Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Belfast (Belfast)

 
pic_movie_1526   NUM   1526  
  DATA E CINEMA   2022.02.24 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Kenneth Branagh  
  ATTORI   Jamie Dornan, Jude Hill, Caitriona Balfe, Judi Dench, Ciarán Hinds, Lara McDonnell, Gerard Horan, Turlough Convery, Conor MacNeill, Bríd Brennan, Gerard McCarthy, Sid Sagar, Zak Holland, Barnaby Chambers, Olive Tennant, Josie Walker  
  PRODUTTORE   TKBC  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Van Morrison  
  PAESE   Gran Bretagna  
  CATEGORIA   Biografico, Drammatico, Commedia  
  ANNO   2021  
  DURATA   107 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/belfast/61190/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Belfast, film diretto da Kenneth Branagh, è ambientato negli anni '60 durante l'inizio dei Troubles, ovvero il conflitto nordirlandese, che ebbe inizio nel 1968 per durare ben trent'anni.

Il film racconta la storia di Buddy (Jude Hill) un bambino di 9 anni che vive con i genitori (Jamie Dornan e Caitriona Balfe) e i suoi nonni (Judi Dench e Ciarán Hinds), due arzilli anziani, nel North Belfast. La sua famiglia appartiene alla working class, ma dove abita tutti si conoscono e questo fa sì che la famiglia di Buddy sia un po' in tutta Belfast. Il ragazzino trascorre le giornate nei pressi di un cinema o di fronte la TV a guardare film e programmi americani, che lo portano lontano, oltreoceano.

Siamo verso la fine degli anni '60, quando la tranquillità respirata a Belfast viene soppiantata da un malcontento generale, che vede schierarsi cattolici contro protestanti. Iniziano rivolte e attacchi, finché tutta la città non diventa lo scenario di un conflitto che porterà inevitabilmente ai tumulti della guerra civile.

L'infanzia di Buddy è segnata, la serenità vissuta fino a quel momento ha lasciato spazio a tante domande. Il bambino si sente come in uno dei suoi film, dove i cattivi e gli eroi si danno battaglia gli uni con gli altri. Vede sua madre cercare con fatica di proteggere la famiglia, mentre suo padre è in Inghilterra per lavoro. Buddy si chiede se sua madre sia disposta a sacrificare il suo passato per il bene dei suoi cari, se i suoi nonni ne usciranno illesi e, soprattutto, se il padre lontano sia quell'eroe di cui hanno bisogno per arrestare la guerra...
 

COMMENTO   Nel suo bel film autobiografico Kenneth Branagh ci riporta negli anni Sessanta, tempi turbolenti e dolorosi per il suo Paese, ma anche felici per un bambino vivace come lui, allegro e molto amato. Un piccolo film fatto con molto amore che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con i suoi bravissimi attori e lo sguardo innocente e curioso del piccolo Buddy, entusiasta del cinema, della sua famiglia e della vita.
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Un artista, quando decide di confrontarsi con la sua infanzia, rispetto a noi comuni mortali ha il vantaggio di poterlo fare pubblicamente, trasfigurando i suoi ricordi con lo strumento che usa per esprimersi. Steven Spielberg ce ne racconterà qualcosa nel suo prossimo film e Kenneth Branagh ha scelto di farlo a modo suo con Belfast, vincitore del premio del pubblico al festival di Toronto all'Heartland Film Festival di Indianapolis e a quello di Middleburgh in Virginia, presentato con successo alla Festa del cinema di Roma. Classe 1960, Branagh aveva l’età del vivace protagonista che lo rappresenta quando viveva nella capitale nord irlandese, dove è andato alle elementari, ha vissuto il primo amore e i sogni, pur se immerso suo malgrado nel caos dei “troubles”, l’inizio del conflitto tra protestanti e cattolici che agli occhi di un bambino diviso tra i sermoni minacciosi di un pastore e le confuse nozioni in materia appariva a dir poco nebuloso.

La carta vincente di Belfast sta proprio qui: nel raccontare attraverso lo sguardo del se stesso bambino all’età di 9 anni un periodo della vita felice per antonomasia, a prescindere da tutto il resto. Circondato dall’amore della sua famiglia, soprattutto dei nonni, e confuso dalle liti per problemi economici tra i genitori giovani, belli e carismatici ma soprattutto innamoratissimi, il piccolo Buddy del film da grande arriverà a comprendere, come molti altri irlandesi, costretti a lasciare il proprio paese per cercare una vita migliore e più pacifica in Inghilterra (vista come un paese razzista e lontano), che la strada in cui vive e le persone che ha conosciuto e amato nei suoi primi anni gli sono rimasti per sempre accanto, molto tempo dopo essersene andati.

Belfast è puro Branagh, nel bene e (per chi non lo ama) nel male. Vale a dire è un film realizzato con grande amore e perizia tecnica, entusiasmo e allegria: si percepisce anche nei suoi momenti più drammatici una gioia nella narrazione che avrà sicuramente contagiato gli attori e la troupe. A chi scrive, Branagh è sempre stato umanamente simpatico e ci piace come attore, anche se come regista non sempre ci ha convinto. Anche in Belfast qua e là si coglie, pur nella bellezza di un bianco e nero che ci riporta indietro nel tempo, qualche piccola furberia. Non mettiamo in dubbio (e ci commuoviamo anche un po', essendo più o meno coetanei del regista) che in casa Branagh si guardasse Star Trek in tv, e che al cinema ci si divertisse con Citty Citty Bang Bang e Un milione di anni fa con Raquel Welch. Ma che il piccolo Buddy leggesse i fumetti di Thor ci sembra più un pensiero retroattivo, una strizzata d'occhio per rendere chiaro al pubblico che sì, si parla proprio di lui.

Con i suoi meravigliosi attori e la ricostruzione di un periodo storico davvero in bianco e nero, diviso in contrasti feroci, lacerato da guerre di religione (quanto poco sembra cambiato, da allora!) e di un ambiente che si concentra su una strada coi suoi abitanti e i suoi immediati dintorni, Kenneth Branagh firma una dichiarazione d'amore ad un paese, al cinema e soprattutto alla sua famiglia, a tutti coloro che non si sono arresi alla violenza e hanno avuto la fortuna di poter cercare altrove una vita migliore e pacifica. Se è un enorme piacere assistere agli affettuosi duetti tra i nonni, interpretati dal sempre ottimo Ciaràn Hinds (invecchiato per l'occasione, visto che ha quasi 20 anni meno della sua partner) e da Judi Dench, è perfetta anche la coppia rappresentata da Jamie Dornan (un attore bravissimo che torna qua ai suoi livelli migliori) e Catriona Balfe. Ma è soprattutto il piccolo Buddy, con quel sorriso e quello sguardo vivace, a farci innamorare di un film che è forse a tratti un po' lezioso, ma ha dalla sua una sincerità e un entusiasmo capaci, come si è già visto, di conquistare il pubblico di tutto il mondo.

di Daniela Catelli
Saggista traduttrice e critico cinematografico
Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità