Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Omicidio nel West End (See how they run)

 
pic_movie_1601   NUM   1601  
  DATA E CINEMA   2022.12.20 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Tom George  
  ATTORI   Sam Rockwell, Saoirse Ronan, Adrien Brody, Ruth Wilson, Reece Shearsmith, Harris Dickinson, Charlie Cooper, Shirley Henderson, Lucian Msamati, Pippa Bennett-Warner, Pearl Chanda, Paul Chahidi, Sian Clifford, Angus Wright, Jacob Fortune-Lloyd, Tim Key, Ania Marson, David Oyelowo  
  PRODUTTORE   Searchlight Pictures  
  SCENEGGIATORE   Mark Chappell  
  COMPOSITORE   Daniel Pemberton  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Giallo, Thriller  
  ANNO   2022  
  DURATA   98 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/omicidio-nel-west-end/62119/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Omicidio nel West End, il film diretto da Tom George, è ambientato nel West End londinese degli anni '50, dove fervono i preparativi per la realizzazione di un adattamento cinematografico di una pièce teatrale di grande successo. I piani, però, subiscono una battuta d'arresto, quando uno dei membri più importanti della troupe, il regista Leo Kopernick (Adrien Brody), viene ucciso.
Il caso di omicidio viene affidato all'ispettore Stoppard (Sam Rockwell), un uomo stanco del mondo, e alla sua giovane assistente, l'agente Constable Stalker (Saoirse Ronan). Mentre le vittime per mano del serial killer aumentano, i due agenti si ritroveranno invischiati in un complesso mistero e dovranno indagare nel sordido quanto affascinante ambiente del dietro le quinte teatrale, rischiando la vita pur di portare a termine la loro indagine.
 

COMMENTO   Un delitto, un'indagine con due investigatori che compongono una coppia improbabile sullo sfondo del mondo dello spettacolo londinese negli anni '50. Tutto è derivato, omaggio, parodia e in fondo farsa, in un giallo classico travestito da commedia, che cura la confezione con grande cura e fa l'occhiolino agli amanti di Agatha Christie, più frenetico che frizzante. Da vedere però per i due protagonisti irresistibili, cialtroni e di una stupidità geniale, interpretati da Sam Rockwell e Saoirse Ronan. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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Siamo nel West End di Londra negli anni Cinquanta, in un teatro in cui si mette in scena con successo la pièce Trappola per topi di Agatha Christie. È pronto il progetto di una versione per il cinema, i cui piani si interrompono brutalmente quando viene ucciso il regista hollywoodiano che avrebbe dovuto dirigerla. l’ispettore Stoppard (Sam Rockwell) e la giovane recluta agente Stalker (Saoirse Ronan) indagano nel mondo dello spettacolo, teatrale ma anche cinematografico. Non mancano stilettate fra britannici e americani, vecchio e nuovo mondo, vecchie e nuove idiosincrasie. Tutto da manuale, quindi.

Excursus fra lo storico e il pedante.
Dalle nostre parti lo chiamiamo giallo, per il colore delle copertine delle edizioni (pubblicate da Mondadori) che hanno reso popolare il genere, ma il termine più giusto nei paesi anglosassoni per definire il giallo classico è “whodunit”, una storpiature della locuzione “chi l’ha fatto”. È infatti la scoperta di un assassino che chiude tradizionalmente queste storie, che si aprono con la scoperta di un cadavere e sono costruite intorno alle indagini, portate avanti applicando un metodo deduttivo. Si può usare la pistola per uccidere, ma volete mettere il veleno, quanto è più chic e high society. L'indagine può essere compiuta da un poliziotto in divisa o da un investigatore variamente declinato. C’è stato di tutto, dal private eye, il detective privato, a una coppia di gatti siamesi.

Un universo tornato di gran moda dopo decenni di marginalizzazione, a favore di polizieschi più debitori della tradizione americana, più muscolare e urbana, con una rappresentazione molto più realistica rispetto ai predecessori, nata con Dashiell Hammett e portata avanti da Raymond Chandler e infiniti figli e figliastri. Ci perdonerete il pippone da cultori del genere per introdurre questa riapparizione molto modaiola delle atmosfere Christiane, nate cioè dalla penna di Agatha Christie, la scrittrice che ha venduto meno solo della Bibbia.

C’è qualcosa di religioso nella messa in scena degli archetipi di un indagine poliziesca siffatta, e fin dalla prima inquadratura Tom George vuole dissacrarla con una parodia, al confine della satira, ma presto si deduce - più che l’assassino, che diventa l’ultima delle priorità, di fatto - come in realtà Omicidio nel West End sia un omaggio, e anche furbetto. Fa una finta bella imbellettata e sopra le righe di prenderlo in giro, addirittura di metterlo alla berlina, ma gli stilemi narrativi sembra smontarli, ma poi li rimonta tali e quali, con tanto di svelamento conclusivo da manuale, con l’investigatore in salotto insieme a tutti i sospettati.

La dimensione del gioco è al centro di questa messinscena che sfocia nella farsa, tanto da sembrare più una partita a Cluedo, con personaggi che appaiono pedine con caratteristiche innate, pronti a interpretare il loro ruolo. Gli unici che si ribellano a questa messa in scena codificata sono i due investigatori, improbabili membri delle forze dell’ordine londinesi, che rappresentano anche la vera ragione per cui vedere questo film. Sono spassosi davvero, all’interno di un contesto in cui il ritmo è più frenetico che appassionante. Rappresentano il cialtrone con acume, eterodosso rispetto ai suoi doveri di ispettore, al punto di farsi un bicchiere di primo mattino fingendo di andare dal dentista, e la stupidità più nobile, quella che sconfina con la genialità di una iper cinefila e irresistibile Saoirse Ronan.

Nel complesso, Omicio nel West End è una partita a un gioco in scatola, quindi, che non rappresenta mai la prima scelta per una serata con gli amici, in cui finisci però per divertirti e voler continuare a usare le pedine dello stesso colore, o gli stessi personaggi. Il colonnello Mustard, in biblioteca, con il candelabro.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito