Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 La scuola cattolica (La scuola cattolica)

 
pic_movie_1481   NUM   1481  
  DATA E CINEMA   2021.10.20 KAPPADUE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Stefano Mordini  
  ATTORI   Benedetta Porcaroli, Giulio Pranno, Emanuele Maria Di Stefano, Giulio Fochetti, Leonardo Ragazzini, Alessandro Cantalini, Andrea Lintozzi, Guido Quaglione, Federica Torchetti, Angelica Elli, Gianluca Guidi, Luca Vergoni, Corrado Invernizzi, Francesco Cavallo, Fabrizio Gifuni, Valentina Cervi, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca  
  PRODUTTORE   Warner Bros. Entertainment Italia e Picomedia  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2021  
  DURATA   106 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/la-scuola-cattolica/59480/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   La Scuola cattolica, film diretto da Stefano Mordini, racconta la tipica vita scolastica all'interno di un rinomato istituto religioso maschile della Roma bene. Qui gli studenti, figli della borghesia romana, vengono educati al meglio per un radioso domani, schermati dalla decadenza della civiltà. I genitori, infatti, sono convinti che nella scuola i loro figli possano vivere al di fuori dal caos, dalle sommosse e dal fermento che scuote gli anni Settanta e concentrarsi grazie alla rigida educazione imposta, sul loro futuro professionale.
Questo idilliaco equilibrio viene tuttavia sconvolto da uno dei più efferati crimini della cronaca nera italiana: il Massacro del Circeo, avvenuto la notte tra il 29 e 30 settembre 1975 ai danni di due giovani amiche.
Il film intende sondare approfonditamente cosa ha scatenato cotanta violenza nella mente dei responsabili, inebriati dal culto della violenza e da idee politiche pericolose. I tre assassini sono ex studenti della scuola frequentata dal giovane Edoardo (Emanuele Maria Di Stefano), che nonostante sia all'oscuro della violenta dinamica, prova a raccontare cosa ha spinto i suoi compagni di scuola a commettere una simile brutalità...
 

COMMENTO   Un fatto di cronaca fra i più efferati degli anni '70: il delitto del Circeo. L'unicità del suo sintetizzare dinamiche di violenza politica e scontro sociale tipiche di quegli anni, raccontate nel romanzo vincitore dello Strega di Edoardo Albinati. L'adattamento di Stefano Mordini si concentra sulla storia di formazione cameratesca alla violenza, sulla parabola da ragazzi scapestrati a criminali violenti. Non c'è contesto, ma rimane la marea montante di un male diffuso, di un corpo, sociale e propriamente detto, che diventa strumento di supremazia e potere. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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Un’avvertenza dovuta. Il film che Stefano Mordini ha tratto da La scuola cattolica, romanzo di Edoardo Albinati da quasi 1300 pagine vincitore del Premio Strega, non è un saggio storico. Il contesto politico è dato per assodato. Prendere o lasciare. Il film cerca di universalizzare la vicenda e i suoi protagonisti. Quello che racconta è un microcosmo sociale, in cui alcuni ragazzi in ebollizione si trovano davanti al bivio che affrontiamo tutti durante l’adolescenza: che essere umano diventare.

Siamo in un quartiere borghese di Roma, nel 1975. Una scuola cattolica forma la classe dirigente del futuro. Alle spalle, famiglie che cercano di proteggerli da un paese polarizzato, in preda a tumulti e scontri pressoché quotidiani. “La violenza era all’ordine del giorno”, come dice un po’ didascalicamente un’insistita voce fuori campo. Con gli occhi di Edoardo conosciamo alcuni suoi compagni, entriamo nelle loro case, capendo alla radice da dove provengano ossessioni e paure. Li incontriamo per la prima volta in piscina, i ragazzi della scuola, durante la lezione di educazione fisica, in un ampio spazio in stile littorio. Un primo indizio, apparentemente di ordinaria quotidianità, della montante dinamica cameratesca in atto fra alcuni di loro. Una rappresentazione della potenza del privilegio, l’azione oltre al pensiero. Una chiamata alle armi di un manipolo di miliziani in formazione, che abitano i luoghi in cui si formano con crescente senso di dominio. Il Cattolicesimo è il collante di questo privilegio, un sigillo antico. Solo raramente, e da pochi, vissuto come sincera fede.

Corpi che si denuderanno in un malato rituale di violenza efferata, esplosa contro donne, a loro volta corpi da dominare. Una classe contro un’altra, socialmente più modesta. Una barbarie rara, il massacro del Circeo, che ha segnato generazioni e la società italiana. Un desiderio di supremazia che matura nelle classi della scuola, distorcendo idee di alcuni professori e letture distratte. “A chi ci provoca dolore siamo immensamente grati, quando smette”, come dice Albinati, nel libro e nel film, con la sua voce off. Stefano Mordini cerca di ricostruire il clima diffuso in quella realtà e in quegli anni, al di là dei tre ragazzi effettivamente autori del delitto. Un clima in cui era possibile effettivamente che l'equazione formativa potesse coinvolgere un passaggio da scapestrati a feroci assassini. Spinti anche dalla figura di Andrea Ghira, che qui assolve a un ruolo narrativo preciso, perdendo un po’ la caratterizzazione reale, quella di criminale di estrema destra. Viene lungamente evocato, prima di apparire al Circeo. Uno che idealizzava, da studente di liceo, il crimine come mezzo di affermazione sociale.

“Chi fa del male, lo fa anche a sé stesso”, in una ragnatela perversa di sadismo e sottomissione, in cui si susseguono riti di passaggio, per dimostrare di “essere un vero uomo”. Alla ricerca di un modo “per sfogare l’aggressività, altrimenti si accumula”. Il corpo, quello sociale e quello propriamente inteso, come supremazia e forma di potere.
La generazione de La scuola cattolica è la prima a godere i frutti della rivoluzione degli anni ’60, di consolidare una libertà praticamente illimitata, in un’Italia ormai benestante. Un patrimonio che dà alla testa e genera una cesura insanabile fra la generazione dei padri e quella dei figli. A interpretarli un gruppo di giovani attori, la maggior parte dei quali convincenti, dal carnefice Luca Vergoni alla vittima Benedetta Porcaroli.

La scuola cattolica rimane in bilico fra il distacco di un racconto di genere e l’empatia del dramma sociale. Evita consolidate ricette, senza rielaborarne una originale. Rimane sospeso in un limbo che lo rende fruibile, in alcuni momenti anche appassionante, senza però trovare una compiutezza complessiva, un senso di urgenza, un’anima.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito