Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Marilyn ha gli occhi neri (Marilyn ha gli occhi neri)

 
pic_movie_1478   NUM   1478  
  DATA E CINEMA   2021.10.16 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Simone Godano  
  ATTORI   Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mariano Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Ariella Reggio, Valentina Oteri  
  PRODUTTORE   Groenlandia con Rai Cinema  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia, Sentimentale  
  ANNO   2021  
  DURATA   110 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/marilyn-ha-gli-occhi-neri/59712/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Marilyn ha gli occhi neri, film diretto da Simone Godano, racconta la storia di Clara (Miriam Leone) e Diego (Stefano Accorsi). Lei è una bugiarda perfetta, capace di mentire così bene da buggerare persino se stessa, ha un carattere estroverso ed è molto istintiva. Lui è il suo esatto opposto, la vita lo ha messo alla prova, ha sviluppato diverse psicosi e un temperamento molto iracondo.
I due si incontrano in un Centro Diurno che si occupa della riabilitazione di persone con diversi disturbi comportamentali. Entrambi vengono incaricati di gestire un ristorante senza, però, creare conflitti con il gruppo con cui collaborano. Nonostante Clara e Diego non abbiano nessuna capacità nella conduzione di un'impresa, i due scopriranno che collaborando possono raggiungere degli ottimi risultati e forse anche innamorarsi l'uno dell'altra.
 

COMMENTO   Con leggerezza, e senza mai scivolare nella macchietta, Simone Godano affronta il tema della diversità, mescolando la commedia al dramma, la dolcezza ai terremoti emotivi. Stefano Accorsi e Miriam Leone, bravissimi, stanno al gioco e raccontano con le manie e i disagi dei loro personaggi l'incomunicabilità che governa il mondo e la paura che tutti abbiamo di non essere visti. Il film è una ventata di buon umore e un invito ad avere il coraggio di accettarsi per ciò che si è, anche perché è nella sregolatezza che si coglie il genio. (Carola Proto - Comingsoon.it)
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Al suo terzo film, Simone Godano dirige Stefano Accorsi e Miriam Leone in una commedia anche romantica che racconta la diversità con leggerezza e ci insegna ad accettarci per quello che siamo.

"I wanna be loved by you, just you, nobody else but you" - cantava sconsolata Marilyn Monroe in A qualcuno piace caldo dopo aver perso per sempre il suo miliardario dai grossi occhiali. Lo stesso brano, un po’ stonato, lo dedica una ragazza che dice tante bugie, e che si chiama Clara, a un ragazzo che balbetta e si arrabbia molto più del dovuto. Questa seconda Marilyn ha gli occhi scuri come la prima, ma non ha mai sfondato nel mondo dell'intrattenimento e, come il ragazzo particolarmente suscettibile, è costretta a frequentare un Centro Diurno insieme ad altre persone con un disagio mentale. La seconda Marilyn inoltre ha il viso e il corpo della splendida Miriam Leone, che si sveste del suo allure, della sua bellezza mozzafiato e di quel pizzico di malizia che la rende irresistibile, per apparire goffa, imperfetta, ingombrante, fuori luogo. Perché è proprio questa l'indicazione che Simone Godano ha dato a lei e a Stefano Accorsi: spogliarsi della loro identità di attori "cool" per lasciarsi completamente invadere dal personaggio. L'obiettivo è stato raggiunto, e Stefano, che ha solo cambiato taglio di capelli, "scompare" nelle grida, nei tic, nelle paure e nella balbuzie del suo Diego. Essere grandi attori significa proprio questo, e se poi si riesce a ad alternare repentinamente il dramma alla tragedia, significa non solo avere un talento speciale, ma anche che il regista a cui ci si è affidati ha svolto un ottimo lavoro.

Dal primo all'ultimo fotogramma, Godano ha fatto in modo che nessuno scivolasse nella macchietta, riuscendo tuttavia a creare situazioni buffe e a raccontare il disturbo mentale con la giusta leggerezza, quella di una buona commedia americana, per intenderci. E però, dietro alle brutte figure, alle parolacce di una donna affetta dalla Sindrome di Tourette e alle crisi di un uomo impaurito che grida sovente al complotto, c'è una riflessione molto seria sull'incomunicabilità che regna nel nostro mondo, che poi è quella "cosa" che ci fa sentire tremendamente soli e che allontana gli altri. "È brutto non essere visti" - dice a tal proposito Diego, che oltretutto è uno chef sopraffino, e non allude solo ai "pazzerelli", come li chiama affettuosamente il regista, ma anche a chi non ha manie, ossessioni, malattie mentali. Perché accade a tutti di risultare invisibili, e a ciascuno di noi succede spesso di non sentirsi libero di mostrarsi per quello che è.

Torniamo a Marilyn Monroe, perché Clara, Diego & Co. aprono un ristorante alla moda e "alternativo" come lo sono coloro che ci lavorano, chiamandolo il Monroe. E' descritto dai "proprietari" come l'ottava meraviglia su Internet e vengono magnificate le esibizioni di originali performer, e qui il film dà una piccola stoccata alla moda dei locali pluristellati e delle recensioni fatte ad arte. E' Clara che intelligentemente le inventa, e allora, come di tanto in tanto succede quando c'è di mezzo un fool, il pazzo diventa saggio e la sregolatezza va di pari passo con il genio. Inoltre, non bisogna dimenticare che chi non si distingue per autocontrollo ha il dono di essere autentico, sincero, dirompente e franco, e di sentire le emozioni molto più intensamente di chi è "normale". Ecco perché il film coinvolge chi lo guarda. Ma poi... che cos'è la normalità? Esiste qualcuno di veramente normale? "Da vicino nessuno è normale", recitava lo slogan di un'altra commedia che affrontava un argomento analogo.

Sa essere anche molto commovente Marilyn ha gli occhi neri, perché Clara, Diego e i loro nuovi amici combattono ogni giorno una battaglia contro se stessi, e non c’è nulla di più eroico del cercare di superarsi. Simone Godano invita indubbiamente i suoi personaggi e lo spettatore ad accettarsi e a perdonarsi, ma è convinto che un cambiamento e un miglioramento siano possibili, e se non dovessero avvenire, allora non importa, non c’è fretta. Il regista però sa bene che, dopo 1 anno e mezzo in cui abbiamo vissuto reclusi nelle nostre case e lontani dalla socialità, forse ci siamo sentiti proprio come i protagonisti di Marilyn ha gli occhi neri, e magari molti di noi sono implosi. Questa commedia in cui nulla è lasciato al caso e non c'è mai un momento di stanca (anche in virtù di una regia mossa e attenta ai dettagli), potrebbe allora funzionare come medicina per il buon umore. Il nostro invito è di andarla a vedere, perché è un film che vi renderà felici, oltre che autoindulgenti. Qualcuno potrebbe accorgersi di soffrire di disturbo ossessivo compulsivo, ma la buona notizia è che non è affatto solo. Qualcun altro, invece, realizzerà, una volta uscito dal cinema, di aver visto qualcosa di molto diverso dal solito, il che è raro, ahinoi, nel nostro panorama cinematografico.

Marilyn ha gli occhi neri e stato presentato in anteprima Mondiale al Bari International Film Festival 2021.

di Carola Proto
Giornalista specializzata in interviste
Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali