Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Gli occhi di Tammy Faye (The eyes of Tammy Faye)

 
pic_movie_1518   NUM   1518  
  DATA E CINEMA   2022.02.08 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Michael Showalter  
  ATTORI   Jessica Chastain, Andrew Garfield, Vincent D'Onofrio, Sam Jaeger, Cherry Jones, Fredric Lehne, Louis Cancelmi, Gabriel Olds  
  PRODUTTORE   Fox Searchlight Pictures, Freckle Films, MWM Studios  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Theodore Shapiro  
  PAESE   USA, Canada  
  CATEGORIA   Drammatico, Biografico  
  ANNO   2021  
  DURATA   126 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/gli-occhi-di-tammy-faye/61139/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Gli occhi di Tammy Faye, il film diretto da Michael Showalter, è l'adattamento dell'omonimo documentario di Fenton Bailey e Randy Barbato e racconta la vera storia di Tammy Faye Bakker (Jessica Chastain) e di suo marito Jim (Andrew Garfield), due predicatori televisivi americani che negli anni 70' e 80' ebbero uno straordinario successo.
I due coniugi di modeste origini, diedero vita al più grande canale televisivo religioso degli Stati Uniti diventando dei veri e propri punti di riferimento cristiani per tantissimi americani. Nel loro programma, The PTL Club, noto anche come The Jim and Tammy Show, i due erano soliti trattare temi che avevano a che fare con il sesso, l'omosessualità e l'AIDS. I numerosi seguaci della coppia apprezzavano i loro insegnamenti d'amore e di accoglienza.
Tammy Faye divenne nota per le sue straordinarie ciglia, il suo modo unico di cantare e la sua amorevole attitudine nel dare accoglienza e accettare persone di ogni ceto sociale e con ogni tipo di esperienza di vita. Il programma ebbe un grandissimo successo, tanto che Tammy Faye e Jim divennero così ricchi e famosi che aprirono successivamente un grande parco a tema religioso.
Nel 1987 a seguito di uno scandalo sessuale che coinvolse Jim, cominciarono i primi problemi per la coppia, a cui seguirono irregolarità finanziarie, imbrogli e complotti, che segnarono non solo la fine del matrimonio tra Jim e Tammy Faye ma che demolirono completamente anche il loro grande impero.
 

COMMENTO   Apre la Festa del Cinema di Roma 2021 un biopic senza guizzi, che si concentra e si esaurisce nella sua protagonista e nell'interpretazione funzionale (né buona né cattiva) di Jessica Chastain, nascosta sotto trucco e parrucco ingombranti. La recensione di Federico Gironi.
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In un recente articolo su Jessica Chastain pubblicato di recente sul sito statunitense Vulture, si sostiene che l'attrice "dice ogni battuta come se stesse cercando di superare un corso intensivo di recitazione, e la cosa quasi sempre si traduce in una performance che non è tanto buona o cattiva quanto 'corretta per il progetto', anche quando il film può essere più facilmente etichettato come bello o brutto."
Gli occhi di Tammy Faye è un film piuttosto bruttino, nel quale la sua protagonista - che è anche produttrice, e che ha cercato per anni e con caparbietà di realizzare il progetto - offre una di quelle interpretazioni lì. Una di quelle che non è tanto da applaudire o denigrare per qualità e intensità, quando da apprezzare per la sua totale funzionalità al personaggio e alla sua storia.

Tammy Faye Bakker. Col marito Jim, televangelisti da 20 milioni di spettatori al giorno, poi al centro di un'enorme scandalo quando è venuto fuori che lui, oltre a fare cose non proprio da pastore con altre donne, e altri uomini, sottraeva le donazioni dei suoi "partner" destinate all'edificazione di una sorta di megalomane cittadella critiana (una sorta di Milano 2 evengelica in Carolina) per accumulare ricchezze personali.

Truffatori: sicuro. Invasati: probabile. Ma Tammy Faye, forse, cattiva non era. Fragile, magari. Figlia di primo letto di una donna severa in anni (i primi Cinquanta) in cui il divorzio era ancora un marchio d'infamia, e per tutta la vita alla ricerca dell'amore di qualcosa o qualcuno, di Dio o degli uomini, personaggio ingenuo, grottesco, sopra le righe, fastidioso e pure patetico. Non nel senso buono. E però, capace di parlare dei diritti degli omosessuali in anni in cui (gli Ottanta, ma ancora nei Novanta) essere gay era ancora un marchio d'infamia, specie tra gli invasati della fede.

A partire da un documentario omonimo, Gli occhi di Tammy Faye ci racconta vita, ascesa e caduta della sua protagonista (c'è anche Jim, certo, ma non conta: anche perché Andrew Garfield non è Jessica Chastain, e nemmeno più il Garfield che ogni tanto azzeccava qualcosa), sulla quale si concentra e nella quale si esaurisce.

Tanto il film quanto l'interpretazione della protagonista sono ossessivi ma anche banalmente illustrativi nel ricreare la ridicola pacchianeria, l'assenza di senso del ridicolo, l'ipocrisia prima di tutto verso se stessi e poi verso gli altri di una donna a suo modo fragile, a suo modo fortissima. A casa portano al massimo un paio di scene dove la recitazione sopra le righe è finalmente funzione di qualcosa, o dove al contrario il silenzio comunica quel che le parole non sanno fare.

Quel che Gli occhi di Tammy Faye non riesce a fare è, oltre all'andare sotto la superficie delle cose, è rendere in qualche modo esemplare questa parabola. A far sì che il grottesco e il patetico diventino a modo loro veicolo di empatia: Tammy Faye, con quel trucco orripilante indossato dalla Chastain con sprezzo del pericolo, è imbarazzante per sé e fastidiosa per chi la guarda, noi compresi, che non ne sentiamo mai davvero l'umanità, figuriamoci l'eventuale carisma.

Non servono a molto i tentativi nemmeno troppo velati del regista Michael Showalter di fare di Gli occhi di Tammy Faye l'ennesimo film sull'America.

Anche se, certo, un film anche così sulle nostre Vanna Marchi, noi in Italia ancora non l'abbiamo fatto.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival