lo ha reso una commedia tutta italiana, Grazie Ragazzi, con protagonista Antonio Albanese.

Ma è veramente una commedia Grazie Ragazzi? Sì e no. Indubbiamente si ride, ma c'è tanto altro nel nuovo film di un regista capace di stemperare la militanza del suo cinema con la leggerezza di tono e di mettere la battuta al servizio dell'impegno sociale. C'è, per esempio, la malinconia di chi non ha un'esistenza facile, di chi si è perso e di chi non ha potuto dimostrare il proprio valore ed è rimasto fra gli ultimi. E la malinconia ricorda l'omino timido e gentile Epifanio Gilardi inventato proprio da Antonio Albanese, scelto ancora una volta da Riccardo Milani come messaggero dei suoi pensieri. Albanese stesso, infine, ha qualcosa in comune sia con l'attore squattrinato Antonio, costretto a doppiare film pornografici per non morire di fame, che con i carcerati ai quali insegna recitazione.

Sappiamo bene che l'inventore di Cetto La Qualunque era destinato alla fabbrica ed è stato "salvato" e (come dice lui) trasformato in una persona migliore dal teatro, ed è proprio questo il principale insegnamento del film, e cioè che il teatro, e più in generale l'arte, o meglio la cultura possono aiutare le persone a esprimere il proprio io più profondo e a fare il primo passo verso il cambiamento.

Non è un dramma carcerario Grazie Ragazzi. Che poi dietro le irresistibili espressioni romanesche e i fallimenti dei non attori ci sia la sete di giustizia di Milani è piuttosto evidente, insieme alla triste consapevolezza di vivere in un paese dove manca la certezza della pena e le regole non vengono rispettate. E tuttavia il pubblico è sempre al primo posto per il regista, e ciò che a un primo sguardo può sembrare una semplificazione di un discorso urgente seppur insidioso è invece un'esposizione chiara di un pensiero complesso, un racconto in cui l'alto e il basso coesistono, dove una prima al Teatro Argentina che è meglio della finale della Champions League convive con i “ mortacci tua” gridati dai galeotti e un attore tronfio ed egocentrico può essere al contempo generoso con il compagno di scena di una volta ridotto in povertà. Abita infatti in un monolocale sconquassato dal frastuono degli aerei che decollano il disgraziato Antonio. E se la disordinata dimora ci ricorda l'appartamento vicino ai binari di Edwood Blues, il suo difficile cammino verso il debutto in un teatro romano non è meno avventuroso della fuga da tutto e da tutti dei Blues Brothers del film di John Landis, solo che qui le parole sono più importanti della musica, perfino quelle balbettate dall'iracondo Damiano di Andrea Lattanzi. Il protagonista di Manuel è perfetto per il ruolo che Milani ha voluto affidargli, così come i bravissimi Vinicio Marchioni e Giacomo Ferrara, che attraverso i loro personaggi evocano i loro debutti teatrali, l’amore per un palcoscenico che è spesso il luogo di un fallimento e il senso di appartenenza a una comunità che, vivendo le vite degli altri, impara e cresce.

Negli ultimi tempi il cinema ha spesso parlato del teatro e dei suoi grandi protagonisti. Forse lo ha fatto per invocare il ritorno di un modo di lavorare che purtroppo non esiste più, oppure per avvicinare spettatori e attori, entrambi fatti di carne e sangue. In In Grazie Ragazzi Riccardo Milani si è spinto oltre, facendo entrare l'arte in un luogo che per sua stessa definizione sembra volerla respingere. Ma è quel "sembra" che ci interessa, perché in realtà il regista accorcia le distanze fra scena e platea attraverso la verità dei sentimenti. Nel film perfino l'intelligenzia applaude Diego, Aziz e gli altri, ma a fine spettacolo vanno tutti a dormire nelle loro belle case. Vladimiro, Estragone, Pozzo, Lucky e il messaggero, invece, tornano in cella e vengono inghiottiti da un casermone non meno inquietante della bocca del pescecane in cui finisce Geppetto ne "Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino". Ma Geppetto viene soccorso da Pinocchio, mentre ai carcerati non resta che ricominciare ad aspettare…

di Carola Proto
Giornalista specializzata in interviste
Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali