Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Il grande giorno (Il grande giorno)

 
pic_movie_1605   NUM   1605  
  DATA E CINEMA   2022.12.28 RIVOLI  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Massimo Venier  
  ATTORI   Aldo, Giovanni, Giacomo, Antonella Attili, Elena Lietti, Lucia Mascino, Margherita Mannino, Giovanni Anzaldo, Pietro Ragusa, Francesco Brandi, Dina Braschi, Andrea Bruschi, Davide Calgaro, Marouane Zotti, Noemi Apuzzo, Matilde Benedusi, Jerry Mastrodomenico, Eleonora Romandini, Roberto Citran, Francesco Renga  
  PRODUTTORE   Agidi Due in associazione con Medusa Film  
  SCENEGGIATORE   Davide Lantieri, Michele Pellegrini, Massimo Venier, Aldo, Giovanni, Giacomo  
  COMPOSITORE   Brunori Sas  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2022  
  DURATA   100 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/il-grande-giorno/61678/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Il Grande Giorno, film diretto da Massimo Venier, racconta la storia di una lunga amicizia, messa in discussione durante un matrimonio. In una grande villa, sita sul lago di Como, si accingono i preparativi per le nozze di Elio e Caterina, pronti a celebrare il giorno più bello della loro vita e anche quello dei loro genitori, in particolare dei padri Giovanni e Giacomo. I due sono amici d'infanzia, hanno frequentato le stesse scuole e condiviso ogni cosa, dalla'azienda familiare Sagrate Arredi fino alle vacanze. Ora il matrimonio tra i rispettivi figli va ulteriormente a confermare questa amicizia di lunga data, indissolubile e fraterna.

Per queste nozze non hanno badato a spese: hanno organizzato ben tre giorni di festeggiamenti, chiamato un Cardinale per celebrare il matrimonio, servito vini prestigiosi e contattato chef stellati; insomma, il meglio del meglio. Inoltre, l'organizzazione è stata affidata a un maître, molto caro, noto come "il Riccardo Muti del catering".

Alla festa, però, si presenta in compagnia di Margherita, ex moglie di Giovanni, anche Aldo, il nuovo compagno della donna. Un uomo simpatico ed espansivo, ma soprattutto casinista, che finisce per abbattersi sulla celebrazione come un vero e proprio tornado con diverse gaffes e incidenti molto costosi. Nonostante Giovanni e Giacomo provino in ogni modo a contenere il caos creato da Aldo, quest'ultimo finisce per essere solo una misera goccia che fa traboccare un vaso già colmo. È così che viene a galla un malessere fino a quel momento nascosto, che rischia di mandare all'aria non solo l'amicizia storica tra Giacomo e Giovanni, ma lo stesso matrimonio. L'irruento arrivo di Aldo porterà tutti a fare i conti con i propri dubbi e soprattutto con il coraggio che richiede raggiungere la felicità che si desidera.
 

COMMENTO   La nuova collaborazione fra Aldo Giovanni e Giacomo e Massimo Venier prosegue con l'esplorazione di temi legati all'età dei protagonisti, che per molti è quella del disincanto e della disillusione. Se non ne sono vittime i tre attori, i loro personaggi fanno i conti con il tempo che passa, le loro scelte e un ambiente in cui alla fine si sentono pesci fuor d’acqua. La grande originalità del film sta nel cambio di tono - si passa da una scanzonata wedding comedy a una commedia amara - e in una sceneggiatura ben scritta. Nel cast c’è posto anche per altri attori, e Antonella Attili e Lucia Mascino splendono nelle loro interpretazioni di donne complesse e sensibili. (Carola Proto - Comingsoon.it)
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Nella scena forse più bella de Il Grande Giorno, Aldo irrompe nella vita familiare di Giovanni e Giacomo, che stanno per diventare l’uno il cognato dell'altro, e, seduto al pianoforte, intona "Maledetta primavera" di Loretta Goggi, rendendo l'atmosfera generale romantica e colorata di un'azzurra/celeste nostalgia.

Ora, chi conosce il testo del brano arrivato secondo al Festival di Sanremo del 1981 sa che la canzone, con quel suo verso "Che fretta c'era, fa male solo a me", parla di un amore non corrisposto. E se 1+1 fa 2, allora risulta chiaro che nelle coppie del film di Massimo Venier c'è sempre uno sbilanciamento, una diversa intensità di sentimento, in altre parole uno che ama di più e uno che ama di meno o non ama più. Ma prima che arrivino il disincanto e la fine delle illusioni, e soprattutto prima che il segreto dei segreti venga svelato, il nuovo film del trio lombardo somiglia intenzionalmente alle più indiavolate wedding comedy anglosassoni, con tanto di fuochi d'artificio, villa con piscina, vino di inestimabile valore e il solito gaffeur che rischia di far finire in malora lo sposalizio. In questo caso il gaffeur è sempre Aldo, che strizza l'occhio al Peter Sellers di Hollywood Party, quando schiaccia un pulsante che non andava schiacciato, e che rappresenta la solarità e la spontaneità del terun di bassa estrazione sociale in antitesi al perbenismo, al conservatorismo e all'accidia della media borghesia brianzola, "imbruttita" come il milanese di Germano Lanzoni.

Ha dunque un ritmo allegro (ma mai forsennato), la prima mezz'ora o forse più de Il Grande Giorno, nella quale chi ha innalzato davanti a sé un muro di ipocrisia si ritrova in mutande in mezzo alla strada, mentre chi crede di essere anestetizzato si accorge di non aver dimenticato mai un amore. Quest'ultimo inconveniente capita a Giovanni, che, anche per non fare brutta figura con i colleghi, non bada a spese per la giornata più memorabile della vita di sua figlia ed è autenticamente felice di imparentarsi con l'amico d'infanzia nonché socio. E Giacomo? Giacomo vive di paura e di "goccine" per calmare l'ansia, e ha l'espressione di chi sta percorrendo, con il capo chino, la strada più battuta e percorribile: quella dello stipendio a fine mese e di un matrimonio in stile Casa Vianello che però non fa ridere.

Ovviamente, nel momento in cui sopraggiungono la malinconia e la certezza che i sogni giovanili sono rimasti nel cassetto, Venier non dimentica di punteggiare il racconto di attimi di pura ilarità, affidata ora a battute spiritose e ora a situazioni farsesche o anche a personaggi secondari: un prete di campagna, un cardinale celiaco, una suocera con il mal di schiena. Poi c’è la tenerezza di tre uomini che in fondo non sono mai cresciuti, e due di loro non hanno imparato né ad ascoltare né a mettersi in discussione, mentre il terzo ha qualche problema di autostima.

Se i protagonisti de Il Grande Giorno a un certo punto evolvono, non è soltanto per merito del deus ex machina Aldo. La fluidità dei sentimenti e delle emozioni è molto legata anche alla scelta dell'unità di luogo e alla marcia in più delle donne del film, che sono una seconda moglie che sembra mite e remissiva ma ha grande coraggio, un'altra moglie che non ha paura del cambiamento e un'ex moglie soprannominata "la barbie vintage" che ha scelto la libertà e che ha gli occhi vivaci e la bellezza luminosa di Lucia Mascino. La quale Lucia Mascino era già fra gli interpreti di Odio l'estate, che potremmo considerare il film non gemello ma fratello de Il Grande Giorno, dal momento che nel primo era ancora possibile venirsi incontro e riassaporare insieme le gioie dell'esistenza, mentre ora, almeno in alcuni casi, non resta che dichiarare l'ora del decesso e appendere un cartellino all’alluce del caro estinto.

I film di Aldo, Giovanni e Giacomo sono cresciuti e diventati adulti con Aldo, Giovanni e Giacomo, che però non sono immobili come le statue in legno che Giovanni e Giacomo ricevono in dono nel film. Nonostante il tempo che passa, Mr. Baglio, Mr. Storti e Mr. Porretta hanno l'argento vivo addosso e un entusiasmo che fa invidia. Possiamo chiamarlo bambino interiore, incanto o superpotere, ma i tre attori stanno ancora magnificamente insieme, e insieme sprigionano una formidabile energia, perché ognuno ha mantenuto un angolino tutto suo, in cui ha messo il teatro, qualche film "da solo" o la preoccupazione per le sorti dell'ambiente. E poi Al, John & Jack hanno famiglie proprio come i loro personaggi, e quindi conoscono le dinamiche tra genitori e figli e sanno quanto può essere sbagliato idealizzare o caricare di aspettative le "piume delle loro piume" (per dirla con Paperino).

Se è amaro e a tratti malinconico, Il Grande Giorno non è triste, né pessimista o disfattista, perché insegna che l'uomo può rivoluzionare il proprio pensiero e modus vivendi anche a 60 anni, smettendo di farsi accudire da mogli-infermiere, di tenersi tutto dentro, di non accettare le proprie fragilità e imperfezioni, e di pensare solamente a "fatturare". Con un film che si regge su una solida sceneggiatura, un'ottima direzione di attori e un cast ben amalgamato, in questo Natale Aldo, Giovanni e Giacomo ci insegnano che non bisogna mai rinunciare ai desideri, che il dolore fa parte della vita e che siamo sempre in tempo per essere felici. Ci aspettano, insomma, insieme a un po’ di fortuna un'infinità di primavere. Tocca a noi renderle benedette.

di Carola Proto
Giornalista specializzata in interviste
Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali