Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Suburra (Suburra)

 
pic_movie_1022   NUM   1022  
  DATA E CINEMA   2015.10.18 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Stefano Sollima  
  ATTORI   Pierfrancesco Favino, Jean-Hugues Anglade, Elio Germano, Claudio Amendola, Lidia Vitale, Greta Scarano, Giulia Gorietti, Alessandro Borghi, Francesco Sechi  
  PRODUTTORE   Cattleya, La Chauve Souris  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia, Francia  
  CATEGORIA   Poliziesco  
  ANNO   2015  
  DURATA   130 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://  
 
 
 

DESCRIZIONE   Nell'antica Roma, la Suburra era il quartiere dove il potere e la criminalità segretamente si incontravano. Dopo oltre duemila anni, quel luogo esiste ancora. Perché oggi, forse più di allora, Roma e' la città del potere: quello dei grandi palazzi della politica, delle stanze affrescate e cariche di spiritualità del Vaticano e quello, infine, della strada, dove la criminalità continua da sempre a cercare la via più diretta per imporre a tutti la propria legge. Il film e' la storia di una grande speculazione edilizia, il Water-front, che trasformerà il litorale romano in una nuova Las Vegas. Per realizzarla servirà l'appoggio di Filippo Malgradi (Pierfrancesco Favino), politico corrotto e invischiato fino al collo con la malavita, di Numero 8 (Alessandro Borghi), capo di una potentissima famiglia che gestisce il territorio e, soprattutto, di Samurai (Claudio Amendola), il più temuto rappresentate della criminalità romana e ultimo componente della Banda della Magliana. Ma a generare un inarrestabile effetto domino capace di inceppare definitivamente questo meccanismo saranno, in realtà, dei personaggi che vivono ai margini dei giochi di potere come Sebastiano (Elio Germano), un PR viscido e senza scrupoli, Sabrina un’avvenente escort (Giulia Elettra Gorietti), Viola (Greta Scarano) la fidanzata tossicodipendente di Numero 8 e Manfredi (Adamo Dionisi) il capoclan di una pericolosa famiglia di zingari. Sette giorni in cui ogni personaggio coinvolto proverà ad anticipare le mosse dell’altro scatenando una guerra senza quartiere che finirà per coinvolgere colpevoli e innocenti, criminali, cittadini perbene, politici e cardinali. Sette giorni prima che il governo, e con esso la Suburra, crolli.
 

COMMENTO   “Romanzo Criminale” aveva iniziato un percorso proseguito poi con “Romanzo Criminale – La serie” per analizzare la criminalità romana e, in seguito, anche il fenomeno mondiale “Gomorra – La serie”. Dietro queste tre grandi opere di piccolo e grande schermo c’è sempre la stessa prestigiosa firma di Stefano Sollima, sia regista che sceneggiatore. Il passo avanti compiuto con “Suburra” è incredibile: non si potrà più fare un film di questo tipo senza citare o prendere spunto da qui.
Roma si presta in modo eccezionale alla rappresentazione del soggetto: è l’unica città al mondo dove si può incrociare criminalità organizzata, potere politico e religioso. I giorni scelti per il racconto non sono casuali: si parte il 4 novembre 2011 fino ad arrivare all’11, giorno in cui c’è il crollo del governo Berlusconi e dello stesso “Suburra”.
Il cast nelle mani di Stefano Sollima è incredibile e recita in modo corale non dando mai l’impressione che ci sia un vero protagonista: Roma e il gioco di potere sono gli unici veri interpreti sempre presenti nelle oltre due ore di film. Il paradosso è che tra i quattro protagonisti principali è quello che meno ti aspetti a sorprendere di più: Pierfrancesco Favino, Elio Germano e Claudio Amendola sono fantastici, ma Alessandro Borghi già fa intravedere delle qualità impressionanti che poi sono esplose nel “Non essere cattivo” di Claudio Caligari, girato posteriormente a questo.
L’utilizzo del campo largo e la fermezza non fanno altro che enfatizzare l’anima dei personaggi, perché il Suburra di Sollima non è un quartiere ai piedi del Palatino ma un virus entrato in modo permanente tra le vie che contano infettando la Città Eterna nella sua interezza. La cosa sconcertante è che in 2000 anni di storia il filo invisibile con il peccato, la perdizione con il male di Suburra che non è mai venuto meno e ora ha raggiunto l’apice nella città dei tre poteri.
Stefano Sollima utilizza la bellezza di Roma quasi di sfuggita, come sia aria che ti scivola tra le dita in un affresco più grande nel suo capolavoro. La serie di eventi che si scatena per una carta che scivola nel puzzle è incredibile, come un fiume in piena che mira le certezze facendo crollare i progetti del Waterfront mettendo in ginocchio quella corruzione che ancora oggi dilaga.
La grandezza di Suburra è nella sua attualizzazione sempre presente: è stato ambientato nel 2011, ma nel 2015 è arrivata Mafia Capitale. La pioggia è un accessorio fondamentale nel colore da dare al film: scivola nelle strade di Roma come a purificare l’anima dei personaggi e la criminalità dalle strade.
Suburra è un film pregnante, ermetico, intenso e meravigliosamente recitato. L’Italia è ancora in grado di creare produzioni di livello americano e Suburra per gli interpreti, le tematiche e il prodotto finale rappresenta una delle massime espressioni di questa stagione cinematografica e, forse, del contemporaneo.

a cura di Thomas Cardinali