Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 I predatori (I predatori)

 
pic_movie_1451   NUM   1451  
  DATA E CINEMA   2021.07.13 ARENA BAZZANI  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Pietro Castellitto  
  ATTORI   Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Giorgio Montanini, Pietro Castellitto, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Giulia Petrini, Liliana Fiorelli, Claudio Camilli, Nando Paone, Antonio Gerardi, Vinicio Marchioni  
  PRODUTTORE   Fandango e Rai Cinema  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Niccolò Contessa  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2020  
  DURATA   109 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/i-predatori/59129/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   I predatori, film diretto da Pietro Castellitto, racconta la storia di due famiglie, i Pavone e i Vismara, molto diverse fra loro sia nella scala sociale che nella vita: intellettuale, ricchi, borghesi i primi; proletari, fascisti e incolti i secondi. Nonostante la loro estrema diversità, qualcosa li accomuna e non è soltanto la caotica Roma in cui vivono.
Un semplice incidente e un torto subito porteranno le realtà dei Pavone e dei Vismara a scontrarsi. Motore di questa collisione è un 25enne, che mostrerà come gli esponenti delle due famiglie custodiscano gelosamente ognuno un proprio segreto, rivelando come spesso l'apparenza inganni, perché in fondo non ci sono vittime, ma solo predatori.
 

COMMENTO   Mantiene la sua imprevedibilità, Pietro Castellitto, nel passaggio da attore e registra, indagando nelle dinamiche del caso che mettono a confronto due famiglie romane opposte: una molto benestante e intellettuale, l'altra molto di destra, un bel po' criminale, ma probabilmente più sincera. Vizi e ipocrisie di oggi in uno scontro generazionale e culturale pieno di trovate divertenti e spiazzanti, in un esordio che non arretra di fronte ai trabocchetti del grottesco e conferma il talento di un autore in divenire. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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I predatori è il primo film da regista di Pietro Castellitto, una commedia acida e dirompente che spiazza e regala un ritratto al vetriolo delle generazioni a confronto.

Quello de I predatori è un mondo in cui niente è come sembra e tutti recitano una parte, le generazioni non comunicano e soprattutto nessuno ascolta, ma tutti alzano la voce. Per il suo esordio alla regia, Pietro Castellitto, non ancora trentenne, ripropone anche dietro alla macchina da presa una caratteristica, e una dote, molto particolare che ci sembra abbia come interprete: non sai mai cosa starà per dire, è imprevedibile e spiazzante. Succede anche alla sua storia scritta già alcuni anni fa, in cui se la prende con le tante ipocrisie di un mondo borghese e intellettuale, non troppo dissimile da quello in cui è cresciuto grazie ai genitori, mantenendo invece una certa benevolenza, pur nelle azioni terribili e a tratti grottesche che compiono, nei confronti dei personaggi che mette a confronto con quelli delle seconde case in campagna: i popolani, dai commerci non sempre legali e una certa dimestichezza con le armi da fuoco.

Sono due famiglie alla fine a confrontarsi e scontrarsi, anche se sembrano varie solitudini e solo dopo un po’ di tempo si individua la dicotomia, il contrasto tipico fra formazioni culturali e classi sociali: i Pavone (nomen open) borghesi intellettuali e i Vismara, proletari e di estrema destra. Due mondi che vengono messi in comunicazione, loro malgrado, proprio dal personaggio interpretato da Castellitto, Federico Pavone, giovane assistente universitario di filosofia in eterno servizio al suo barone di riferimento, studioso e ossessionato dalla figura di Nietzsche, ma anche da gesti eclatanti che lo avvicinano al suo pensiero. Un tragicomico sviluppo lo porterà a venire escluso dalla riesumazione del cadavere del filosofo, di cui si occuperà il suo professore, senza che lui si arrenda veramente.

Un tono fra il surreale e il grottesco, un’ironia mai doma e sempre pronta a colpire in pieno uno dei personaggi, meglio se i perbenisti borghesi, come dimostra in particolare una scena molto divertente e davvero spiazzante. Dove, se non a tavola, in una cena di famiglia in un ristorante, con tanto di un messa in rima e a ritmo di rap delle idiosincrasie dei presenti di ogni generazione di Pavone da parte della sorella di Federico.

Il motore dell’azione è un atto subito, un vero torto contro uno dei membri dei clan, il battito d’ali che seminerà reazioni indirette o meno a catena, spostando l’asse naturale di quiete dei Pavone e dei Vismara verso una specie di resa dei conti, sullo sfondo di una Roma allucinata e inconsueta. Una gara fra predatori e prede, in cui non è ben chiaro chi sia chi, se non che la ruota gira e mai come in questa commedia acida e corrosiva può portare a risultati imprevisti. Pietro Castellitto sembra condividere con i quasi coetanei fratelli D’Innocenzo un certo gusto per la collisione di universi spaesati, oltre a una vicinanza alle prede che si credono predatori. In entrambi i casi sono promettenti germi di un cinema che se ne frega di steccati e grammatiche, vitale e sempre in cerca.

di Mauro Donzelli

critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito