Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Downton Abbey II - Una nuova era (Downton Abbey: A new era)

 
pic_movie_1544   NUM   1544  
  DATA E CINEMA   2022.05.07 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Simon Curtis  
  ATTORI   Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim Carter, Brendan Coyle, Michelle Dockery, Hugh Dancy, Kevin Doyle, Joanne Froggatt, Robert James-Collier, Allen Leech, Phyllis Logan, Elizabeth McGovern, Sophie McShera, Tuppence Middleton, Lesley Nicol, Maggie Smith, Imelda Staunton, Penelope Wilton, Laura Haddock, Nathalie Baye, Dominic West, Samantha Bond  
  PRODUTTORE   Carnival Film & Television, Universal Pictures  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Gran Bretagna  
  CATEGORIA   Drammatico, Sentimentale, Storico  
  ANNO   2022  
  DURATA   125 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/downton-abbey-ii-una-nuova-era/61064/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Downton Abbey II - Una nuova era, il film diretto da Simon Curtis, è il sequel di Downton Abbey, basato sull'omonima e popolare serie TV britannica, ambientata all’inizio del XX Secolo nello Yorkshire.
Nella splendida tenuta di Downton Abbey, situata nella campagna inglese, vedremo ancora una volta intrecciarsi le vicende della famiglia Crawley con quelle della sua servitù. Mentre la villa è in pieno subbuglio a causa dei preparativi per il matrimonio di Tom Branson (Allen Leech) e della signorina Lucy Smith (Tuppence Middleton), ex cameriera, Lady Violet Crawley Grantham (Maggie Smith) riceve in eredità una villa nel sud della Francia. Riunita la famiglia, l'anziana Violet spiega come questa dimora, nota come Villa delle Colombe, le sia stata donata in gioventù da un uomo, con cui ha avuto una storia d'amore, prima di conoscere il suo futuro marito. Ora che il suo giovane amore è morto, la villa, ormai non più segreta, è passata di proprietà alla signora, che decide di recarvisi per un soggiorno, accompagnata da una parte della famiglia e dagli immancabili e fedeli servi, Mr. Carson (Jim Carter) e Mrs. Hughes (Phyllis Logan).

Nel frattempo a Downton Abbey si respira una ventata di modernità con l'arrivo del produttore Jack Barber (Hugh Dancy) e della sua troupe cinematografica, pronta a girare un film all'interno del lussuoso palazzo con l'appoggio di Lady Mary (Michelle Dockery). Non mancheranno di certo gli intrighi e i misteri, come quello sul passato di Lady Violet.
 

COMMENTO   Dodici anni fa, sul piccolo schermo, le storie di una famiglia aristocratica inglese e della sua splendida dimora, Downton Abbey, iniziavano nel 1912, data ricordata per il naufragio del Titanic. Alla prima sono seguite cinque stagioni di una serie che è diventata, a sorpresa, un successo planetario, che ha visto milioni di spettatori delle più disparate provenienze geografiche e sociali appassionarsi alle vicende dei Crawley e del mondo parallelo (ma paradossalmente spesso convergente) della loro servitù, tra grandi eventi epocali come la prima guerra mondiale ed episodi personali, nuovi amori, nascite, conflitti, morti (anche i ricchi, insomma, piangono o hanno pianto almeno una volta nella vita). Nel 2019, dopo la fine della serie, l'autore Julian Fellowes e i suoi affiatatissimi compagni di viaggio hanno affidato al cinema l'atteso proseguimento della storia e oggi ci riportano nel passato con un film girato in piena pandemia e ambientato nel 1928, nove mesi dopo il precedente, gradito e immersivo ritorno in un mondo in cui l'amore e il desiderio di superare le difficoltà restando uniti, di fronte ad un'epoca che cambia vertiginosamente passo, è la vera ragione d'essere di un prodotto che è un perfetto “companion” per chi questo mondo conosce ed ama, grazie a quanto sopra.

Questo lungo preambolo per dire che Downton Abbey – Una nuova era potrebbe essere forse apprezzato anche da chi non ha mai visto il film precedente o un episodio della serie, ma che è essenzialmente diretto a chi invece ha accolto nel suo mondo emotivo ed è stato conquistato da questa saga curatissima, una volta messo da parte il pregiudizio per i film e le serie in costume, che nel caso ad esempio di chi scrive, a meno che dietro la macchina da presa non ci fossero Stanley Kubrick, Luchino Visconti o l'Altman di Gosford Park – non a caso scritto da Fellowes e archetipo di Downton Abbey – spesso ci sembravano artefatti e lontani dalla sensibilità moderna. Il genio dell'autore, invece, sta proprio nell'averci avvicinato quel mondo di privilegi e ricchezze, mostrandoci l'umanità comune alla base di tutte le storie e l'aver raccontato con la stessa precisione storica e partecipazione empatica il controcampo di quell'ambiente, ovvero la quotidianità di chi non aveva spesso altra scelta, per lavorare, di dedicare il suo tempo e la sua vita al servizio dei più fortunati. Da sempre, Downton Abbey racconta anche i cambiamenti tecnologici e di costume, mostrandoci il dinamismo dell'evoluzione sociale, ben lungi dunque dall'essere un ritratto statico o nostalgico di un mondo destinato a scendere a sempre maggiori compromessi e in molti casi a scomparire. Stavolta, la “nuova era” è addirittura nel titolo del film, e se nel precedente la visita dei reali a Downton sembrava una tappa fondamentale del passato, qua siamo proiettati non solo all'esterno dell'Inghilterra, ma addirittura nel mondo del cinema muto nella fase di passaggio al sonoro.

