Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 The Danish Girl (The Danish Girl)

 
pic_movie_1051   NUM   1051  
  DATA E CINEMA   2016.02.27 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Tom Hooper  
  ATTORI   Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Amber Heard, Matthias Schoenaerts, Sebastian Koch, Ben Whishaw, Emerald Fennell, Jeanne Abraham  
  PRODUTTORE   Pretty Pictures, Harrison Productions, ELBE  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Regno Unito, U.S.A.  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2015  
  DURATA   120 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.thedanishgirl.co.uk  
 
 
 

DESCRIZIONE   Copenhagen, primi anni ‘20. L’artista danese Gerda Wegener dipinge un ritratto del marito Einar vestito da donna. Il dipinto raggiunge grande popolarità e Einar inizia a mantenere in modo permanente un’apparenza femminile, mutando il suo nome in Lili Elbe. Spinto da ideali femministi e supportato dalla moglie, Elbe tenta di effettuare il primo intervento per cambio di sesso da uomo a donna. L’intervento avrà grosse ripercussioni sul suo matrimonio e sulla sua identità.
 

COMMENTO   Il film più controverso e destinato a creare scandalo alla 72esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia è sicuramente “The Danish Girl”.
L’opera di Tom Hooper, già acclamato dalla critica per “Il discorso del Re” e “Les Miserables”, riesce a trattare con estrema delicatezza e raffinatezza la delicata storia vera di Lili Elbe, il primo trans della storia che ora rivive sul grande schermo.
L’attore scelto da Hooper è stato Eddie Redmayne, straordinario premio Oscar per l’interpretazione di Stephen Hawking ne “La Teoria del Tutto” e qui nuovamente autore di una prova che lo candida di diritto sia per la Miglior Interpretazione Maschile al Festival di Venezia, che per i premi Oscar 2016. Qui, come nel film che gli è valso l’Academy Award l’attore è aiutato da una grande Alicia Vikander, che riesce a non essere mai troppo invadente, ma sempre complementare al compagno.
La storia è basata sul romanzo “Danish Girl” del 2000 scritto da David Ebershoff e racconta di come Einar Wegener, un pittore di discreto successo a Copenhagen e sposato con la moglie Gerda, abbia scoperto di essere una donna nel corpo di un uomo. I dipinti di Lili da parte della donna sono come un’anticipazione, come una radiografia che attraverso l’arte è riuscita ad aprire la cortina di fumo e a far emergere la vera essenza dell’uomo.
La pellicola ci racconta la vicenda in tutta la sua intimità, facendo rivivere i dilanianti conflitti interiori di Einar, che non riusciva ad accettare questo lato nascosto di lui. L’amore della moglie è commovente e supera anche queste difficoltà permettendo all’uomo di realizzare il suo desiderio e ritrovare se stesso. Nella società di fine ottocento chi viveva la condizione di Einar veniva bollato come schizofrenico dai medici e la disperata ricerca della coppia di qualcuno in grado di aiutarlo li ha portati a sperimentare la prima operazione della storia per diventare donna. I momenti dell’accettazione della sua condizione sono i più intensi di tutta la pellicola, con il talento di Eddie Redmayne che esce fuori in modo prorompente.
La bellezza del film non è soltanto nel talento dei due protagonisti, ma anche nello splendido palcoscenico in cui danno sfoggio delle loro abilità recitative: il film è stato girato a Copenhaghen in delle location splendide, con costumi che permettono di rivivere appieno il periodo storico della vicenda e musiche che trasmettono le emozioni provate da Einar/Lili.
Questo biopic storico contribuisce ad aprire lo scenario sul mondo transgender sotto una luce diversa, esattamente come accaduto in passato con l’omosessualità. La difficoltà maggiore di una simile operazione è cercare di raccontare una sessualità diversa dalla propria, ma Redmayne si è dimostrato davvero preparato ed è riuscito a entrare pienamente nella parte. In molti potrebbero vedere in lui una ripetizione della prova di Stephen Hawking, con la differenza che qui cammina sulle proprie gambe, ma in realtà non è così: il corpo di Eddie dice più delle sue stesse parole e riesce a scuotere interiormente con i propri gesti, anche i più semplici come provare le calze da donna.
Semplicità, delicatezza, raffinatezza e intensità sono i quattro aggettivi con cui etichettare “The Danish Girl”, il mezzo con cui Eddie Redmayne è entrato come un ciclone sulla laguna e con cui potrebbe entrare di diritto nel club di coloro che hanno vinto la statuetta per due volte consecutive, l’ultima volta tale onore era toccato a Tom Hanks con Philadelphia (1993) e Forrest Gump (1994).
L’attore con il volto da eterno adolescente è esploso a 32 anni e sembra aver finalmente trovato i ruoli che meglio gli permettono di esprimere le proprie qualità, per la gioia degli amanti della settima arte.

La frase:
"Non posso morire nella palude, la palude è dentro di me".
a cura di Thomas Cardinali