Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Assassinio sul Nilo (Death on the Nile)

 
pic_movie_1520   NUM   1520  
  DATA E CINEMA   2022.02.10 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Kenneth Branagh  
  ATTORI   Kenneth Branagh, Gal Gadot, Armie Hammer, Rose Leslie, Annette Bening, Emma Mackey, Letitia Michelle Wright, Sophie Okonedo, Tom Bateman, Adam Garcia, Dawn French, Rick Warden, Ali Fazal, Jennifer Saunders, Russell Brand  
  PRODUTTORE   The Estate of Agatha Christie, Twentieth Century Fox  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Patrick Doyle  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Drammatico, Giallo  
  ANNO   2022  
  DURATA   127 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/assassinio-sul-nilo/57940/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Assassinio sul Nilo, il film diretto e interpretato da Kenneth Branagh, è basato sull'omonimo romanzo di Agatha Christie, già portato sul grande schermo nel 1978 nel film con Peter Ustinov nei panni di Hercule Poirot.
La storia originale vede Linnet Ridgeway (Gal Gadot), bella e ricca ereditiera, che ha appena sposato il fidanzato (Armie Hammer) della sua migliore amica Jacqueline de Bellefort.
Per la loro luna di miele, gli sposi decidono di fare una crociera sul Nilo. Tra i passeggeri del battello si trova, ovviamente, il celebre detective belga Hercule Poirot. Una sera, Jacqueline fa irruzione sulla barca e spara al suo ex fidanzato, ferendola a una gamba.
Scioccata dal suo proprio gesto e in preda a un esaurimento nervoso, la donna viene sedata con una potente dose di morfina che la lascia incosciente tutta la notte. La mattina dopo viene scoperto il corpo senza vita di Linnet Ridgeway.
Se Jacqueline non può certamente essere l'autrice dell'omicidio, chi sarà il colpevole del crimine? Indagando, Hercule Poirot scoprirà presto che ciascuno dei passeggeri aveva una buona ragione per ucciderla.
 

COMMENTO   Poirot e i suoi baffi, già protagonisti del precedente Assassinio sull'Orient Express, qui sono ancora più legati. Tanto che un prologo in bianco e nero di quei baffi fa una origin story, oltre che a parlare dell'unico grande amore di Poirot. Più che puntare sul giallo, sul classico whodunit, Kenneth Branagn, alla seconda interpretazione del geniale e ossessivo investigatore belga creato da Agatha Christie, si concentra infatti su sentimenti e umanità. In senso quasi filologico: perché la Christie col giallo barava, e si capiva che gli stava a cuore parlare dei personaggi, della loro psiche, delle loro contraddizioni. E Poirot, l'ossessivo, analitico, razionale Poirot, è sempre stato un attento osservatore della natura umana e dei sentimenti, la cui comprensione è sempre stato l'elemento chiave per risolvere i suoi casi, ben più dei veri e propri indizi o delle prove. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
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Quando ho visto Assassinio sull'Orient Express, il primo dei film diretti e interpretati da Kenneth Branagh nei panni del leggendario Hercule Poirot, ho pensato quasi esclusivamente ai baffi di quel personaggio.

Ora: va bene che il cinema, prima di Branagh, ci aveva abituato male, tradendo in praticamente ogni adattamento le indicazioni date da Agatha Christie sui baffi di Poirot, più volte descritti come "giganteschi", "immensi" e "straordinari", e che proprio in quel romanzo lì, in "Assassinio sull'Orient Express", parla di Poirot come di "un piccolo uomo con degli enormi baffi", ma io baffi come quelli lì non li avevo mai visti. Grandi, enormi, certo, ma strani, stranissimi, tanto che in molte scene, quando Poirot è visto di profilo, pare che parte di quei baffi, la parte che crea una seconda punta arricciata, cresca, o sia disegnata, sulla guancia.

Immaginerete quindi la mia sorpresa quando, in un prologo in bianco e nero ambientato all'epoca della Grande Guerra, in Assassinio sul Nilo si racconta la origin story, per dirla in gergo contemporaneo, di quei baffi. E, assieme alla genesi dei baffi, si parla di Katherine, l'unica donna mai amata da Poirot, alla quale si fa un sottile riferimento anche nel film precedente.

Il perché di questo prologo è piuttosto chiaro, o comunque lo diventa man mano che il film procede.
E se la questione dei baffi - che in Assassinio sul Nilo variano rispetto all'Orient Express, che sono meno enormi, ma più arditi, con una doppia arricciatura ben evidente da ogni lato - può sembrare solo una curiosità (salvo poi assumere una valenza nuova nel finale), è chiaro che l'enfasi sul rapporto di Poirot con Katherine sta lì per annunciare allo spettatore che tutto il film che sta per vedere si basa più sui sentimenti che non su una tradizionale vicenda gialla.

Intendiamoci: il giallo c'è eccome. C'è l'assassinio (più assassinii) e ci sono gli assassini, e Poirot fa funzionare le sue piccole cellule grigie e tutto il resto, e smaschera tutto e tutti. Però. Però, se tutto sommato il precedente Assassinio sull'Orient Express si era tenuto mediamente fedele al testo della Christie, qui Branagh e il suo sceneggiatore (che è, ancora una volta, Michael Green), tradiscono molto di più, quasi arrivando a snaturare.

Non solo perché infilano anche in questa storia Bouc, l'amico di Poirot interpretato da Tom Bateman, ma anche perché, continuando a giocare anche con le etnie e i colori della pelle, come nel film precedente, modificano molti tratti dei personaggi, rendendo alla fine della fiera questo Assassinio sul Nilo un film sulla potenza e il tormento dell'amore.

Che poi, a ben vedere, il tradimento alla fine è tutto relativo.
Per quanto la Christie sia famosa per le sue trame, c'è anche da dire che le sue sono trame che spesso e volentieri tradiscono sfacciatamente le regole del giallo, barando un po' con il lettore, e quello che rende così amati i suoi romanzi è proprio la grande attenzione all'elemento umano, ai sentimenti dei personaggi, alla voglia della scrittrice di svelare le ipocrisie della upper class britannica, perfino la passionalità che si nascondeva dietro l'impeccabile understatement. E Poirot, l'ossessivo, analitico, razionale Poirot, è sempre stato un attento osservatore della natura umana e dei sentimenti, la cui comprensione è sempre stato l'elemento chiave per risolvere i suoi casi, ben più dei veri e propri indizi o delle prove. Che, come in questo caso, sono virtualmente inesistenti.

Allora, forse, con tutti i suoi tradimenti del testo, con le variazioni sui personaggi, con gli eccessi di CGI e quel po' di ansia di troppo di rendere esteticamente e narrativamente moderni e contemporanei i racconti della Christie, a ben vedere l'ossessione di Assassinio sul Nilo per i sentimenti ha qualcosa di filologico. Non dico di commovente, no, sarebbe troppo: ma perlomeno di coinvolgente. E, perfino, un pizzico sorprendente, considerando la scena finale del film, e dove e come e da chi Branagh porta Poirot. Poirot e i suoi baffi.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival