Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Maigret (Maigret et la jeune morte)

 
pic_movie_1567   NUM   1567  
  DATA E CINEMA   2022.09.19 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Patrice Leconte  
  ATTORI   Gérard Depardieu, Aurore Clément, Mélanie Bernier, Jade Labeste, Anne Loiret, Clara Antoons, André Wilms, Hervé Pierre, Pierre Moure, Bertrand Poncet, Elisabeth Bourgine, Philippe Du Janerand, John Sehil, Norbert Ferrer  
  PRODUTTORE   Ciné@, F Comme Film, SND Films, Scope Pictures  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Bruno Coulais  
  PAESE   Francia  
  CATEGORIA   Giallo  
  ANNO   2022  
  DURATA   89 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/maigret/61328/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Maigret, il film diretto da Patrice Leconte, segue la storia di una giovane ragazza che una mattina di marzo viene trovata morta, uccisa con cinque coltellate, in Place Vintimille a Parigi, con indosso un abito da sera e una borsetta. Nessun elemento identifica il cadavere. A indagare sul caso sarà il commissario Maigret (Gérard Depardieu), che grazie al suo metodo e alla sua attenzione per i dettagli riesce a poco a poco a ricostruire la storia della vittima.
Nessuno sembra conoscere o ricordare la giovane, ma il commissario scopre che si tratta di Louise Laboine, una ragazza di 16 anni, trasferitasi qualche anno prima a Parigi nel tentativo di dare una svolta alla sua vita. Louise aveva stretto amicizia con Jeanine Armenieu (Mélanie Bernier), una giovane in cerca di fortuna riuscita ad arrivare alle porte dell'alta società, a differenza della vittima, rimasta inerte cadendo in miseria. Riuscirà il commissario Maigret a risolvere l'intricato caso?

CURIOSITÀ SU MAIGRET
Tratto dal romanzo "Maigret e la giovane morta" di Georges Simenon.

FRASI CELEBRI DI MAIGRET (dal trailer italiano del film):

- Voce off: La vittima non identificata è una donna. Le hanno inferto cinque coltellate, i colpi sono stati dati in modo disordinato.

- Maigret (Gérard Depardieu): Maigret, Squadra criminale, 36, Quai des Orfèvres.

- Maigret: Qualcuno ha voluto far sparire quella ragazza, ma lei ha tentato di lasciare delle tracce lì, da qualche parte.

- Maigret: Il mio compito è cercare la verità.

- Maigret: Proteggersi non significa essere insensibile.

- Maigret: Col tempo è normale che si formi una corazza, poi un giorno nel corso di una banale indagine, vieni toccato da un dettaglio e allora tutte le tue certezze si sgretolano.
 

COMMENTO   Com'è strano, com'è diverso, il Maigret di Depardieu e Leconte.
Com'è malinconico, stanco, intristito. E però, pur così diverso, Maigret è sempre Maigret: nei suoi modi, nell'intelligenza, nella sua umanità.
L'identità del commissario e le atmosfere di Simenon sono riprodotte e rispettate, senza mai dimenticare le esigenze di autonomia del cinema e degli autori di questa nuova storia, tutta sulle spalle di un immenso Depardieu, che si cala nella parte con una grazia che fa quasi a pugni con la fisicità massiccia.
Sul finale del film, di questo bel film che ha, anche lui, i modi e i tempi di una volta, Maigret sembra ringalluzzirsi un po', riprende in bocca la pipa, abbozza perfino qualche sorriso. Perché risolve il suo caso, certo, ma perché è riuscito in quel che gli stava più a cuore: fare del bene. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
________________________________

Com'è strano, com'è diverso, il Maigret di Depardieu e Leconte.
Com'è malinconico, stanco, intristito. Grigio.
Un Maigret per certi versi quasi irriconoscibile. Inappetente, per dirne una. Che gli levano la pipa all'inizio del film, per ragioni mediche, e lui nemmeno protesta. Continua a bere, quello sì, per fortuna: "questo caso è cominciato col bianco e finisce col bianco. Ci sono casi da calvados, altri da birra, questo è un caso da bianco", dice a un certo punto a un suo ispettore che gli aveva proposto una birra fresca.
E però, pur così diverso, Maigret è sempre Maigret: nei suoi modi, nell'intelligenza, nella sua umanità.

Leviamo subito da torno ogni possibile equivoco: con "Maigret e la giovane morta", il romanzo di Simenon edito da Adelphi cui Patrice Leconte e il suo co-sceneggiatore (e dialoghista!) Jérôme Tonnerre si sono ispirati, questo Maigret non ha tantissimo a che fare. La trama - quella che vede il commissario indagare, appunto, sulla morte di una ragazza senza nome ritrovata in strada - è presa come spunto per deviazioni di vario genere, e sono diversi i personaggi così come gli esiti delle investigazioni.
Ma questo poco importa. Importa che l'identità di Maigret, con tutte le differenze del caso, e le atmosfere di Simenon qui siano riprodotte e rispettate, senza mai dimenticare le esigenze di autonomia del cinema e degli autori di questa nuova storia.

Com'è splendidamente autunnale, l'ingombrantissimo Maigret di Gérard Depardieu, che si cala nella parte con una grazia che fa quasi a pugni con la fisicità massiccia, che diventa ancora più malinconico di fronte a quella giovane senza nome ritrovata sul selciato, e a una ragazza come lei, come tante altre, come la figlia, sua, che non c'è più, e che torna solo in echi discreti di risate infantili.
Maigret - questo Maigret, tutti i Maigret - non giudica, non condanna, non è giustizialista né moralista. Maigret si muove cauto, cercando di spostare il meno aria possibile, creando meno disturbo possibile, implacabile nelle domande ma tollerante con le risposte. Perché conosce bene l'uomo e la sua fallibilità, il dolore che si annida nell'animo umano, e che qui esplode silenzioso nel confronto con un anziano ebreo lituano scampato alla guerra e ai campi. Lui sì, ma non la figlia. Anche lui.

L'elefante Maigret si muove nella cristalleria della fragilità umana, con l'eleganza e l'equilibrio di una ballerina, attentissimo a non fare più danni di quanti non sia strettamente necessario fare, perché sa benissimo quanto sia difficile mettere assieme i cocci quando si va in pezzi. E allora, oltre a non fare danni, Maigret aggiusta. Come sa, come può, rimettendo sulla giusta strada, la strada di casa, l'unica ragazza che ha potuto proteggere, aggiustare, salvare. Con i modi bruschi e silenziosi dei padri di una volta.

Sul finale del film, di questo bel film che ha, anche lui, i modi e i tempi di una volta, Maigret sembra ringalluzzirsi un po', riprende in bocca la pipa, abbozza perfino qualche sorriso. Perché risolve il suo caso, certo, ma perché è riuscito in quel che gli stava più a cuore: fare del bene. Fare, a modo suo, il padre.
E il modo in cui, nel finale, e nell'andatura lenta, stanca e pesante, ma allo stesso modo serena e aggraziata di Depardieu, si mescolano il sollievo per quella missione compiuta, e l'amarezza per quanto nella vita non si potrà mai aggiustare, non è cosa da poco.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival