Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Cetto c'è senzadubbiamente (Cetto c'è senzadubbiamente)

 
pic_movie_1403   NUM   1403  
  DATA E CINEMA   2019.11.24 DIAMANTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Giulio Manfredonia  
  ATTORI   Antonio Albanese, Paola Lavini, Katsiaryna Shulha, Gianfelice Imparato, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Caterina Shulha, Davide Giordano, Maria Rosaria Russo, Manfredi Saavedra, Cesare Capitani, Giacomo Lorenzi, Guido Roncalli, Aurora Quattrocchi  
  PRODUTTORE   Wildside, Fandango  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2019  
  DURATA   93 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_cettocesenzadubbiamente.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   A dieci anni dalla sua elezione a sindaco di Marina di Sopra di Cetto la Qualunque si erano perse le tracce. Scopriamo che vive in Germania e, messa da parte ogni ambizione politica, Cetto la Qualunque oggi per i tedeschi è soltanto un irresistibile e pittoresco imprenditore di successo, che considera la Germania una terra di conquiste e la mafia un marchio di qualità. La sua catena di ristoranti e pizzerie infatti spopola; ha una bella compagna tedesca e due suoceri neonazisti che lo guardano con la simpatia riservata ai migranti. Il richiamo della sua terra tuttavia resta forte e la notizia dell’aggravarsi delle condizioni dell’amata zia che lo ha cresciuto, lo induce a tornare sul luogo del delitto e del diletto. In Italia la zia gli rivelerà qualcosa sul suo passato, e sui suoi natali, che cambieranno per sempre il corso della sua vita e, purtroppamente, anche quelli di tutti noi. Cetto torna al comando e questa volta le conseguenze possono essere imponderabili.
 

COMMENTO   L’attesa è finita: il fallimento della Repubblica è sotto gli occhi di tutti e c’è necessità di trovare l’uomo giusto che possa diventare il re.
Ma chi lo avrebbe mai detto che costui sarebbe potuto essere il depravato, ignorante, maschilista e corrotto imprenditore calabrese Cetto La Qualunque, il quale, eletto a sindaco della sua cittadina Marina di Sopra in "Qualunquemente", del 2011, risiede ora in Germania, da lui considerata terra di conquiste in cui ha aperto una catena di ristoranti e pizzerie di successo e dove vive insieme alla giovane e bella compagna tedesca Petra alias Caterina Shulha, con tanto di suoceri neonazisti?
Quindi, dopo essere tornato ad interpretarlo nel 2012 in "Tutto tutto niente niente", ricoprendo in quel caso addirittura tre ruoli, Antonio Albanese è per la terza volta il discutibilissimo individuo che, convinto del fatto che "gli italiani si bevono qualsiasi minchiata da sempre", non può fare a meno di rappresentare la comica incarnazione da grande schermo dei difetti e vizi facenti spesso parte delle figure impegnate a governare il paese degli spaghetti.
Individuo che, qui inizialmente sfoggiante una capigliatura bionda proto-Donald Trump, si vede costretto a fare rientro in Italia dopo aver ricevuto la notizia dell’aggravarsi delle condizioni di salute di un’amata zia che lo ha cresciuto, la quale gli rivela che il suo vero padre fu, in realtà, un principe che non ha mai voluto riconoscerlo.
E, mentre apprendiamo che la ex moglie Carmen, dal volto di Lorenza Indovina, è ormai una suora che non può fare altro che detestarlo, è il mai disprezzabile Gianfelice Imparato a vestire i panni dell’aristocratico Venanzio che provvede ad impartirgli gli insegnamenti necessari per poter frequentare il mondo dei nobili.
Un mondo fatto di cacce alla volpe, rigida educazione a tavola e, dunque, tutto ciò che non appartiene assolutamente alla disgustosa personalità di Cetto, il quale non manca neppure di scontrarsi di nuovo con l’onesto figlio Melo, ovvero Davide Giordano, nel frattempo divenuto sindaco a sua volta.
Man mano che, tra storpiature di parole (citiamo soltanto il letto a baldracchino), un imminente matrimonio di facciata e discorsi riguardanti il bike sharing, le piste ciclabili e i vaccini, l’ascesa del grottesco monarca del Regno delle due Calabrie (!!!) non appare neppure esente da punte di scorrettezza che sono sempre più insolite all’interno della fastidiosamente edulcorata comicità tricolore d’inizio terzo millennio.
Del resto, se da un lato La Qualunque ci ricorda (purtroppo avendo ragione) che la politica sembra che cambia, ma, in realtà, tutto rimane sempre come prima, dall’altro non si risparmia di osservare "Se qualcosa va male, prenditela coi negri, funziona sempre".
Nel corso di oltre un’ora e mezza di visione che, sotto la regia del Giulio Manfredonia che già si era occupato dei due precedenti capitoli, riesce nell’impresa di strappare una sufficiente dose di risate... fino ad un inaspettato risvolto di sceneggiatura che precede, però, una forse eccessivamente sbrigativa conclusione.

La frase dal film:
In questo paese, insommamente, la democrazia non può garantire più niente, un re sì

Francesco Lomuscio - 19 novembre 2019 - Voto: 6.0