Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Magari (Magari)

 
pic_movie_1436   NUM   1436  
  DATA E CINEMA   2020.07.22 ARENA FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Ginevra Elkann  
  ATTORI   Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Milo Roussel, Ettore Giustiniani, Oro De Commarque, Céline Sallette, Benjamin Baroche, Brett Gelman  
  PRODUTTORE   Wildside, Iconoclast, Rai Cinema  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia, Francia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2019  
  DURATA   99 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.com/sc_magari.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Alma, Jean e Sebastiano, tre fratelli, molto legati tra loro, che da Parigi, città in cui vivono nel sicuro, seppur bizzarro, ambiente alto borghese della madre di fede russo-ortodossa, si ritrovano scaraventati tra le braccia di Carlo, padre italiano, assente, anticonformista e completamente al verde, che non ha alcuna idea di come badare a sé stesso, figuriamoci ai figli. Durante una vacanza di Natale passata in una casa al mare insieme a Carlo e alla sua collaboratrice Benedetta i nodi delle tensioni di famiglia emergono. Carlo scopre degli aspetti oscuri della sua ex mogie e dimostra ai suoi figli di essere un padre inaffidabile. La piccola Alma, però, continua a credere fermamente che un giorno, Magari, la sua famiglia possa tornare a unirsi come un tempo.
 

COMMENTO   La madre è francese ed è una fervida cristiana ortodossa, il padre - separato - è italiano ed è uno sceneggiatore di scarso successo, squattrinato e donnaiolo. I tre fratelli - Seb, Jean e Alma - vogliono bene a entrambi e vorrebbero che i genitori tornassero insieme, ma intanto, prima che la madre si trasferisca in Canada, trascorrono un po' di giorni con il padre e la compagna Benedetta in una casa al mare fuori Roma.

Sintonizzarsi o meno sulla lunghezza d'onda di Magari, debutto nel lungometraggio di Ginevra Elkann, è prima di tutto una questione di feeling, di comune sentire.

Non è dato sapere con precisione, e in fondo pochissimo importa, quanto ci sia di autobiografico nello sguardo che la regista posa su una famiglia divisa. Si tratta di seguire il ritmo del racconto, di adottare il punto di vista di una bambina; di accettare, in sostanza, la lettura che Magari propone, fermamente convinto che dentro ognuno di noi alberghi una parte di quell'esperienza, di quella mancanza affettiva maturata nei primi anni della nostra vita e destinata ad accompagnarci nel prosieguo della stessa, instillando paure inaspettate.

Elkann ci invita a lasciarci andare, a mescolare il ricordo e l'effettivamente esperito a quel che abbiamo puramente sognato, o magari modificato ad arte. Proprio alla maniera di Alma, la minore di tre fratelli, che immagina a occhi aperti coppie di sposi dai volti mutevoli - quelli di papà e mamma, ma non solo.

Elegiaco senza essere retorico, nostalgico senza mai rasentare lo stucchevole, Magari ha il duplice dono di dimostrare in ogni frame la sua italianità, senza che il retaggio di questa incida negativamente sullo stile della regista. La direzione degli attori sorprende per il grado di fiducia evidentemente instauratosi tra la regista e interpreti esperti, come Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher: il primo, in particolare, non è mai stato così spontaneo e istintivo, nel senso migliore del termine, di fronte alla macchina da presa. Inoltre la scena della partita di pallone sulla spiaggia o quella in cui la famiglia in auto si ritrova, per un attimo, a condividere la gioia di una canzone - "Se mi lasci non vale" di Julio Iglesias - rappresentano riprese così calligrafiche e rispettose di stilemi noti del cinema italiano - Salvatores la prima, Moretti la seconda - da esternare senza ambiguità la propria natura derivativa.

Senza un'ombra di malizia. Il cinema italiano ha bisogno di questo deficit di malizia, di inseguire la semplicità delle storie e la complessità degli affetti, lontano dal cinismo e dall'esibizionismo della nostra era "sociale". Forse è anche per questo, oltre che per il mero dato autobiografico, che Elkann si rifugia negli anni delle macchine da scrivere, mentre L'uomo da sei milioni di dollari e il primo Vacanze di Natale passano incessantemente in tv. Per arrendersi alla nostalgia di un'epoca in cui l'uomo non era obbligato a rendersi sempre reperibile e poteva staccare, evadere; in cui scrivere lettere dense di significati era la prassi; in cui un semplice Gameboy poteva racchiudere un mondo, e servirsi della fantasia per completare a piacere l'esperienza.

Seppur non privo di qualche tentennamento - pienamente comprensibile, trattandosi di un debutto - Magari rappresenta l'affermazione di una nuova voce del cinema italiano, che appartiene a una generazione pronta a fare tesoro dei recenti exploit internazionali di Alice Rohrwacher (a cui rimanda, per lo sguardo posato su una famiglia nomade che si riaggrega) per costruire, su queste fondamenta, un nuovo e più personale linguaggio, intriso di realismo e della magia che si nasconde nelle piccole cose quotidiane.

Emanuele Sacchi
[da https://www.mymovies.it/film/2019/magari/]