Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 La persona peggiore del mondo (Verdens verste menneske)

 
pic_movie_1497   NUM   1497  
  DATA E CINEMA   2021.12.21 KAPPADUE  
  RASSEGNA   CINEMA D'ESSAI  
 
     
  REGISTA   Joachim Trier  
  ATTORI   Renate Reinsve, Anders Danielsen Lie, Herbert Nordrum, Maria Grazia Di Meo, Hans Olav Brenner, Silje Storstein, Marianne Krogh, Vidar Sandem  
  PRODUTTORE   Arte France Cinéma, Oslo Pictures, Snowglobe Films  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Ola Fløttum  
  PAESE   Norvegia, Francia, Svezia, Danimarca  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2021  
  DURATA   121 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/la-persona-peggiore-del-mondo/61292/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   La Persona Peggiore Del Mondo, film diretto da Joachim Trier, è incentrato sugli ultimi quattro anni della vita di Julie (Renate Reinsve), una donna prossima ai trent'anni che non riesce a trovare il suo posto nel mondo né a dare un ordine alla sua caotica esistenza. La ragazza non sa ancora quale percorso professionale intraprendere, per non parlare della sua vita sentimentale, che storia dopo storia si rivela puntualmente un disastro.
Quando incontra Aksel (Anders Danielsen Lie), un autore 45enne di successo, Julie crede di aver trovato finalmente un po' di stabilità, almeno in amore. Ma a scombinare i suoi piani arriva l'affascinante Eivind (Herbert Nordrum), che la porterà ad avere forti dubbi sulla sua nuova relazione. È a questo punto che Julie dovrà imparare prima a guadarsi dentro e capire chi è veramente, per poi iniziare a dare un senso e soprattutto un ordine alla sua vita.
 

COMMENTO   In concorso a Cannes 2021, dove la protagonista Renate Reinsve ha meritatamente vinto il premio come miglior attrice, La persona peggiore del mondo racconta la maturazione sentimentale ed emotiva di una ragazza di Oslo mescolando con garbo i toni della commedia e quelli del dramma. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
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Un prologo, 12 capitoli e un epilogo.
In mezzo, la maturazione sentimentale, emotiva e personale di una giovane donna, Julie. Julie, che nel prologo Joachim Trier ci racconta come ragazza insicura riguardo studi e carriera, ondivaga, che pare trovare stabilità in Aksel, un fumettista che ha quasi 15 anni più di lei. E che nell'epilogo ritroviamo finalmente in pace con sé stessa, dopo alcuni anni, la relazione con Aksel, quella con Eivind, gioie e dolori della vita passati sotto i ponti, e le tante scelte difficili che a volte devi fare per crescere e trovare la tua strada, anche se ti fanno sentire la persona peggiore del mondo. E difatti si chiama proprio così, il film di Trier presentato in concorso al Festival di Cannes: Verdens Verste Menneske, "la persona peggiore del mondo".

Il canovaccio del film scritto e diretto da Trier è piuttosto semplice. Proprio perché semplice è abbastanza universale, e ottimo per essere declinato in vari modi: in chiave di commedia oppure di dramma, secondo coordinate più semplici e commerciali o altre più cerebrali e autoriali. Quello che fa il norvegese è tenere insieme i registri dei due generi, dramma e commedia (che poi sono i due aspetti della stessa medaglia, la vita), e girare un film d'autore capace di una leggerezza che fa simpatia. Non era facile.

Quel che era facile, in una storia e in un film del genere, era che i personaggi (la vagheggiante e insicura Julie per prima, ma anche i due suoi uomini) finissero per risultare antipatici. E invece non è così, perché Trier - che a questi personaggi vuole bene, e non li tratta da cinico demiurgo come spesso accade ai registi da festival e non solo - ne fa emergere sempre un'umanità nella quale è impossibile non riconoscersi, e con cui quindi non si può non solidarizzare. Merito anche degli interpreti: la sorpresa Renate Reinsve (che a Cannes ha vinto il premio come miglior attrice), il bravissimo Anders Danielsen Lie e Herbert Nordrum.

Se poi Julie a tratti appare immatura per essere una ragazza che ha quasi trent'anni all'inizio della sua relazione con Aksel, lo è perché in Verdens Verste Menneske Trier ragiona anche, dal punto di vista di un uomo della sua età, sul presente e sulle differenze tra generazioni, in un mondo sempre più privo di punti di riferimento e che anzi vede dissolversi progressivamente anche le poche certezze che sono esistite finora.

E così nel suo film c'è spazio anche per scene in cui si ragiona con ironia sulle ansie aggressive della woke culture, contrapponendo il pensiero di Aksel (che poi è quello di Trier, e anche il mio, per quel che conta) sull'arte e la sua libertà, a quello di una post-femminista molto arrabbiata che non gliene fa passare una.

Ma spazio c'è anche per il femminismo assai più sensato di Julie, e per i suoi rapporti con la sua madre, e con un padre assente, con la necessità di trovare una strada autonoma, e perfino per scene lisergiche forse superflue, ma che il regista norvegese gestisce senza svaccare mai, e alle quali riesce anche a dare senso narrativo chiaro e non pretestuoso.

E poi ci sono dei confronti tra Julie e Aksel, dopo la fine della loro relazione, che sono di una sincerità e di una semplicità che sono commoventi e disarmanti, per quello che dicono sulla coppia, e sulla vita in generale.

Sono le punte massime di un film, Verdens Verste Menneske, che magari non è un capolavoro, ma che è semplice senza essere scialbo, sincero e pure simpatico senza essere mai sciocco.
Avercene di più, di film così.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival