Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Ninjababy (Ninjababy)

 
pic_movie_1574   NUM   1574  
  DATA E CINEMA   2022.10.04 KAPPADUE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Yngvild S Sve Flikke  
  ATTORI   Kristine Kujath Thorp, Arthur Berning, Nader Khademi, Tora Christine Dietrichson, Silya Nymoen, Herman Tømmeraas, Evelyn Rasmussen Osazuwa, Trine Wiggen, Morten Svartveit  
  PRODUTTORE   Motlys  
  SCENEGGIATORE   Johan Fasting, Yngvild S Sve Flikke, Inga Sætre  
  COMPOSITORE   Kåre Vestrheim  
  PAESE   Norvegia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2021  
  DURATA   103 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/ninjababy/62251/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Ninjababy, il film diretto da Yngvild Sve Flikke, racconta la storia di Rakel (Kristine Kujath Thorp), una ragazza di 23 anni che non ha idea - o forse ne ha troppe - di cosa farà da grande. Astronauta? Guardia forestale? Assaggiatrice di birra? Fumettista? Tra i suoi piani di prossima realizzazione di certo non c'era un figlio, ma quando rimane incinta, si ritrova con meno certezze di prima.

La novità la stravolge; infatti, lei vorrebbe uscire a far festa, bere e divertirsi, ma si ritrova a dover rinunciare a tutto. Di certo non può ignorare il bambino che cresce nella sua pancia, quindi cosa deciderà di fare alla fine?
 

COMMENTO   Dopo La persona peggiore del mondo di Joachim Trier, dalla Norvegia arriva un'altra interessante commedia con protagonista una giovane donna in cerca della sua direzione nella vita. In questo caso, messa alle strette da una gravidanza inaspettata. Recensione di Federico Gironi.
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Guardando Ninjababy mi sono trovato spesso a pensare a La persona peggiore del mondo di Joachim Trier. Le analogie, infatti, sono evidenti: entrambe commedie norvegesi dai toni agrodolci, ambientate a Oslo, con protagoniste due giovani ragazze forti, indipendenti, indecise su tutto ma decise a surfare sull’onda della vita con ostentata leggerezza; entrambi film capaci di ottenere visibilità e riconoscimenti internazionali: i successi di Cannes e la candidatura all’Oscar per il film del già affermato Trier, quello come miglior commedia agli EFA e per quello della meno nota Yngvild Sve Flikke; entrambi, soprattutto, capaci di fotografare una realtà - femminile e non - che non è solo quella della ricca, avanzata e progressista Norvegia, ma piuttosto universale, e di farlo facendo ricorso il più possibile alla fantasia e all’invenzione.

Attenzione però: questo significa qualcosa riguardo la vitalità e lo sguardo del cinema norvegese contemporaneo, ma non vuol dire affatto che Ninjababy sia un film sussidiario a quello di Trier, una sua copia, o una sua rielaborazione. Né significa che la regista Sve Flikke abbia avuto la benché minima sudditanza psicologica nei confronti del collega. Con tutti i punti di contatto possibili e immaginabili, Ninjababy ha una personalità che è sua e solo sua.

La trama è nota: Rakel, una 22enne dalla vita volutamente disordinata e dagli orizzonti sfocati, si ritrova incinta, e perdipiù al sesto mese, senza più quindi la possibilità di abortire. Il padre del bambino - bambino che le parla in versione animata, manifestazione della sua (in)coscienza, dando vita a duetti memorabili - è un narcisista poco di buono, e perdipiù questa bomba esplode proprio quando Rakel incontra nuovamente Mos, con cui settimane prima aveva trascorso una notte di torrida passione, e che fuori dal letto e dalle nebbie dell’alcool si rivela essere un tenero e divertente insegnante di Aikido: un compagno quasi perfetto, ma non il padre del bambino che porta in grembo.

La trama è nota, le implicazioni anche: cosa deve fare Rakel, una che ancora non ha deciso cosa vuole fare di sé e della sua vita, davanti alla prospettiva di generare vita a sua volta, e diventare madre? Tenere il bambino? Darlo in adozione? E a chi?

Va da sé che Ninjababy, a modo suo, è un racconto di formazione, e che alla fine Rakel capirà finalmente quello che vuole, dalla vita e da un bambino che, una dopo l’altra, strapperà via le sue scuse e le sue ipocrisie, mettendola di fronte a ciò che davvero vuole. Vivere, disegnare, fare fumetti.

Quello che Ninjababy però fa, e che devia da quel che è noto e prevedibile, almeno fino a un certo punto, è trovare uno stile di racconto personale e capace di essere caotico, ambivalente, contraddittorio e strabordante voglia di vita esattamente come lo è la sua protagonista. E di raccontare storia e personaggi senza volerne smussare ruvidità e spigoli, ma anzi rendendo il tutto più “simpatico” e riconoscibile proprio in virtù di questa voglia di non essere conciliante a tutti i costi.

Nella stessa logica rientra il proporre con sfacciataggine una risoluzione dell’intreccio che tende a mettere in discussione e a sovvertire, non come diktat ideologico ma come soluzione soggettiva, valida e replicabile, la tradizionale visione della società riguardo gli atteggiamenti maschili e femminili nei confronti della gravidanza e della genitorialità.
Perché, lo dovremmo sapere ma è bene ricordarlo, non tutti sono fatti per avere dei figli. E perché, ricordarlo è ancora meglio, non volerne non rende una donna meno donna, o volerli e farsene carico non rende un uomo meno uomo.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival