Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Il capo perfetto (El buen patrón)

 
pic_movie_1500   NUM   1500  
  DATA E CINEMA   2021.12.29 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Fernando León de Aranoa  
  ATTORI   Javier Bardem, Almudena Amor, Manolo Solo, María de Nati, Mara Guil, Óscar de la Fuente, Sonia Almarcha, Celso Bugallo, Fernando Albizu, Tarik Rmili, Rafa Castejón, Daniel Chamorro, Martín Páez, Yaël Belicha, Dalit Streett Tejeda  
  PRODUTTORE   MK2 Films, Orange, Radio Televisión Española, Reposado Producciones, Televisió de Catalunya, The MediaPro Studio  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Zeltia Montes  
  PAESE   Spagna  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2021  
  DURATA   120 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/il-capo-perfetto/61503/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Il capo perfetto, film diretto da Fernando León de Aranoa, racconta cosa accade nella fabbrica Blanco Básculas, che produce bilance di tutti i tipi. A capo della ditta c'è il proprietario, Blanco (Javier Bardem), noto per essere un dirigente comprensivo, buono e carismatico. Quando viene a sapere che nella sua impresa è prossimo l'arrivo di una commissione d'ispezione, che sta facendo visita a tutte le aziende del posto per scegliere chi si aggiudicherà una premiazione di eccellenza, Blanco inizia a controllare che tutto nella fabbrica sia al posto giusto. In breve tempo deve preparare il suo gruppo di operai alla visita e risolvere eventuali problemi.
Ad aumentare maggiormente le sue ansie e le sue preoccupazioni arriva un operaio licenziato, che si presenta in azienda insieme ai due figli per chiedere di essere di nuovo assunto. Non vedendo la sua richiesta assolta, l'ex dipendente inizia a calunniare e diffamare Blanco...
 

COMMENTO   La perfezione non esiste, ma l'imprenditore Blanco la declina con notevole perfidia. Grande umanità solo apparente, emerge una sottile arte manipolatoria una volta che va avanti questa commedia nera, sociale eppure leggera. Terza collaborazione fra Fernando Leon de Aragona e un Javier Bardem in grande forma, sornione e in fondo simpatico. Si sorride e ci si diverte, con una perversità in fondo liberatoria. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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Nessuna azienda in crisi, per una volta, ma l’ordinaria gestione di una fabbrica e del suo proprietario. Il capo perfetto, come indica un titolo chiaramente ironico che ci prepara a un film che frequenta con grande disinvoltura i territori della commedia nera, mescolando durezza del sottotesto sociale con una leggerezza troppo spesso scambiata per superficialità. Ben venga il cinema di denuncia sociale francese di un Brizé, che insegue un booster di anticorpi sociali in un contesto troppo spesso silente. Ma ben venga anche Fernando León de Aranoa, che sposta l’attenzione dalla rottura della quiete aziendale a causa delle recenti crisi in serie e delocalizzazioni a una realtà molto localizzata, ordinaria e tradizionale. E anche di successo.

Proprio così, perché Blanco, ovvero Javier Bardem, si sta concentrando per completare la sua parete dei trofei con un nuovo premio regionale per l’eccellenza, a cui concorre con ottime possibilità di vittoria. Produce bilance industriali da decenni, ha ereditato dal padre e si gode la vita come signorotto di provincia, amico del sindaco e delle varie autorità. A bordo piscina sfoglia il giornale la domenica insieme alla moglie, che occupa le giornate con un negozio di abbigliamento in centro, mentre lui è stimato per una grande umanità e l’equilibrio indispensabile per un produttore di bilance. Il primo a piacersi è lui, che mette il suo carisma e il suo fascino al servizio delle giovani stagiste dell’impresa. Verso una in particolare sente il dovere di un’attenzione squisitamente umana. Risponde a modo suo alle sfide della contemporaneità, attento alle vite personali dei suoi dipendenti, più che altro affinché non si ripercuotano negativamente sulla loro performance lavorativa. “Siamo una grande famiglia”, non smette di ricordare ogni minuto ai suoi “adorati” dipendenti. Anche quando deve accompagnare qualcuno alla porta, ma sempre in maniera “molto umana”. Come una gamba che va amputata per non pregiudicare l’organismo, o un bonsai da potare.

Insomma, Blanco tende a confondere la responsabilità sociale dell’imprenditore, fra i maggiori datori di lavoro di zona, con il capriccio arbitrario del tiranno nel suo regno. Ogni giorno mette in scena una rappresentazione che somiglia alla precedente, in cui gli interpreti entrano nei loro personaggi nascondendo con sempre maggiore difficoltà quello che veramente accade dietro le quinte. Le dinamiche non sono sempre limpide, e Blanco si muove sull’orlo della manipolazione senza troppi scrupoli etici. La quiete dello spettacolo viene turbata da un dipendente appena cacciato, che non accetta la decisione che lo rovina e si piazza all’entrata della fabbrica con i figli a cui non riesce più a badare. Facendo rumore e attirando l’attenzione. C’è di che compromettere la vittoria del premio.

Il capo perfetto regala una nuova interpretazione mirabile di Bardem, capace di risultare carismatico e in fondo anche simpatico nonostante la sua perfidia sottile. Si innescano una serie di disastri che rendono questa storia appassionante e molto più realistica di quanto ci piacerebbe ammettere. Una tragedia sulla mediocrità, un melodramma grottesco recitato con maschere sempre più trasparenti, che ci pone di fronte a come sia ordinaria amministrazione truccare la bilancia perché la misurazione risulti esatta.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito