Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Generazione Low Cost (Rien à foutre)

 
pic_movie_1552   NUM   1552  
  DATA E CINEMA   2022.07.12 ARENA FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Julie Lecoustre, Emmanuel Marre  
  ATTORI   Adèle Exarchopoulos, Mara Taquin, Alexandre Perrier, Arthur Egloff  
  PRODUTTORE   Kidam, Wrong Men North  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Belgio, Francia  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2021  
  DURATA   110 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/generazione-low-cost/61627/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Generazione low cost, film diretto da Julie Lecoustre e Emmanuel Marre, racconta la storia di Cassandre (Adèle Exarchopoulos), una giovane assistente di volo che lavora per una compagnia aerea low cost. Nota su Tinder con il soprannome "Carpe Diem", Cassandre ama vivere alla giornata, senza preoccuparsi troppo, e ancora di più adora divertirsi. Peccato che questa sua vita in apparenza piena, impegnata e frenetica, non sia altro che un'esistenza vuota e priva di ogni singolo legame, che la costringe a spostarsi di continuo senza mai restare troppo tempo in un posto. Mentre vende articoli durante i voli, Cassandre sogna di poter lavorare un giorno per una compagnia più importante e di livello superiore, ma nel frattempo non arretra di un passo e continua a vivere la sua caotica routine.
Un giorno, però, la ragazza perde il volo e per la prima volta si ritrova ferma in un posto più a lungo di quanto abbia mai fatto negli ultimi anni. Questo imprevisto la mette di fronte al mondo, quello dove lei non ha costruito legami, alle sue origini e a un evento passato, che non ha mai superato.

CURIOSITÀ SU GENERAZIONE LOW COST
Presentato in concorso alla Settimana della Critica del Festival di Cannes 2021 e alla 39esima edizione del Torino Film Festival.
 

COMMENTO   Generazione Low Cost, la recensione: Un film in equilibrio precario, come le vite che racconta

Il broncio di Adèle Exarchopoulos è qualcosa di irresistibile. Chi ha visto La vita di Adele, lo sa. Ed è proprio l'attrice francese di origine greca, con quel suo broncio, il suo volto, il suo corpo, in scena dalla prima all'ultima immagine, a tirarci dentro il film che vi raccontiamo nella recensione di Generazione Low Cost, in uscita il 12 maggio al cinema. Adèle Exarchopoulos veste i panni di una hostess di una compagnia aerea low cost e ci accompagna durante le sue giornate lavorative, ma anche durante le sue ore libere. La sua presenza scenica e la sua immedesimazione sono uno dei punti di forza di un'opera che si muove incerto tra film verità e storia più costruita, tra film di denuncia e spaccato di vita: è un film in equilibrio precario come la generazione che racconta.

PROFESSIONE:ASSISTENTE DI VOLO
Cassandre (Adèle Exarchopoulos) passa le sue giornate lavorative in un continuo viaggio. L'assistente di volo, forse, è un bel lavoro. Sì, si viaggia, ma dove? Le compagnie low cost spesso raggiungono destinazioni poco affascinanti, spesso si viaggia in andata e ritorno in una sola giornata, spesso si finisce per fermarsi vicino all'aeroporto e non visitare niente. Si passano le notti in discoteca, nelle città dove si fa scalo, tra balli, sballi e sbronze, incontri e sesso occasionale, e si finisce per non gustarsi niente. Lavorare in compagnie come queste è stressante. Perché guadagnano poco dai biglietti, e allora l'assistente di volo di fatto si trasforma in venditore, cercando di propinare qualsiasi cosa a chi sta viaggiando. Capita che ti cambino il contratto, prendere o lasciare, e ti costringano a salire di livello. Per Cassandre tutto comincia a diventare alienante, e un ritorno a casa momentaneo potrà trasformarsi in un'occasione di riflessione.

TRA FOUND FOOTAGE E "PEDINAMENTO" ALLA DARDENNE
Generazione Low Cost, di Julie Lecoustre e Emmanuel Marre è girato come un documentario, come un film verità. In parte con uno stile che si avvicina a quello del found footage, alla ripresea amatoriale, con inquadrature volutamente sghembe, con una macchina da presa "precaria". In alcuni casi c'è un altro tipo di ripresa, che tutti conosciamo bene: è la macchina da presa a mano che segue i protagonisti, è il "pedinamento", un marchio di fabbrica dei Fratelli Dardenne. Ma, accanto a queste, si uniscono man mano delle riprese più costruite, da film più classico. Il che rende Generazione Low Cost un film composito, eclettico, ma che dà anche l'impressione di essere incerto nella strada da seguire.

NON HO PROPRIO TEMPO DI FARE LA RIVOLUZIONE
A tratti Generazione Low Cost sembra prendere la direzione di un film dei Dardenne, o, addirittura, di un film alla Ken Loach, per come pare volere denunciare le condizioni lavorative dei dipendenti di queste compagnie low cost. C'è un momento, ben preciso, nel quale i film sembra andare in questa direzione: è quando entrano in scena i sindacalisti. È una scena già vista in film dove si parla di nuove forme di lavoro: i sindacalisti provano a dire che i lavoratori hanno dei diritti, che devono lottare per farli rispettare, ma loro sembrano non curarsene, non capire, non reagire. Ricordate Valerio Mastandrea in Tutta la vita davanti? "Non ho proprio tempo di fare la rivoluzione" dice una delle hostess. È una frase simbolo di una generazione.

UN "CAMBIO DI ROTTA"
Eppure, proprio mentre sembra andare in una direzione precisa, Generazione Low Cost, all'improvviso, svolta e ne prende un'altra. Come in quei cambi di rotta e di turno che capitano alle protagoniste del film. Che si addentra nei drammi personali di Cassandre, che ha appena perso la madre in un incidente. Il film racconta anche questo fatto in linea con tutto il resto che ha raccontato finora: non con scene madri, ma con una semplice telefonata a un call center in cui Cassandre non può cambiare il proprio piano telefonico perché le scheda è intestata alla madre. È un piccolo episodio, ma che riesce in poco tempo a far capire lo spaesamento della protagonista. Così come procede spaesato il film. È precario in certe inquadrature, così come nella struttura. È un film che a volte stupisce piazzando, in colonna sonora, un brano di Vangelis. Generazione Low Cost è così, e probabilmente è così che deve essere: precario per rappresentare una generazione precaria.

ADÈLE EXARCHOPOULOS, ANCORA RAGAZZA IN DIVENIRE
A tenerci incollati a un film fortemente imperfetto, ma vitale, è proprio lei, Adèle Exarchopoulos, che regala al film molta verità, aderenza al ruolo e quel modo un po' distratto e incurante di portare la sua bellezza. A volte sembra non rendersene conto, sembra non volerla valorizzare (come fa il suo personaggio, a cui viene fatto notare che non si è depilata). Ma il suo corpo e il suo volto, ogni volta che appare sullo schermo, rimangono impressi. Il rossetto rosso decora - e in qualche modo ingabbia, stilizza - le sue labbra carnose, e rende più adulto e serioso quel suo volto particolarissimo, che ha ancora un certo che di infantile. È ancora una ragazza in divenire, in un suo personale romanzo di formazione, come ne La vita di Adele. Uscirete dalla sala in sintonia con lei, imbronciati, ma con un senso di speranza.

CONCLUSIONI
Nella recensione di Generazione Low Cost vi abbiamo spiegato che la presenza scenica e l'immedesimazione di Adèle Exarchopoulos sono uno dei punti di forza di un'opera che si muove incerta tra film verità e storia più costruita, tra film di denuncia e spaccato di vita: è un film in equilibrio precario come la generazione che racconta.

MOVIEPLAYER.IT 3.0/5 - VOTO MEDIO 4.0/5

(da https://movieplayer.it/articoli/generazione-low-cost-recensione_26928/)