La premessa della trama è probabilmente nota e piuttosto semplice: nella vita della famiglia Crawley avvengono due cose che obbligano la famiglia a dividersi e offrono allo spettatore due storie che procedono in parallelo, fino alla ricongiunzione (e risoluzione) finale. Dopo il matrimonio di Lucy e del vedovo di Lady Sybil, Tom Branson, accolto a pieno titolo nella famiglia nonostante le idee socialiste e le umili origini, un notaio viene a dare notizia ai Crawley che la Contessa Madre ha ricevuto in eredità da un marchese francese una villa nel Sud della Francia, negli anni Venti già rinomato luogo di villeggiatura degli scrittori e intellettuali americani. Lord Crawley e Cora sono invitati, con chiunque desideri andare, a conoscere il figlio e la moglie dello sconosciuto che ha compiuto questo gesto e a scoprire il mistero dietro l'episodio, attorno al quale l'anziana contessa (tornata a vivere a Downton per motivi di salute) sembra piuttosto vaga. Contemporaneamente, un produttore della British Lion chiede la concessione di Downton per le riprese di un film hollywoodiano con due star espatriate, suscitando un bel subbuglio tra la servitù e i proprietari. Nonostante la contrarietà di Lord Crawley, dell'anziano Carson e dei più attempati e tradizionalisti membri del clan, la proposta è economicamente allettante, perché permetterebbe di fare necessarie riparazioni al tetto della tenuta, che perde acqua. Mary, ormai incaricata ufficialmente di prendersi cura della dimora, decide di accogliere l'offerta e dunque il castello di Highclere (dove è ambientata la fittizia Downton Abbey) accoglie ben due troupe: quella del film e quella del film nel film, in un delizioso gioco di scatole cinesi che ripropone situazioni che ricordano Cantando sotto la pioggia, visto che all'improvviso il film muto deve essere trasformato in sonoro e offrono anche un divertente e "compensativo" rovesciamento di ruoli.

Queste le due linee narrative del film, che si apre come dicevamo con un matrimonio e si conclude con una nascita, mettendo in mezzo molto altro tra cui un momento sinceramente commovente. Colpisce ancora una volta l'amore impiegato dai realizzatori in tutti i reparti (qua il regista è Simon Curtis, marito tra l'altro dell'attrice Elizabeth McGovern che interpreta Lady Cora) in ogni minimo dettaglio dell'ambientazione e della storia, tanto che è impossibile, vedendo il film, non credere alla realtà di quello vediamo e pensare, come altre volte ci è successo, che stiamo assistendo a una recita di attori in costume. Non diremo quali, ma molti personaggi trovano in Downton la loro giusta “chiusura”, regalandoci soddisfazioni a lungo attese. Si ride come al solito molto per l'arguzia delle battute e la finezza delle interpretazioni: Dame Maggie Smith come al solito giganteggia sopra tutti, ma il cast è talmente rodato e in parte da sfiorare la perfezione: è come se mentre noi non guardavamo le loro storie fossero davvero continuate altrove. Ottime anche le guest star: un magnifico Dominic West nel ruolo dell'attore inglese espatriato a Hollywood, un mix tra David Niven e Douglas Fairbanks con l'immancabile baffetto, una bravissima Laura Haddock nella parte della fatua diva tutta glamour ma di umili origini, Hugh Dancy in quella del regista che flirta con Lady Mary e la grande attrice francese Nathalie Baye che è l'ostile padrona della dimora francese intestata alla Contessa, tutt'altro che maestra di bon ton e savoir faire.

Se proprio vogliamo trovare dei (piccoli) difetti, appare forse un po' ridondante la sottotrama del problema che deve affrontare lady Cora e bizzarra (forse Matthew Goode non era disponibile?) la completa assenza del marito di Mary, Henry Talbot, mentre i bambini sono quasi un tutto indistinto. Ma nell'insieme Downton Abbey – A New Era è un perfetto omaggio (conclusivo?) ai fan della serie e dei personaggi, da godere in ogni particolare, un'evasione in un mondo di fantasia che comunque la si pensi in merito riesce a conquistarci anche nostro malgrado. E di evasione, di questi tempi, c'è dannatamente bisogno. In fondo il passato - per definizione e per fortuna - è passato e possiamo godercelo senza l'incertezza del futuro.

di Daniela Catelli
Saggista traduttrice e critico cinematografico
Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità